GLI INNAMORATI. A SORRENTO… E DELLA SPAL

Le parole credo di averle finite già a Crema, qualche settimana fa. Eppure siamo soltanto all’inizio della stagione. Eppure noi spallini siamo così abituati alla sodomizzazione calcistica che nemmeno dovremmo stare qui a deprimerci. Eppure continuiamo a giocare e a passare in vantaggio. Eppure continuiamo a prenderlo in quel posto. Seconda sconfitta consecutiva. E’ ufficiale, il momento è di quelli difficili, almeno dal punto di vista dei risultati, che poi sono l’unica cosa che conta, e del morale. Anche a Sorrento, in quel campo con il muro a dieci centimetri che nemmeno una delle prime staccionate del subbuteo, in quel verde finto e misto plastica e gomma che stride assai con il professionismo, la Spal ha fatto la sua onesta partita. E’ passata per prima, ha difeso bene nel primo tempo anche se giocando non benissimo ed è invece cresciuta nella ripresa dove ha dimostrato di essere all’altezza di una signora squadra qual è quella campana. In mezzo, un espulsione (esagerata), una traversa, un palo, la solita sfiga e, certamente, anche quelle disattenzioni che non da oggi hanno fatto perdere per strada punti importanti.
Ecco, bisogna ricominciare da qui. Da questi errori che una squadra tra le migliori del girone non può commettere ogni sacrosanta partita. Quest’anno si gioca più in avanti e qualcosa è logico che si conceda ma la difesa sta subendo troppo. Qui toccherà all’allenatore e alla squadra cambiare registro subito. Senza fare drammi, senza aprire processi, senza cominciare la caccia all’uomo o agli uomini che produce nulla se non un malsano, tafazziano atteggiamento che in tempi lontani e vicini ha regolarmente sbriciolato i biancazzurri maroni spesso e malvolentieri. Suggerisce su facebook l’amico Gigignho che “ci vuole più lato b per uscire da questa serie c”. Sposo il pensiero del saggio senza però dimenticare che si può, anzi si deve, migliorare mentalmente e non soltanto.

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