IL BUIO OLTRE LA SPAL

Non ricordo, negli ultimi anni, una domenica così faticosamente spallina. Nel senso che per un black out dello streaming di Radio Alfa ho dovuto passare il pomeriggio affidandomi unicamente all’ottimo, nostro webcronista Alessandro Orlandin senza però avere l’altrettanto ottimo supporto della voce di Stefano Calasso. Una sofferenza pura. Le difficoltà dei biancazzurri nei primi quantacinque minuti erano Disneyland in confronto. E clicca pur il tasto aggiorna con l’angoscia di scoprire un risultato non favorevole. E adotta pur i riti del caso magari non guardando il risultato e arrivando direttamente alla riga dell’ultima azione. E chiudi pur gli occhi andando direttamente alla classifica per intuire se è cambiato qualcosa. Morale, il lungo bagno della domenica mattina era già vanificato alle 14.55 perché, nonostante il gelo che tirava sull’Italia ho sudato freddo che ci mancava solamente spuntassero i ghiaccioli sotto le ascelle.
Il resto è successo quando ho letto del gol di Cippo… Gooooooooooooool! Ha “urlato” giustamente Orla sulle pagine di questo sito e lì è partita la mia personale esultanza con tanto di sms “frocesco” al bomber. Purtroppo, però, siccome spallini si nasce e capaci di soffrire si diventa non poteva che succedere qualcosa di negativo. E allora, quando sullo schermo è apparsa l’assurda espulsione rimediata da Smit (perché Vlado, perché?), ecco che diosantissimobeatodellamadonnaverginedipadrepio il sudore gelido ha ricominciato a colare, l’ansia a tornare, le scaramanzie a vibrare e anche se credo mancassero venti minuti o poco più alla fine ho trascorso nove settimane e mezzo davanti al computer aspettando il fischio finale. Sì, tanto sono durati i minuti che hanno separato me e tutti i tifosi dell’Ars et Labor dal ritorno della vittoria al Paolo Mazza. Una vittoria, a mio parere, più importante di quanto l’avversario non dica. Non per la prestazione messa in campo quanto per il risultato delle altre formazioni che precedono i biancazzurri. Senza l’ennesima prodezza di Cippo, infatti, la Spal sarebbe scivolata al quarto posto ma soprattutto, anche se con una gara in meno, sarebbe scesa a meno otto dalla capolista. Un distacco non decisivo ma psicologicamente pesante anche in vista del recupero di Ravenna.
E invece è andato tutto bene, anzi di più. Perché il distacco dalle prime due – il Gubbio, appunto, e il Sorrento – è rimasto uguale ma è invece salito a sette il vantaggio sulla zona playoff. Non solo. Un dato che a me, nonostante le apparenze, pare assai importante è quello che vede più lontane, rispettivamente a meno otto e meno dieci, Spezia e Cremonese, due delle formazioni, sempre a mio avviso, più forti. Come se non bastasse, Notaristefano e i suoi hanno evitato che il quarto pareggio casalingo diventasse una sorta di blocco mentale per le gare a venire.
Scrivevo nel titolo di questa rubrica del buio dettato dalla mancanza della radiocronaca ma anche dal fatto di non essere riuscito a vedere, per la terza volta quest’anno, la partita nemmeno su dvd spedito praticamente sempre, tutti i lunedì mattina, da un amico, anzi da un santo, di Ferrara. In sostanza ho poco da dire e commentare perché a scatola chiusa è difficile. Mi fido di quanto scritto dai colleghi e di quanto raccontato da giocatori, tecnico, dirigenti e tifosi e accolgo con grande soddisfazione questa sofferta, quindi ancora più bella, vittoria. Ammetto sinceramente che nonostante avessi sventolato ai quattro venti fiducia gigante nei confronti del risultato di questa sfida, in realtà la temevo parecchio proprio per i pochi gol subiti dal Bassano negli ultimi mesi. E invece no, atto secondo. E’ andata bene e il tecnico spallino è riuscito anche a far riposare Coppola e Meloni che nell’ultima partita, quella di Como, mi erano parsi i più in difficoltà dal punto di vista fisico.
E allora aspettiamo questo giovedì che mi auguro si ispiri al nome di uno dei migliori ristoranti di Ferrara. Una partita, quella contro il bravo ex Leo Rossi, che porterà la Spal alla pari con le altre in quanto a gare giocate con la possibilità di chiudere alla grande questo super 2010 nel pallone dipinto di bianco e di azzurro. Il girone di ritorno di un campionato fa, l’andata di questo torneo… Meglio di così non è facile. Intanto si va a Ravenna senza assilli e obblighi sapendo che ci sarà ancora una volta da soffrire – i giallorossi hanno una serie positiva lunga quasi come quella di Zamboni e compagni – ma si potrebbe anche dire addio all’anno calcistico a sole tre lunghezze dal Gubbio delle meraviglie affiancando il Sorrento. Staremo a vedere. E starò a vedere anch’io visto che, finalmente, le ferie natalizie mi consentiranno di vedere dal vivo la “mia” Spal. Non vedo l’ora. Gli otto risultati utili, miglior serie in corso, lasciano ben sperare. La seconda vittoria consecutiva (non accadeva da due mesi) pure. La dozzina di gol made in Cipriani anche. Ma, numeri a parte, quello che fa stare tranquilli tutti gli spallini del mondo in ogni maledetta domenica che scende in terra è sapere che c’è una squadra che gioca sempre per vincere, un gruppo che si allena come si deve, un tecnico che ha voglia di esultare come i suoi giocatori, una squadra che si chiama Spal costruita per realizzare un sogno. E gnent.

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