LA SPAL NELLA TERRA DELLE VUVUZELAS

ESCLUSIVA. L’iniziativa invernale de Lo Spallino è andata in porto. Alessandro Antinelli, inviato di Raisport ai Mondiali in Sudafrica è andato a controllare la presenza della maglietta della Spal e ha intervistato Bjorn Heidenstrom, l’ideatore di questo progetto che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e i tifosi sulla questione dei rifugiati politici.

di Alessandro Antinelli

L’importante è andare, e non guardarsi indietro. Bjorn Heidenstrom l’ha fatto, partendo in bicicletta dalla Norvegia il 20 giugno del 2009  destinazione Sudafrica. Nella carrellino attaccato alla bici (che lui definisce la sua cadillac) ha messo poche cose  e un grande sogno: raccogliere due miliardi di dollari per salvare da miseria e persecuzioni i quarantacinque milioni di rifugiati politici dislocati in tutto il mondo. Il pallone entra in questa storia dall’inizio perché Bjorn è stato calciatore di prima divisione in Norvegia e di first division in Inghilterra prima di virare nel mondo del marketing e di mettersi in testa di aiutare milioni di persone. “Sono stato un mediocre centrocampista e ora sono mediocre ciclista – si schermisce nel suo rifugio alla periferia di Johannesburg – ma a tavola sono un fuoriclasse e, soprattutto, conosco l’importanza del calcio a livello di comunicazione, per questo ho deciso di legare la mia iniziativa ai Mondiali e di puntare diretto sul Sudafrica per sensibilizzare tutto il nostro mondo sul problema dei rifugiati politici nel mondo”.
Dopo 335 giorni in sella e 104 notti in tenda attraversando l’Europa, l’Asia e l’Africa, Bjorn è arrivato a destinazione per il calcio d’inizio dei mondiali, nel carrellino 622 maglie di calciatori di tutto il globo unite in una sola grande macchia arcobaleno depositata al centro del campo prima del match inaugurale di Sudafrica 2010. A colorare il grande puzzle hanno provveduto i campioni di Real Madrid, Barcellona, Liverpool, Chelsea e molti altri. Nel suo lungo viaggio attraverso l’Italia Bjorn ha incontrato anche la solidarietà dell’amico Jorn Arne Riise, esterno della Roma, a sua volta capace di coinvolgere anche Francesco Totti: “Il concetto dal quale sono partito – continua – è che per la maglia di una squadra di calcio puoi cantare, urlare, piangere o disperarti. La maglia è un grande detonatore di emozioni e di attenzioni che io voglio si spostino sui problemi di milioni di persone perseguitate da anni e costrette in condizioni di povertà assoluta”.
C’è un angolo in questa maglia gigante nel quale prevalgono il bianco e l’azzurro. Studiamo insieme il mosaico per cercare la maglia della Spal… “Spal.. Spal.. Spal… E’ la maglia simile a quella dell’Argentina!”.
No, Bjorn, le righe sono più sottili.
“Ah, già hai ragione, è quella squadra di quella città vicina a Bologna”.
No Bjorn, non ci siamo, Ferrara è Ferrara, una città con la sua storia, le sue tradizioni e la sua Spal. Non ci sei passato in bicicletta? Ci vanno tutti in bici!
“No, non ci sono passato. E si mangia bene?”
Molto.
“Allora ci passerò la prossima volta. Però, adesso che ci penso, me la ricordo la maglia, fa parte del bandierone. Sono stati tra i primissimi a farmela avere. Ringraziali da parte mia!”.
Lo farai tu quando andrai a Ferrara, dai…
“Calma amico, ora mi riposo per un anno ma per il 2012 sono pronto a ripartire dalla Cina per arrivare in Brasile giusto in tempo per i prossimi Mondiali. Il mio progetto continua. Solo, avrei bisogno di una cosa…”.
Sentiamo…
“Il prossimo viaggio voglio farlo con un cuoco italiano al seguito e tanto del nostro vino nel carrello”.

 

 

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