Il giorno dopo in genere va sempre un po’ meglio. E anche questa volta non è diverso. Ieri c’era tanta delusione, la solita si potrebbe dire, visto che ormai sono anni che ‘toppiamo’ la partita (l’ennesima nell’arco di una stagione) che potrebbe dare una certa svolta per continuare a cullare il sogno. Quel sogno che ieri, giocando ironicamente di sabato, la Spal ha forse salutato definitivamente. Vero, la matematica non condanna niente e nessuno ancora. Ma ormai la sensazione è quella che ‘prima finisce questo campionato, meglio è. Per tutti. La Spal di ieri, ripensata a mente fredda, ha fatto in fondo quello che poteva con chi aveva, e con il fiato che aveva, a disposizione. Ma è innegabile che si vorrebbero vedere in campo undici leoni sempre e comunque per novanta minuti, pronti per una corsa e pressing sfrenato in ogni momento. Senza paura. Ieri nulla c’era da perdere in fondo. Ma non si può iniziare a difendere un vantaggio di un gol al 14’ del primo tempo sperando di portarla a casa indenni. Arretramento eccessivo a difendere il vantaggio e le tante assenze che continuano comunque a condizionare allenamenti e programmi settimanali hanno girato la partita.
Forse la punizione è stata troppo severa nel punteggio, c’è rammarico per la Grande Occasione non sfruttata per riportare in equilibrio il match. Rammarico per gli errori banali che paghiamo sempre puntualmente. Rammarico per l’ennesimo arbitraggio che non ha fatto errori determinanti o danni evidenti ma che di sicuro non è accettabile perché continua a confermare un’annata decisamente scadente anche in questo senso… Rammarico nel vedere un giocatore di notevole esperienza tentare ‘giochetti’ di piedi inutili in mezzo a tre avversari e che lascia la propria squadra in dieci in modo irresponsabile, indipendentemente che fosse il novantesimo o meno. E’ forse giunto il momento anticipato di ripartire e programmare almeno in parte la prossima stagione. Basso profilo, umiltà e impegno e serietà le parole d’ordine. Voglia, fame di vincere. Tanta fame come avevano quei ventinove seduti nel settore ospite di uno stadio delirante per la propria squadra. Una sola domanda: era la trasferta più corta chilometricamente parlando, vero che fosse la vigilia di Pasqua e sabato, vero che le annate nefaste sono tante e tante e tante… ma gli altri quasi 1500 tesserati dov’erano?