L’essenziale è invisibile agli occhi.
Voglio partire alla rovescia, dove al solito si ferma la spensieratezza di questa rubrica, per te. Torno ad aprire la tua bacheca di facebook, Dani… già… sapevi donare tranquillità con quegli occhioni, sapevi restituire il sorriso a tutti, sai. In sottofondo Neil Young-Natural beauty, l’ha scelta il tuo Mirko, la Ovest è con te e con te sempre sarà. Un bacio, NOI.
Miracolosamente riesco ad esser pronto per l’ora prestabilita, un triplete di paste alla crema, un po’di ipod (perché la mattina mai sono propenso al dialogo) e via, partiamo e mi sveglio dopo nemmeno un’ora di strada. Questa è la prima trasferta dall’entrata in vigore della TdT, grazie a questa bella trovata succede che nel campo sportivo di Lumezzane ci sia un settore per i locali, una tribuna, una tribuna laterale ed un settore ospiti… Mi rendo conto che fintanto le cose staranno così, non sarà più la stessa cosa e mai più avrò la “scimmia” degli anni passati, la gioia m’è tolta. Ma tutto sommato parto, perché la mia “ciurma” siam ragazzi di diversi paesi e la Spal negli anni è stata pretesto e fine del nostro stare assieme. Di certo, abituato com’ero a viver la trasferta, non c’è di che stare allegri, la tribuna non è il mio posto. Della partita, beh, molto semplice: primo tempo ammoniti solo gli ospiti, tiro finale di Migliorini e squadre negli spogliatoi, seconda frazione dominio di campo e sterilità offensiva e classico “un tiro un gol” per i bresciani. Destino vuole anche che Verona, Spezia e compagnia bella facciano altrettanto, “ben ben”… A pranzo come da copione non mi alimento, psicanalizzo i miei tormenti, nel riflesso giallognolo del calice di bianco, fuori dal ristorante fan bella mostra di sè cinque cavalli (lo stesso non si può dire delle cavallerizze che sono orribili!), nulla scorgo, vivo di presuntuose incertezze, provo ad esser solo e romantico coi miei pensieri!
Lascio che le cose seguano il loro corso, l’unica cameriera s’è palesemente invaghita, le prometto che arriveremo quart’ultimi per giocarci i playout a Lume (di candela) e rivederla, sorvolo sul fatto che sia maritata. Poi, poi nient’altro oltre la bella gente che mi sopporta, niente meno che la più classica delle sconfitte, niente più delle scarpe da tennis del presidente (come le cavallerizze). Ciao Dani.