NOTARISTEFANO: “LA SPAL VERA E’ QUELLA DELLA RIPRESA CON IL GUBBIO”

CHE SPAL DOMENICA… Il tecnico è sicuro: “Psicologicamente attraversavamo un momento delicato. I ragazzi sono stati bravissimi a uscirne dopo un primo tempo brutto e pauroso. Potremo fare cose importanti se saremo umili e se terremo sempre il pallino del gioco”. Sul Sudtirol: “Agonisticamente sono fortissimi. Tecnicamente meno anche se purtroppo per domenica è prevista pioggia”. Sul mercato: “Belleri ha un’intelligenza tattica incredibile e aspettiamo Cosner perché è bravo e tornerà più forte di prima”. Formazione in alto mare. Paolo Rossi in forse per una storta. Se non ce la fa possibile l’avanzamento di Smit con G. Rossi basso a sinistra. Come terzino destro in ballottaggio l’ultimo acquisto e Bortel. Migliorini pare ancora in vantaggio su Bedin.

Lui pensa positivo perché è vivo. Ed è fatto così. Serenità, equilibrio, ottimismo. A guardarlo da qui, Egidio Notaristefano ha davvero pochi difetti. Ritornando alla citazione di Jovanotti, l’essere vivo, per il tecnico spallino, è la risposta ai tanti che dopo due sconfitte e nonostante la classifica avevano già trovato il problema quindi la soluzione. Cacciare il mister. Originali. Complimenti. Che poi la Spal non avesse mai demeritato e che, anzi, avesse lasciato punti per strada per diversi singoli errori, a quelli che adorano tirare al bersaglio poco importava. Domenica, però, la Spal ha vinto e almeno fino alla prossima, di domenica, Notaristefano e tutti gli spallini equilibrati e sani del mondo possono evitare di leggere o ascoltare disamine e/o insulti a spasso per internet.
Eppure la Spal ha giocato il peggior primo tempo della stagione. Eppure per la prima volta i biancazzurri sono stati anche fortunati. Eppure i giocatori più esperti per quarantacinque minuti sembravano un manipolo di pivelli in preda al terrore. Questione psicologica, hanno commentato più o meno tutti, addetti ai lavori e non. Atteggiamento sbagliatissimo, aggiungo io. Perché si può toppare partita ma mai avere paura soprattutto se si è lassù in classifica, se si lavora e si gioca a Ferrara e non, chessò, a Caserta perché le contestazioni, da queste nostre parti, sono rare come gli assist di Fonjock. Vabbé, pazienza. Sperando che la lezione sia servita, di sicuro hanno avuto il loro peso le parole forti dello stesso allenatore spallino nell’intervallo della gara di domenica scorsa. Abbastanza da far scendere in campo, nella ripresa, una Spal completamente diversa, una Spal che personalmente considero quella vera. La Spal, cioè, di questo scorcio di campionato. Una squadra attrezzata per centrare il traguardo playoff, una squadra capace di  giocarsela sempre e contro qualsiasi avversario.
Tra la vittoria ritrovata, la caduta di qualche squadrone, il calciomercato, le decisioni del Consiglio federale e il prossimo impegno contro il SudTirol, come sempre gli argomenti sono mica pochi. Optiamo con l’ordine temporale per questa nostra consueta rubrica settimanale alla scoperta del Notaristefano pensiero.

Cominciamo dalla vittoria ritrovata che credo sia l’unica cosa che conti, alla fine.
“Sì, assolutamente. Ci voleva per tutto, questa vittoria. Per la serenità, la tranquillità, l’autostima”.

Quando hai capito, domenica scorsa, che si poteva vincere nonostante parecchie difficoltà?
“Nel secondo temo perché ho visto la reazione dei ragazzi. Sono stati bravi, hanno capito che serviva una sterzata e l’hanno dimostrato in modo esemplare”.

Nel primo tempo, però, si è vista la peggiore Spal della stagione. Hai avuto paura?
“No, mi arrabbiavo perché sapevo che siamo un’altra squadra e abbiamo un’altra stoffa e quello non era il nostro modo di esprimerci”.

