Il meglio e il peggio di SPAL-GIULIANOVA

Il meglio


UNA LACRIMA SUL VISO DI GIBI’ (E NON SOLO), POI I SOLITI NOTI DELLA BANDA DELLA SERIE A

Vedendo Gibì in mezzo al campo ognuno dei presenti credo che abbia inevitabilmente sentito ancora suonare nelle orecchie le trombe dello spareggio di Verona. Impossibile in quei pochi minuti di rito trascorsi prima dell’inizio della partita “scambiarsi” tanto con il pubblico, ma la stretta al cuore c’è stata. Attendiamo la magnifica idea/serata per lui pensata dagli Spallinati per celebrarlo ancora come si deve. Grazie Gibì all’infinito! Solo una citazione invece per la banda della serie A. Zambo, Bazza, Cippo e Smit. Hanno cucito e ricamato dalla difesa al centrocampo e poi ancora là davanti in attacco con un filo davvero dorato regalandoci un pomeriggio da serie superiore. Per ora ci basta anche così ma l’acquolina in bocca cresce sempre di più.

Il peggio

TRE GENII E IL 3-4-3 DIVENTATO 8-1-1

Beh,  i casi sono due… O il mister del Giulianova era in preda a una sindrome da onnipotenza quando ha annunciato il 3-4-3 o lui e la pretattica sono una cosa sola. Nessuno era mai venuto a Ferrara con tanta spavalderia tattica per poi far seguire in campo un catenaccio di simile fattura. In serie C si vede davvero di tutto… Sì, in serie C (io la chiamo ancora così perche rende meglio l’idea di quel che è…) si portano facilmente sugli altari presunte promesse e millantati geni calcistici per pura esigenza di “mercato a venire”. Vengono osannati nella speranza che qualcuno se li “accatti”. Permettete la licenza ma c’è molto di napoletano in questo. Infatti spesso (e il motivo invero è plausibile) si salvano gestioni calcistiche intere e quindi relative città, sempre calcisticamente parlando, vendendo qualche mezza figura alle serie superiori. Spesso a decidere è il rapporto età/ruolo se in quel ruolo c’è effettiva carenza di offerte, e a  sbilanciare nella scelta altrettanto spesso è “l’opinione comune”. A Ferrara dentro una squadra che forse era l’ombra di se stessa abbiamo “ammirato” i tre genietti locali (Migliore, Vinetot e Carbonaro) e la sensazione è che aldilà della loro giornata storta (forse) o del poco tempo passato in campo dall’ultimo dei tre, tecnica, fisicità e classe davvero non si possano inventare. Tre geni o il gioco dei tre bicchierini?

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