Riceviamo e volentieri pubblichiamo la testimonianza piena di entusiasmo di un malato di Spal che ha seguito la propria squadra nel ritiro trentino.
di Nicola Braghetta
Caro Lo Spallino, sono lontani i giorni in cui ero bambino e facevo le mie prime apparizioni allo stadio con mio padre. Ma volevo esternare qui quello che ho provato andando a Cavalese che mi ha ha fatto ritornare in mente tutto ciò. Sentire dentro quell’emozione unica, il gusto dell’attesa prepartita, il cammino verso il Mazza (gremito), i cori della Ovest che si sentivano in lontananza, la lettura de Lo Spallino (quello di allora, meno ricco di servizi ma sempre emozionante), il profumo dell’erba, l’ingresso dei giocatori, le coreografie… e la partita! Il ritiro a Cavalese mi ha riportato ad allora, con le dovute proporzioni dovute a tempi diversi. Centro bellissimo, organizzazione quasi perfetta, campo che il Mazza di adesso se lo sogna, e tranquillità giusta per poter lavorare in serenità. Ho notato un grande gruppo che fa del divertimento l’arma per potersi migliorare allenandosi con il sorriso che non guasta mai, giovani che hanno voglia di ascoltare i consigli dei più “anziani”, ma soprattutto un mister che, devo essere sincero, mi ha sorpreso in positivo per come imposta gli allenamenti per quello che cerca di trasmettere alla squadra. Particolare cura della tattica, tra ripartenze, fase difensiva e offensiva, calci su palle inattive e un giusto incitamento, all’occorrenza, per la riuscita dell’esercizio. Ci sono tutti i presupposti per avere un anno “bellissimo”, per quello “vincente” bisogna aspettare il risultato in campo, che sicuramente con questo gruppo non tarderà ad arrivare. Se posso esprimere un mio pensiero personale agli amici spallini, alle istituzioni, e alla città di Ferrara, questa dirigenza potrà portare a grandi prospettive di gioie future perché hanno capito che cosa è veramente La Spal per noi! Programmi per il futuro e crescita dei giovani ci porteranno a fare la differenza. Un ringraziamento particolare lo devo alla mia compagna che, oltre a regalami un futuro piccolo spallino, ha sopportato un soggiorno in una fredda Cavalese solo per accontentare un inguaribile malato spallino!