Non ricordo, messe così tutte insieme, notizie buone come se piovesse riferite alla Spal. Ogni settimana, a volte persino tutti i giorni, si moltiplicano i sorrisi e si amplifica la tranquillità. Una roba pazzesca che nessun tifoso biancazzurro credo possa paragonare al passato, almeno a questi livelli. Senza tornare troppo indietro, e mi riferisco all’ottimo calciomercato estivo, basterebbe ricordare gli ultimi segnali positivi di spallinità per credere in qualcosa di finalmente nuovo, diverso, bello. Sette giorni di buoni pensieri.
Andiamo in ordine. Prima la vittoria importante di Bolzano. Poi gli infortuni di Fofana e Zamboni molto meno gravi del previsto. Quindi la penalizzazione di un misero punticino. Ancora: la decisione del popolo curvaiolo di ritornare allo stadio. E non finisce qui: arriverà presto una risposta del Presidente Butelli a proposito del mai dimenticato marchio. Come se non bastasse gira voce che il Sorrento non la sfangherà per quell’illecito sportivo ormai famigerato. Davanti a così tanta grazia capita persino di dimenticare altre piccole, e fino a qualche tempo fa rare, good news.
E allora diventa persino difficile commentare, analizzare, fare le pulci alla precedente settimana biancazzurra che passa bene e fin troppo velocemente tra una scaramanzia e l’altra. La squadra si allena come al solito alla grande, l’umore è ottimo, Meloni pare finalmente recuperato dal punto di vista psicologico, i cosiddetti rincalzi quando vengono chiamati rispondono sempre presente e poi, ripeto, la notizia del ritorno del tifo vale da sola il biglietto della settimana e qualcosa di più. A parte qualche segnale domenica scorsa, la Ovest aveva deciso di disertare lo stadio per protestare contro l’assurda tessera del tifoso. Ne abbiamo parlato e scritto a lungo anche qui sul nostro sito. Personalmente non condividevo soltanto i modi della contestazione visto che, come i ragazzi della curva, reputo questa ennesima genialata ingiusta oltre che inutile. Ecco perché mi fa particolarmente piacere che si possa rivedere e risentire un Paolo Mazza come c’era una volta o quasi e come sono la stragrande maggioranza degli stadi d’Italia visto che, su questo, le tifoserie tricolori non hanno adottato una linea comune. Spero anche che finalmente si possa ritornare ad avere quel qualcosa in più che può fare la dfferenza e che i cori incitino i giocatori più di quanto insultavano istituzioni extra calcistiche seppure piuttosto discutibili. Vabbè, finiamola qui. La Ovest si ripopola e questo è l’importante.
Altri segnali di Spal arrivano la vigilia della delicata e complicata sfida allo Spezia. In attesa di vedere anche i biancazzurri in… (censura), tutti i sabati che scendono in terra da agosto a maggio devo passarli a seguire il campionato di B per lavoro. Una punizione o un presagio? La seconda che ho scritto, spero. Diventa quindi inevitabile cercare tracce di Spal da inserire, magari con una citazione al volo, dentro il Novantesimo minuto dedicato alla serie cadetta. In più tutti i pensieri che ci sono vanno alla radiolina che cita ex biancazzurri o spallini mancati. C’è un passaggio sbagliato di Cabeccia al venticinquesimo, un gran tiro di Torri al trentaduesimo, due gol di Foglio, un assist di Troianiello, e a parte la solita, immensa stima nei confronti del Comandante Pozzi (che però deve cercare dii assomigliare a Lupo De Lupis e cioè stare buonino in panchina o in tribuna!), c’è tutta la voglia di trascorrere sabati del genere guardando finalmente in diretta le partite dell’Ars et Labor. Il Novara che vola verso la serie A con la stessa squadra che ha vinto la C, invece, ogni volta mi riporta indietro di troppi anni, a quella sciagurata strategia di cacciare i vari Zamuner (mio personale spallino di sempre) e tutti i protagonisti di quella ahimè storica promozione per portare a Ferrara un manipolo di morti viventi che non a caso ci fece riprecipitare nell’inferno del pallone. Niente da fare, sono passati vent’anni o quasi, e non ho ancora dimenticato quello scempio idiota, sciocco, folle, anche sospetto. Ma andiamo avanti.
