di Olmo
Tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli, un prete, a sparare cazzate… Il saggio e lungimirante Guccini ce lo cantava già trent’anni fa. Quindi non c’è da farsi gran meraviglia se qualche cornacchia, qualche cicala e qualche barbagianni da trespolo appollaiato in tribuna spara le sue sentenze all’ombra delle telecamere. Era già tutto previsto – si potrebbe aggiungere cambiando fonte musicale di ispirazione – fino al punto da sapere che, oggi, lui, ci avrebbe detto quelle cose che ci dice. D’altronde, quando finisce un amore così com’è finito il suo… Ma c’è da capirlo. Lui è uno evoluto: meglio un giorno da Leone che cent’anni da spallino. Così si è allontanato da quella sua passione – diceva lui – con la patetica dissolvenza nel finale. E – ultimo e ulteriore credito musicale, ma il Nostro non ce ne vorrà: l’arte non è esclusiva di nessuno – in un’immagine sfuocata, un po’ allungata viene fuori senza alone di errori… viene fuori una figura pulita quasi bianca, dissanguata, una presenza con pochissimo spessore che non lascia la sua traccia, una presenza di nessuna consistenza che si squaglia, si sfilaccia…