LA QUADRATURA DEL CERCHIO

Il pomeriggio cupo e buio di Bolzano si è rivelato tale solamente per le condizioni climatiche. In realtà andrà ricordato come il giorno delle verità ritrovate e delle indicazioni da non dimenticare. Tutto ormai concilia con quanto deve avere una squadra per poter ambire a qualcosa di importante. Forse vincente. Tutto ci è stato proposto da una trasferta che si temeva, perché era considerata un test probante, per considerare eventualmente lo stato di maturità della Spal. La risposta finale è stata che… sì! Ci siamo. Dalla quadratura della squadra, dal ritrovato feeling con i tifosi che hanno seguito quasi in massa i biancazzurri, senza dimenticare che al momento opportuno il vento (fortuna) “girava” e soffiava pure forte a favore della Spal. Non nascondiamoci, ma ammettiamo che la dea bendata tante volte si traveste di piccoli particolari ed episodi, che devono essere per forza favorevoli per non vedersi sprofondare. Avrà pure smanacciato sulla traversa un tiro-cross di Marchi il bravo Nicola Ravaglia. Con i pugni lo stesso numero uno aveva colpito il corpo di Battaglia e la palla… stava rotolando nel “sacco” biancazzurro, ma l’onnipresente del “Druso”, alias Fabrizio Melara, calciava con forza in lontananza la palla del pericolo scampato. Ecco! Sono tutte indicazioni che hanno baciato la causa spallina. Tutto questo senza togliere meriti ai nostri protagonisti. Ma siccome di calcio ne vediamo da tanto tempo ci sia permesso che, quando non “gira”, situazioni analoghe sono sempre avverse.
Poi la quadratura. Mai come era successo in questo campionato. Meccanismi quasi oliati e tutti che coprivano a meraviglia ogni angolo del terreno di gioco. Una piccola coperta compatta. Corta ed efficace per non lasciare sguarnita ogni azione di gioco. A ventaglio tutti seguivano l’azione senza lasciare eventualmente scoperto l’appoggio al compagno di squadra in possesso di palla. Noi non siamo tecnici, ma come ogni sportivi o amante della pèlota, ci sia lasciata la possibilità di sottolineare che ieri non abbiamo mai pensato di correre rischi. Se qualcuno di Voi ha del tempo da impegnare andando a rivedere tutta la gara, si accorgerà che il SudTirol solo in due occasioni è riuscito a trovare traversoni dalle fasce laterali. Le travi portanti a destra (Belleri-Melara) e a sinistra (Rossi Giovannino-Smit), sono state sempre implacabili. Chiusure e sovrapposizioni per l’eventuale cross o apertura in diagonale. Esaltarsi ora non serve, ma convincersi che le possibilità ci sono per continuare questo menestrello anche con lo Spezia sono chiare, evidenti e forti.
I tifosi. La Tessera del Tifoso li aveva momentaneamente allontanati. Ognuno è libero di combattere le battaglie che vuole. Giusto o sbagliato non dipende a nessuno giudicare. Ma ieri strideva in maniera ridicola la decisione di posizionare tutti coloro che avevano acquistato il biglietto della gara nel settore ospiti (gradinata-possessori della tessera), e lasciare a tutti gli altri la possibilità di presentarsi pochi istanti prima del fischio d’inizio della gara a Bolzano, andare alla biglietteria dello stesso settore, e sedersi a dieci metri da coloro che hanno sottoscritto la tessera… Ci è sembrato tutto talmente strano… Un ritorno però al passato per incitamento, calore e voglia di gridare: “Forza Spal…”.
Ecco tutto questo mancava alla vigilia di questa trasferta. Le tre componenti o ingredienti che abbiamo ricordato ci sono stati offerti da un pomeriggio autunnale che andrà ricordato come il momento delle verità ritrovate. C’è tutto per fare bene. Ognuno di noi deve solo ricordarsi ogni giorno,  settimana e mese, che mancano da qui a maggio, quali sono le responsabilità che lo aspettano per partecipare alla costruzione di un sogno che può materializzarsi con la concretezza della realtà. Tutti coloro che sono stati menzionati in questo articolo, riflettano e pensino realmente e con consapevolezza, che possono essere con il loro comportamento qualcosa di importante per tutta la città di Ferrara.

 

 

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