Devi farcela. Me lo dico, poi impongo, alle 6.55, all’alba o quasi di mercoledì scorso. Una vita (calcistica) fa. Devo sforzarmi e per una volta prendere a badilate questa maledetta scaramanzia che mi fa ancora sentire in colpa per essermi collegato alla webcronaca di Spal-Lecco per la prima volta in ritardo. E’ Natale, è Natale lo puoi fare anche tu, canticchio mentalmente a mo’di training autogeno per darmi l’ultima botta di convincimento. Vabbé, ci provo. A quattro giorni dall’ultima partita del girone di andata scrivo queste righe convinto che il bilancio sarà lo stesso. Identico e più che positivo.
Metà torneo è finito e possiamo andare in pace. La classifica è splendida e inimmaginabile. L’aria è serena. La squadra è forte. Il torneo è alla portata di Spal. Il periodo, brevissimo per la verità, un po’ così è già superato. Giriamo la boa, per descriverla come quelli bravi e tecnici, in una posizione clamorosa con numeri eccezionali. Dopo Cesena e dopo il Lecco ci (ri)siamo anche se a Crema poteva anche andare peggio. Il punticino strappato alla Pergo può bastare, soprattutto di questi tempi e con queste condizioni. Per le statistiche, sì, e basta rivedere la solidità biancazzurra nei vari dati, ma soprattutto per il morale. La sosta arriva nel momento giusto. C’è da staccare, da ringraziare, da esultare, da aspettare, da giudicare. Vanno ritrovate le forze migliori, in sostanza, e poi si può già togliere il cappello di fronte a una squadra finora sorprendente in carattere, piazzamento, sostanza. Fin qui il voto è altissimo e non soltanto perché si sono superate anche le aspettative più clamorose. E’ tutto l’ambiente che lascia belli tranquilli, pacificati con il mondo (soltanto spallino s’intende) in vista del girone di ritorno. Questa passione ritrovata a prescindere da come andrà a finire.
E va bene che uno si sforza e riesce pure a vincere la scaramanzia ma i conti, i confronti con il passato e le statistiche su quante volte la squadra che ha chiuso l’andata a ics punti o al ipsilon posto sia stata (omissis) a fine stagione io non li faccio. Anche perché non mi interessa più di tanto. Firmo ora, subito, adesso per un posto al sole degli stramaledetti playoff. Al resto penseranno i quattro cavalieri della (fine) apocalisse. I soliti noti. Ave, Benastyle, il Comandante e Staschenov. Che di sicuro un po’ di conti e di valutazioni le hanno fatte e si possono immaginare. Si doveva fare un campionato senza sofferenze, si sperava di vincere qualche scommessa e, alla faccia dei sogni, gli obiettivi sono già stati centrati. Il problema (si fa per dire) viene ora. Già, perché sta Prima divisione ha detto che la Spal ha le carte in regola per provare a giocarsela questa (omissis atto secondo). E allora se c’è da ballare, balliamo pure. La (omissis ultimo atto) garantirebbe infatti di rientrare delle impreviste e toste spese alle quali la società ha dovuto fare fronte. In linea di massima quasi il doppio del budget preventivato. Ecco perché, in un torneo quasi mai tanto equilibrato e senza una vera protagonista assoluta, vale la pena provarci fino alla fine a costo di fare un altro sacrificio a gennaio per sistemare quelle due, tre cosette che permetterebbero di alzare decisamente in alto l’asticella degli obiettivi. Non è un mistero che il Comandante Pozzi abbia, non da oggi, le idee e i taccuini chiari e completi. Io su un paio di acquisti metto la mano sul fuoco e a naso (riconosco se ci sono i funghi soltanto annusando l’aria dei boschi, tanto per dire) credo che un terzino sinistro come si deve arriverà anche per consentire a Cabeccia di giocare nel suo vero ruolo. Così acquistando, si potrebbe mandare a giocare qualcuno tra quelli che non ha trovato spazio. In mezzo, poi, serve un’alternativa ai titolari soprattutto per far fronte a squalifiche, infortuni e campi pesanti. Qui il Comandante dovrà riuscire (e ci riuscirà) a bissare il colpo Cazzamalli anche per far acquisire esperienza lontano da Ferrara al talento Cortesi (sul quale scommetto sin da ora e senza reali basi per sbilanciarmi così tanto). L’ultima riflessione riguarda l’attacco. Qui sono in minoranza. Sono, infatti, per non toccare nulla. Per aspettare il vero Moro (che fa la differenza, sicuro) e per continuare a puntare sulla voglia e le capacità di Arma e sulla classe e l’esperienza di La Grotteria. Certo, venisse uno che segna una domenica sì e l’altra pure in serie B il discorso sarebbe diverso. Ma ha ragione Pozzi e l’esperienza anche recente spallina rinforza la tesi del Comandante. Guai a stravolgere, guai a rovinare gli equilibri. Aspettiamo e vediamo. E soprattutto tifiamo. Prima, però, mi scappa un pensiero dal cuore. A quell’uomo sconosciuto che con immensa fatica, immagino, e grande coraggio (non credo alle leggi della chiesa, sia chiaro) ha deciso di chiudere qui la sua avventura terrena. Come diceva il mitico Giuan Brera, ti sia lieve la terra, compagno di passione che non ho conosciuto. Quella sciarpa della Spal al collo nel giorno della fine mi ha fatto commuovere, star male e pensare. Anche a queste feste in piena crisi economica. Con il groppo in gola ma con piacere vorrei fare gli auguri ai lettori, of course, e a tutto l’universo mondo biancazzurro. Con il solito, pressante, infinito bisogno. Quello di ripetere, sempre e comunque, a voce altissima… Forza Spal!