Come ti spieghi quei quarantacinque minuti iniziali?
“Sai è successo un po’ tutto. Dopo due sconfitte, anche se cerchi di non pensarci, qualcosa si incrina, emerge un po’ di paura e se sbagli una palla ti condiziona. Eravamo contratti, è vero, e c’era troppa paura”.

Dopo la partita hai svicolato l’argomento intervallo. Ora si può dire che cosa hai detto ai tuoi negli spogliatoi?
“No, assolutamente, quello che succede lì resta tra noi. Lo spogliatoio è un luogo sacro, non deve uscire nulla e nemmeno entrare nulla”.

Rispettiamo la privacy ma una cosa la devi dire. E’ stata una delle volte in cui hai alzato più la voce da quando siedi sulla panchina della Spal?
“Ma non c’è nulla da stupirsi, qual è la sorpresa? Non sono uno che offende e umilia i giocatori e non l’ho fatto neanche domenica. Dai, parliamo delle cose che contano…”.

Che cosa hai pensato mentre passavano, tra mille sofferenze, i minuti del primo tempo?
“Che ci voleva uno scossone, che bisognava tirare fuori la personalità. Dobbiamo sempre assumerci la responsabilità perché siamo forti quando conduciamo il gioco”.

Perché una squadra così piena di elementi esperti può avere un blocco del genere?
“Sono cosa che possono capitare. E’ successo anche a me, da giocatore, di avere come compagni  gente con grande personalità eppure in certe partite pativano, anche inconsciamente, la situazione. Bisogna soltanto capire il momento e far tesoro anche di questo”.

Temevi un po’ la partita per via delle due sconfitte consecutive o ha sorpreso anche te quell’inizio un po’ così?
“Ero sorpreso anche io perché abbiamo già dimostrato in nove giornate che squadra e che pasta siamo e abbiamo. Preferisco pensare al fatto che sono stati bravi a cambiare tutto, ad avere meno paura di sbagliare. Hanno osato e li voglio così”.

Passiamo agli aspetti positivi. Nel secondo tempo è stata tutta un’altra storia e tutta un’altra Spal…
“Sì, indubbiamente. E’ stata una buona partita, dopo, per agonismo, furia, anche tatticamente per vicinanza tra i reparti e tra gli uomini”.

Ti dico la verità. Personalmente sono rimasto molto deluso da quel primo tempo ma ho capito tutto vedendo quell’esultanza liberatoria dopo il gol. E’ stata veramente bella. Tu che hai giocato sai che cosa si prova in questi momenti…
“Sono d’accordissimo. Dopo il gol, nei ragazzi è montata quella voglia di esplosione totale per dimostrare quello che sono, per dimostrare che non erano loro, quelli del primo tempo. Mi è piaciuta molto quell’esultanza. In queste cose si vede lo spirito gruppo, la voglia di condividere la gioia che è il succo del calcio”.

Che cosa vi siete detti negli spogliatoi a fine gara?
“Ho fatto i complimenti a tutti mentre rientravano. A uno a uno ho detto che erano stati molto bravi”.

E che cosa hai detto, analizzando meglio la partita, martedì alla ripresa degli allenamenti?
“Ho ribadito i complimenti ma abbiamo fatto una lunga analisi tattica fondamentalmente per ricordare e capire che dobbiamo sempre prenderci la responsabilità di tenere il pallino gioco, di avere la palla. Quindi dobbiamo capire che bisogna sacrificarsi per riconquistare subito il pallone. Questo non vuol dire che dobbiamo creare duemila occasioni e che non ci devono mai essere pausa. Ma le pause, quel sacrosanto rifiatare deve esserci solo quando l’abbiamo noi, la palla”.

Hai notato un umore diverso dovuto al successo?
“Indubbiamente. La vittoria porta sempre il sorriso mentre le sconfitte possono innescare certe negatività. Due di seguito, poi, sono toste da superare”.