Avanti c’è la domenica mattina da trascorrere con la tensione pre gara come se dovessi giocare io. Il solito sms alla squadra per dire, tra le altre cose, che giochiamo contro una città che di famoso ha solamente Toto Cutugno e poi le ultime notizie sempre via sms. Zambo c’è. Zambo esiste. Me lo assicura direttamente il capitano e già mi sento più sollevato nonostante di Bortel mi fidi ciecamente e non lo scrivo per scrivere. Secondo me Milan giocherebbe titolare in qualsiasi squadra di Prima Divisione. Però penso alla forza, alla voglia, allo spirito di Zambo che potrebbe tranquillamente restare a guardare per non rischiare e, invece, proprio come nella partita decisiva di Foggia un campionato fa, vuole esserci e ci sarà. Questo è un capitano come ne abbiamo avuti pochi negli ultimi decenni. Ripenso anche che gli è toccata addirittura una contestazione, l’inverno scorso, e si rafforza la mia presuntuosa tesi che di calcio capiscono davvero in pochi. Insultare e contestare e voler cacciare Zambo, è come dire che Brunetta è un gigante, che D’Alema è di sinistra, che il Portogruaro è una squadra simpatica. Vabbè, lasciam perdere.
Mancano due ore e un quarto alla partita e devo essere velocissimo, appena finisce il primo tempo, a correre verso la Rai e ad arrivare davanti al computer per la webcronaca di Orla in tempo per l’inizio della ripresa. Credo che la scelta di qualche mese fa – l’acquisto, cioè, di una Golf duemila turbodiesel ovviamente bianca con l’ovetto appiccicato ovunque – sia stata dettata, almeno in parte, da quest’esigenza di arrivare in frettissima le domeniche che ho il turno di notte.
Spal-Spezia sta per cominciare. Rileggo i giornali e “sento” parecchio timore per questa partita a causa dell’organico e del modo di giocare degli avversari. Oltre all’intervista a Notaristefano del venerdì, ho chiesto anche all’amico Aldo Dolcetti che tipo di gara c’è da aspettarsi e aggiungendo anche un mio umile pensiero credo che sarà un tentativo di ragnatela, da parte dei liguri, e che la Spal possa farcela soltanto tenendo un ritmo altissimo, concedendo poco, pressando molto e recuperando in fretta il pallone. Vedremo.
Ci siamo. Orla saluta i nostri lettori e la webcronaca può cominciare. La Spal fa la partita, spinge, ci prova ma non riesce a passare. Quando ci si avvia verso uno zero a zero che sta pure stretto e mancano soltanto sei minuti alla fine lo Spezia va in vantaggio. Maporcadiquellatroiaputtanastronzamaledettainfamemerdacciasbugamata! Non è possibile. Un’altra sconfitta immeritata. Eh no, caro il mio giornalista di sta beata e santissima ceppa. Uomo, meglio: ragazzo, di poca fede! Perché passa un minuto e Paolino nostro pareggia i conti. Non avrei firmato, la vigilia, per un punticino ma chi ha giocato a calcio sa bene che quando rimonti così… ecco un altro segnale a rafforzare la tesi di cui sopra. Il resto è un’altra buona partita dell’Ars et Labor e tanto ma tanto carattere, oltre alla qualità che indubbiamente c’è, e alla voglia che quest’anno è davvero notevole.
Proprio come quella di Zambo che, a fine partita si scoprirà, non aveva un piccolo risentimento muscolare ma uno stiramento di quattro millimetri. Di questi tempi avari di personaggi e purtroppo pure di idelogie, ognuno si sceglie i propri eroi. Mi avessero detto qualche anno fa che il mio sarebbe stato veronese e avrebbe avuto uno spiccato accento veneto non ci avrei mai, ma proprio mai, creduto.