IL COMMENTO. SPAL -ALESSANDRIA

FERRARA – Terzo pari interno consecutivo per la squadra di Egidio Notaristefano e la vittoria che manca ormai da due mesi davanti al pubblico amico inizia a diventare un’annotazione statistica di cui difficilmente non si può tener conto. Non bastasse, l’ics è stato sin qui acciuffato in rimonta due volte su tre. Altro dato su cui dover riflettere. Che la questione vada vista dai canonici due punti di vista differenti è chiaro: da un lato c’è la papabile sensazione che questa squadra in casa, ogniqualvolta c’è da tirare fuori tutto l’orgoglio di cui dispone si smarrisca come se davanti si trovasse una montagna insormontabile; dall’altro, cosa non di poco conto, va sottolineata la tenacia, la costanza, la caparbietà di un undici che difficilmente si arrende ai momenti di difficoltà, segnale e sintomo che in sostanza, il carattere, questa squadra, ce l’ha. E allora? E allora in settimana è stato acquistato apposta un certo Tomas Locatelli, per dare nel canovaccio della squadra di Cesare Butelli quella verve e quella imprevedibilità che dalla metà campo in poi manca. Un problema, se così lo si vuol definire, perché poi se andiamo a vedere la classifica, del terzo posto non è che ci si possa lamentare. Peccato che l’ex fantasista bolognese sia sceso in campo già non al meglio delle condizioni fisiche, tanto da dover alzare immediatamente bandiera bianca dopo diciassette minuti di qualità. Permane, senza soluzione di continuità, l’idiosincrasìa degli uomini di casa nostra quando è il momento di affondare il colpo nella porta avversaria: si veda oggi, esempio calzante con appena due tiri in porta nello specchio in novanta minuti e tutti nell’ultimo quarto d’ora con Smit, prima una mole di gioco ragguardevole, uno spirito e una intensità certamente da elogiare ma per chi ha fame come il pubblico ferrarese, l’odore di buono certo non basta per saziarlo, ma occorre di più, la cosiddetta “ciccia”, sottoforma di punti, possibilmente pesanti.

Non tutte le domeniche ci si può accontentare di non perdere, benché l’Alessandria scesa in campo oggi al “Paolo Mazza” se ne torni in Piemonte come il Verona quindici giorni fa: c’è di base la quasi certezza che forse, i grigi, qualcosina di più di un miserrimo punto meritassero contro una Spal certamente innervosita oltremodo da una direzione di gara a sfavore ma con Battaglia, Migliorini, Coppola, Cipriani e Meloni autori di prove tra le peggiori stagionali in casa. La partenza ha come sempre lasciato tutti di buon umore: un quasi gol di Cipriani propiziato da un altalenante Giovanni Rossi dopo neanche quaranta secondi, due angoli battuti in due minuti, un calcio di rigore abbastanza evidente negato al terzo, prima di perdere il senno e lasciare che fosse l’arbitro e il nervosismo a prendere il sopravvento, dando modo all’Alessandria di tirare le fila del discorso, riordinarsi, compattarsi e suonare la marcia con il trio Negrini, Martini e Croce che si è divertito a non dare punti di riferimento alla stantìa retroguardia di casa nostra. In tutto questo il menù si arricchiva di un retropassaggio di Battaglia pericolosissimo e da due deviazioni tanto sciagurate quanto sfortunate di Migliorini, finite una sopra la traversa e l’altra che ha invece trovato come sempre e per fortuna, un Ravaglia in giornata di grazia che non si è mai lasciato sorprendere.

Un pochino tafazziana questa Spal, ce l’ha messa tutta a far salire in cattedra i grigi, arrivati a Ferrara con l’idea che un pareggio non fosse da buttare. Male i nostri attaccanti: Meloni pare già risentire dell’acquisto di Locatelli (un altro con cui si dovrà sudare la maglia, sempre che prima vinca l’altro ballottaggio con Fofana), Cipriani gioca a boxe con Romeo e di gomito lo mette fuori causa, inviperito probabilmente con il direttore di gara che gli concede nulla in novanta minuti. Si salva Melara, si salva Smit (toh, guarda chi si rivede!), il solito Zambo, il già nominato Ravaglia e il buon Paolino. E poi? E poi basta. E per una squadra che questo campionato dovrebbe non stravincerlo, ma almeno gestirlo con maggiore tranquillità nelle posizioni alte, certo non è un buon viatico.

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