Riuscirai a convincere i tuoi giocatori a raggiungere un equilibrio che vuol dire niente esaltazioni dopo una vittoria e zero depressioni dopo una sconfitta?
“Sì, certo. Anzi, siamo già sulla buona strada”.

Abbiamo visto, anche domenica scorsa, come i risultati a sorpresa siano all’ordine della giornata. Tu l’hai sempre detto. Un motivo in più per trovare quella continuità che alla fine fa la differenza?
“Assolutamente! Parole sante. Dobbiamo lavorare su questo, la continuità è fondamentale in un torneo dove l’equilibrio, si è già visto, è assoluto. Ogni domenica devi dare tutto, e non è una frase fatta, perché rischi in qualsiasi campo”.

Ritornando alla settimana in corso. Come è andata e quali problemi avete avuto?
“E’ andata bene. I ragazzi hanno lavorato bene come sempre, con grossa voglia e altrettanto impegno. Non abbiamo nemmeno avuto grandi problemi fisici visto che l’infortunio a Cosner di fatto è avvunto la settimana prima. Abbiamo Paolino Rossi che ha preso una storta proprio oggi e vedremo domani”.

A proposito di Cosner. Stavi meditanto di farlo giocare dall’inizio vero? E se sì la considererai un’assenza pesante, immagino…
“Sè, Andrea si stava ritagliando uno spazio sempre più importante per impegno e forma e pensavo di utilizzarlo di più. Mi dispiace molto per lui ma ha una grossa forza d’animo e tornerà indenne dopo tanta sfortuna perché ha tempo per rifarsi. Noi lo aspettiamo. Come ha detto Pozzi, starà ancora con noi”.

Che cosa hai detto al ragazzo, decisamente sfortunato in fatto di infortuni?
“Gli ho parlato e gli ho detto di non preoccuparsi perché gli staremo vicino. E’ una cosa brutta star fuori così tanto, ci sono passato anch’io e la cosa peggiore non è tanto l’assenza ma la paura di non essere seguito bene, di non essere accompagnato nella fase recupero in modo adeguato. Noi non faremo questo errore, gli staremo vicini per rivederlo presto recuperato fisicamente e mentalmente, questo è sicuro”.

Intanto è arrivato Belleri. Un signor rinforzo non solo per duttilità.
“Sì, la carriera di Manuel parla da sola. Io in questi mesi ho avuto modo di conoscerlo e capisco perché ha giocato sempre a certi livelli. E’ uno che migliora sempre, anche oggi, ed è un super professionista. E poi ha un’intelligenza tattica unica”.

Hai temuto che dicesse di no?
“Mai. Sinceramente conosco il rapporto che ha con Bortolo e sapevo quanto si trovasse bene qui con noi”.

Noi abbiamo scritto che l’unica reale alternativa era Diana. Puoi confermarlo?
“Devi chiederlo a Bortolo”.

Dai, su, tanto ormai è un discorso chiuso…
“Appunto. Diciamo che se n’era parlato, è vero, era un nome che avevamo fatto anche in altre occasioni. Sono diversi i giocatori che vorrebbero venire qui…”.

Puoi fare un identikit dell’ultimo arrivato come giocatore e come persona?
“E’ un esterno destro basso. Ha fatto anche il centrale di difesa, il mediano, l’esterno alto… Ha tanta qualità, spinta e tecnica e ha una lettura tattica esemplare, incredibile. Sa stare in campo come pochi. E’ ordinato, intelligente. Come ragazzo, poi, è eccezionale”.

Domenica mancherà Ghetti per squalifica. Sulla carta non dovrebbero esserci novità clamorose. Domande: giocherà Belleri o Bortel tornerà ad adattarsi nel ruolo non suo di terzino e Battaglia riprenderà il suo posto in mezzo alla difesa? Per il resto, il solito ballottaggio Migliorini-Bedin par di capire che lo vincerà ancora il più giovane e Smit potrebbe ritornare alto. O no?
“Hai già risposto tu… I temi sono questi, vedremo come sta Manuel che ancora non può giocare tutti i novanta minuti. Valuteremo tutto”.

