L’inutile partita è finita da un nanosecondo. Le facce sono lunghe. Il presidente Butelli sembra un bambino al quale hanno rubato la Girella appena aperta. Il Direttore Pozzi assomiglia a un altro bambino, uno di quelli a cui hanno soffiato la macchinina nuova nuova. Sui giornali, invece, il presidente del basket Mascellani ha le parole di un bambino dispettoso e viziato e antipatico che dopo aver avuto tutto, ma proprio tutto, dalla città e da chi ha potere e danaro, minaccia di portare il suo giochino addirittura a Bologna. Che voglia costruire anche una Ferrara in miniatura a Darsena city? A parte la solidarietà che esprimo ai tifosi della pallacanestro che così tanto bene ha fatto quest’anno, mi restano altre considerazioni sparse di un’insolita domenica. Incredibile ma vero soltanto i tifosi hanno messo in mostra facce tutto sommato rilassate mentre sfilavano verso casa dandosi appuntamento all’anno prossimo.
Mentre scrivo e di corsa, con Costello, Daniela e Socrate, ritorno a Roma, ricevo decine di sms impensabili solamente fino a un anno fa. Sms di incitamento, di orgoglio vivo, dignità ritrovata, soddisfazione enorme, fiducia massima. Giuro sulla Spal di non averne ricevuto uno solo di disappunto o rabbia. Tutti felici e contenti nonostante la delusione grossa di aver perso i playoff dopo un anno meraviglioso e sempre tra i primi cinque. Pensateci bene, non era mai successa una cosa del genere. Ecco la forza dalla quale ripartire tutti insieme. I tifosi che anche con il Pergocrema hanno ribadito da che parte stanno e quanto si sia rinnovata la loro già incommensurabile passione, la società che porterà avanti il suo progetto ora già in fase avanzatissima visto l’andamento di questa stagione e… resta la città. La città ancora troppo tiepida è diffidente (troppo scarso il numero di spettatori dell’ultimo atto), la città che con le sue istituzioni deve dare alla Spal quello che è della Spal. Da sempre. Ci sarà modo per affrontare questa brutta, incomprensibile vicenda. Ora non mi va perché ho altro da pensare. Devo, per esempio, sbrigarmi a prenotare l’ultima settimana di luglio per il prossimo ritiro e poi godermi, sì godermi, questo anno calcistico appena archiviato. Era una vita che non andavo così orgoglioso della mia squadra del cuore. Era una vita che non aspettavo ogni domenica con fiducia. Era una vita che non andavo alla Spal così felice. Era una vita che al Mazza non si respirava un clima tanto sereno. E qui ritorniamo all’inizio. Ai meriti di una società che in un battibaleno ha compiuto una rivoluzione riuscita e ai pregi di un gruppo di tecnici e giocatori che nello stesso (poco) tempo ha organizzato e costruito una squadra finalmente degna di far parte della storia dell’Ars et Labor. Ora le basi sono già fondamenta solide, il settore giovanile è rinato e verrà addirittura potenziato, la struttura societaria è tosta, la squadra è già forte e basta davvero poco per migliorarla ulteriormente. Non perdete tempo a sperare in una comunque sacrosanta penalizzazione della Pro Patria, in Italia e nel calcio italiano queste cose non succedono. Pensate invece alla vostra passione che è rinata. Per quanto mi riguarda non vedo l’ora che ricominci il campionato. A tre giorni dalle ferie nella solita isola dove un anno fa (mi sembra sia passato un secolo) bestemmiavo per il suicidio generale in quel di Portogruaro, mi restano le ultime righe di questa rubrica. Righe di ringraziamenti e basta. Un gigante grazie di cuore che va da (Ave) Cesare Butelli al Comandante Pozzi, da Steven Well al Grande Medda, da Renato Staschenov ad Aldo Dolcetti passando per tutti, ma proprio tutti i giocatori, dal mio capitano Zambo all’ultimo arrivato, e per tutti, ma proprio tutti, i tifosi. Dai mitici PV e Fioro ai grandi Martello e Odb fino a tutti gli amici Spallinati. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito a una stagione bella come non succedeva dall’anno della promozione in B. Il nostro orgoglio spallino continuerà a sventolare anche in vacanza, persino al mare, addirittura nell’ufficio con l’aria condizionata che pompa che è un dispiacere. Prima di darci appuntamento all’anno prossimo esprimo l’ultimo desiderio. Di vedere tanta gente al Mazza per sostenere i bravissimi ragazzi di Beppe Brescia nel ritorno contro il Cesena. La nostra nuova storia, magari bella come quella antica, passa proprio per questi avvenimenti. Forza Spal, qualsiasi Spal e un abbraccio a tutti quelli che non vedono l’ora di ricominciare. Io sono già pronto. Anzi, già che ci sono espongo la sciarpa del Vecchio Astra dal finestrino e chissenefrega se siamo soltanto poco dopo Firenze e all’autogrill ci sono tifosi di altre squadre. Noi, solo noi, siamo la Spal.