LE ULTIME NOVITA’ DI CALCIOPOLI NON RIESCONO A OFFUSCARE LA SPAL

No, non si fa così. Glielo ho detto subito al mio capo Marco Mazzocchi. Commissionarmi un corsivo sulle ultime novità di Calciopoli soltanto il giorno prima di Lanciano-Spal è scorretto. Dover poi confezionare lo stesso servizio mentre una partita così importante va in scena è qualcosa di intollerabile. Anche perché si tratta di un servizio delicato che, già me lo immagino, potrebbe causare il riempimento della mia bacheca di facebook da parte soprattutto degli amici Paolocalle e Tax. Scherzi a parte è stata una domenica bestiale. Ventiquattro-sigarette-ventiquattro in novanta minuti passando ininterrottamente, tra gli strali dei montatori di Raisport, dalla saletta di montaggio alla mia postazione per sentire Alessandro Sovrani su Radio Alfa e per leggere la webcronaca de Lo Spallino. Praticamente mi sono perso un’azione ogni due e, lo ammetto, ho delegato fin troppo sulla scelta delle immagini a copertura dello stesso pezzo su Calciopoli.
Come sempre mi succede, essendo un imbecille totale soprattutto quando si tratta di Spal, ho affidato queste, chiamiamole complicazioni domenicali, alla scaramanzia. Vedrai e sentirai poco, mi sono detto, ma questa sofferenza dell’ignoranza sul match servirà ai biancazzurri per tornare a casa indenni facendo un passo importante verso l’imprescindibile salvezza. In più c’era il solito sms rassicurante del mitico Renato Schena che mi anticipava una partita da giocare con un buon morale nelle migliori condizioni climatiche e del campo possibili nonostante le tante, anzi troppe, assenze. Speriamo. Intanto il morale mio si rialza (una delle rare cose dentro di me che compie questo gesto) quando vedo, sempre su Facebook, le foto postate dai mitici undici della vecchia guardia in viaggio verso Lanciano. Grandissimi. Come sempre. Chiamo il capo banda che non cito perché ha sempre tremila paranoie sul fatto di pubblicare i nomi (eh eh eh) e oltre a rassicurarmi sull’arrivo delle nuove, splendide felpe della vecchia guardia mi assicura informazioni in tempo reale sulla partita. Siamo in undici, dice, quindi seguiamo un giocatore per uno e ti facciamo sapere. La battuta è bella, l’idea meravigliosa. Adesso sì che posso cominciare a pagare il pegno calciopoli con maggiore serenità.
Si fa per dire perché la Spal comincia male e un rigore inestistente ci porta, tanto per cominciare, a soffrire e a disperare. Invece no. Perché poi Cippo pareggia con un altro inesistente penalty e ci mettiamo a giocare. Un’emozione dopo l’altra, alla fine arriva una vittoria tosta, pesante, decisiva. Vincere tre a uno nonostante lo svantaggio e malgrado l’inferiorità numerica prolungata fa bene all’umore, alla classifica e, perché no, anche ai sogni. Ma andiamo in ordine. Vorrei cominciare da Paolino Rossi la lunga schiera di complimenti post partita. Detto e scritto dei mitici tifosi che erano a Lanciano, una quarantina in tutto, l’aletta biancazzurra sfigata quanto brava merita la mia personale standing ovation per una partita eccezionale a prescindere dal gol. Con lui Luca Capecchi, umile, modesto, bravo e intelligente quel che basta per non mandare a cagare quelli che l’avevano considerato il punto debole durante il girone di andata per colpa di due, tre errori che alla fine di un campionato ci stanno sempre. Dietro di loro, e di capitan Zambo che quando gioca bene, quindi sempre o quasi, non fa mai notizia, ecco Beppe Meloni. E qui arrivo al punto. Non c’è controprova ma credo con tutte le mie forze che la sfigataggine di questa stagione biancazzurra sia facilmente raccontabile dal (non) campionato dello stesso bomber e, appunto, di Paolino. Perdere entrambi di fatto per un intero torneo a causa di malanni fisici pesa molto ma proprio molto nella stagione della Spal finora (e sottolineo finora) al di sotto delle aspettative. Due così, se non altro dal punto di vista delle caratteristiche, Notaristefano ora e Dolcetti prima non li hanno mai avuti. Velocità, rapidità, dribbling non sono cazzate anche a gara in corso quando le partite non si sbloccano. Per questa considerazione anticipo, anzi ufficializzo, quello che dico al Comandante Pozzi e a tutti gli altri dirigenti dell’Ars et Labor da tempi non sospetti. Guai a smembrare questa squadra. Che ha qualità e carattere mica stronzate qualsiasi. Non può piovere per sempre. Dopo una stagione così un po’ di culo toccherà anche a noi. E al resto penserà il progetto fotovoltaico. A far arrivare il sole, cioè. Tre, quattro acquisti e si gioca per vincere. La vedo così. Prima, però, ci sono quattro partite per raggiungere quello che, purtroppo, è diventato l’obiettivo della stagione. La salvezza. E’ vero che per la prima volta siamo arrivati nella parte sinistra della classifica ma mi tocco gli zebedei e non ci voglio pensare. Devo, dobbiamo fare come ha detto il nostro numero uno alla fine della partita vinta a Lanciano. Continuare a divertirci e pensare domenica dopo domenica. A cominciare dal Verona. Certo, il fatto di essere in vantaggio in tutti gli scontri diretti a parte Real Marcianise e Foggia che però, nel secondo atto, dobbiamo ancora affrontare fa stare abbastanza sereni. Ma non è finita. Restano trecentosessanta minuti per sostenere, giocare, magari vincere. Di Portogruaro, per foruna, ce n’è una sola. A proposito. Solo un sassolino, stavolta. Perché limitarsi sempre al risultato per giudicare nel bene e nel male? La prestazione non è mai irrilevante. Mai. Ecco perché tutta quella depressione di una settimana fa post quel posto innominabile era ingiustificata proprio come un’eventuale, sbagliata e dannosa esaltazione ora. La Spal, paradossalmente, ha giocato meglio in Veneto. Chiusa la parentesi. Domenica c’è il Verona. Il top. Una buona occasione per dimostrare che è stata un’annata calcistica condizionata da troppi episodi negativi. Domenica prossima, posso già scriverlo, il titolo de Lo Spallino sarà forse criptico ma (spero) lungimirante. Nel mezzo del cammin… ci sarà bello stampato in prima pagina. Tra il miracolo playoff, tuttora impensabile, sia chiaro, e la tranquillità della distanza dei playoff. Ecco come sta oggi la Spal.
Quattro partite alla fine, dodici punti, due scontri diretti. Insomma, può succedere tutto. Basta restare lì, crederci, lottare, mettere in campo quei bei maroni visti a Lanciano. E’ un po’ come la scoperta dell’acqua calda ma perché non essere sinceri. Io ci credo e con me Lemona e tutti quelli che c’erano a Lanciano. Altrimenti se ne andavano a Roccalumera a vedere la mostra delle piante grasse. Mi riferisco alla salvezza, ovvio. Intanto pensiamo a esserci e a vincere. Se poi, visto questo strano campionato, e sottolineo se… Proprio non ci riesco a non guardare avanti ma per motivi dovuti alla scaramanzia la rubrica si ferma qui. Censura.        

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