Chi verrà aggregato alla Berretti?
“Zamuner, Vecchi e Marongiu, forse Laurenti ma dobbiamo vedere come sta Paolino”.

A proposito di Laurenti. Sta facendo molto bene con i suoi ex compagni della Berretti. Potrebbe meritare una chance anche lui?
“Direi di sì perché lavora molto e bene. Sta crescendo”.

Continuiamo a parlare di gioventù. Anche domenica scorsa Pallara ha dimostrato quanto di buono tu e un po’ tutti dite di lui…
“Continuo a dirlo, lo sai. Ha qualità per arrivare, ne sono convinto. Dipende tutto da lui, deve soltanto acquisire la mentalità del giocatore e del professionista”.

Guardiamo al prossimo impegno. Giocate contro una squadra giovane ma piena di talento, come classifica dimostra. Che impressione ti ha fatto?
“Eh, sono una buona squadra. Secondo me, dal punto di vista agonistico, sono la migliore tra quelle che ho visto. Tecnicamente, invece, sono meno forti ma restano pericolosi perché ti fanno giocare male grazie a una notevole intensità. Hanno qualche lacuna soltanto quando calano il ritmo”.

Quali sono i giocatori che temi di più?
“Conosco e stimo Baccolo ma non gioca titolare. Hanno Romano e Furlan buoni lì in mezzo ed è bravo anche Martin, un giovane esterno sinistro basso che ha gamba e piede”.

Che partita è facile immaginarsi?
“Domenica è prevista tanta pioggia, purtroppo. Sarà una gara molto agonistica”.

Come arriva la Spal a questa trasferta? Con l’ansia da prestazione per la pressione di dover dimostrare qualcosa o in tranquillità?
“Mah… l’ansia da prestazione c’è stata solo domenica per il semplice motivo che le prestazioni ci sono empre state. Dobbiamo arrivare alla partita con la consapevolezza di averla preparata bene e sapendo di avere i mezzi per portarla a casa. Questo non significa che dobbiamo pensare di essere migliori di loro. Dobbiamo essere umili ma sappiamo di potercela fare se saremo disposti a sacrificarci e a soffrire”.

L’autostima, dopo le due sconfitte, era scesa precipitosamente. Ora, grazie al ritorno alla vittoria, in percentuale a che livello è?
“Buona, buona… la vittoria è servita molto. Nella stessa partita abbiamo dimostrato il lato peggiore e quello migliore. Quest’ultima è la nostra vera faccia, dobbiamo capirlo. Ha ragione Bortel che ha detto che con il Gubbio è stato il successo più importante. Anche perché ci si dimentica che gli umbri erano in una condizione ottimale dopo un ciclo incredibile di risultati”.

Il rinvio delle penalizzazioni ti disturba o tanto avete già messo in conto un punto in meno?
“In questo momento non ci penso. Guarda, martedì non mi ero nemmeno ricordato della cosa. Sapremo essere più forti anche delle penalità”.

Che cosa ti aspetti dai tuoi ragazzi domenica prossima e che cosa chiederai?
“Chiederò di essere consapevoli che siamo quelli del secondo tempo di domenica scorsa perché è così che ci divertiamo e ci esaltiamo. Bisogna pensare a questo perché in questo modo siamo una gran bella squadra. Quindi, ribadiscono, servono continuità e umiltà”.

A chi chiedeva già la tua testa dopo due sconfitte vuoi dire qualcosa?
“No, guarda… non mi interessa niente”.

PROBABILE FORMAZIONE
SPAL (442)
Ravaglia, Belleri (Bortel), Smit (Rossi G.), Coppola, Zamboni, Battaglia (Bortel), Melara, Migliorini, Fofana, P. Rossi (Smit), Cipriani.
A disp.: Capecchi, G. Rossi (Bortel), Pallara, Bedin, Colomba (Rossi P.), Corsi (Laurenti), Meloni.

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