UNO SPALLINO A ROMA. LA SAUNA PUO’ ATTENDERE

Uno sta in un hotel resort e relax e swimming e leading e tutti gli assurdi termini inglesi che pompano le strutture italiane e rinuncia a ogni confort per starsene solo soletto, tra i soliti anatemi della fidanzata, in una camera dove per usare la connessione sei costretto, se non sei un gigante, diciamo così, ad arrampicarti sulla poltroncina per cercare di cliccare il tasto di aggiornamento, unica fonte di informazione spallina. Succede a Moena. Settimana di vacanza prenotata da una vita. Cioè da quando si immaginava, logicamente aggiungerei, che il campionato sarebbe cominciato il 29. Invece no. Invece eccomi qui a inventare una storta alla caviglia un po’ come i mal di testa femminili in modo di rimanere in albergo perché, altrimenti, addio webcronaca e addio notizie in diretta. La prima scusa regge. La seconda, quella che mi vuole abbarbicato al computer per questioni di lavoro, regge un po’ meno. Tanto che la gentil simil consorte, imprecando che me pareva de sta con Zambo, lascia baracca e il burattino, cioè io, e si dirige verso il welness. Ma dico io, e scusate se insito, ma che cazzo è il o la welness? E soprattutto, ma è così difficile usare la nostra bellissima lingua per descrivere un’altrettanto bellissima struttura con piscina, bagno turco, sauna finlandese, idromassaggio e altre libidini varie? Mah. Chiusa la parentesi, ecco un’altra domenica da malato, penso in solitudine mentre clicco l’effe-cinque e benedico il nostro webcronista Augusto Bolognesi detto Hughes ma anche Gugu che ha preso tutto l’armamentario tecnologico e si è diretto nella terra del Grappa.
Per il resto ci sarebbe poco da aggiungere se non che prima del debutto in campionato l’aria spallina che tira è buona, umile e speranzosa. Il mio voto di inizio stagione, a dire il vero, l’ho fatto l’ultima domenica dello scorso campionato, quella di Foggia. Devo trascorrere un campionato intero tenendo a bada, anzi picchiando, il mio tradizionale, calcistico ottimismo. Sposo in pieno la linea annuale societaria. Umiltè, come diceva il pelato romagnolo. Profilo basso. Piedi per terra. Si gioca per cercare di arrivare ai playoff. Si tifa per cercare di raggiungere la finale di champions league. Facendo, ogni giorno che passa, quel che possiamo per la nostra Spal. Tecnicamente e sinceramente parlando abbiamo già scritto, qui su Lo Spallino, quello che pensiamo a proposito delle possibilità della squadra di Notaristefano.

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