LA VOCE DELLA SPAL. UN PUGNO DI MOSCHE MA…

Un pugno di mosche… Quelle che ti restano fra le mani dopo una gara come quella di ieri a Lumezzane. Si è già parlato e scritto troppo di questa gara. Va, invece, indirizzata verso il dimenticatoio e virato lo sguardo a quello che si deve preparare per la prossima gara interna contro la Paganese. L’essenza dovrà essere il gol. Ieri è sembrato irraggiungibile e introvabile… Una ricerca insuperabile come la montagna che c’è a Lumezzane alle spalle della gradinata. Quel settore ospiti che ieri ha ricevuto una cinquantina di tifosi. Irriducibili e presenti anche a questa trasferta che è poi diventata la prima amarezza di questo campionato. In quello stadio che in passato è stata la casa di “qualcuno” che ieri però non ha riconosciuto… Sembrano passati anni luce. Tutto completamente diverso…Tutto è sembrato freddo e con poche anime. Senza la quarantina di altri tifosi spallini fatti sistemare in tribuna laterale (sono quelli senza tessera del tifoso) oppure perché hanno preferito comprare il biglietto di quel settore; contando qualche segretaria della Spal, famigliari vari di giocatori e dirigenti, il pubblico locale pagante a malapena arrivava al centinaio di persone. Però hanno vinto e i tre punti se li sono tenuti. Hanno disputato la loro gara accorta e attenta sfruttando l’occasione capitata e trasformandola in oro luccicante. Concretezza allo stato puro.
Ora torti e favori sono pari. Il finale di Bassano aveva favorito la Spal con quei salvataggi fortunosi. A Lumezzane si è perso invece immeritatamente e ora tutto è stato pareggiato. Voltiamo pagina e passiamo a domenica prossima… I campani hanno solo un punto di ritardo rispetto alla Spal. Pochi nomi conosciuti, ma una forza caratteriale non comune. Hanno poi sempre il fattore campo da far rispettare. Quando giocano in casa fanno sentire
questo peso. Ma domenica dovranno venire a Ferrara…
E la concretezza e la caparbietà nella ricerca del risultato che deve essere esaltata. Per fortuna nostra, alle spalle, viaggiano al rallentatore: il primo posto è rimasto, ma domenica sarà messo in discussione in caso di mancata vittoria. Forse questa scivolata potrebbe anche servire per smorzare i toni di un entusiasmo, che nei giorni scorsi, ci sembrava stesse raggiungendo vette troppo elevate per il momento. Contro la Paganese servirà invece trovare maggior precisione, soprattutto
sotto porta. Ingredienti mancati a Lumezzane. Ad un certo punto abbiamo sentito dalle tribune una denuncia di stanchezza e nostalgia: “Mai più in questi campi. Siamo stufi di giocare in questi stadi…”. L’obiettivo è quello, ma costruire una vittoria non è mai facile. Perlomeno in questo calcio dove si devono conciliare risultati sportivi positivi e poca disponibilità economica. Se lo cerchi di fare partendo da una costruzione che parte dal basso del settore giovanile, lo è maggiormente.
Ieri è andata male, ma domenica il riscatto sarà il figlio legittimo di questa Spal che ieri è rimasta senza parole negli spogliatoi al termine della gara. Come la delusione che si leggeva nel volto di Egidio Notaristefano.
Rialziamo gli occhi e torniamo alla ricerca di quello che ieri è sfuggito. Servono solo sei giorni e un gol in più rispetto agli avversari. Poi ogni cosa tornerà alla normalità. Con la speranza che quel pugno di mosche si trasformi questa volta in un pugno di dollari. Titolo di un film di successo che può essere sinonimo di fortuna e vittoria. Questa sconfitta inaspettata nel bresciano può quindi diventare iniqua, se immediatamente riscattata…

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