Se rinasco giuro che voglio come genitori Butelli e Pozzi. Eh si perché con due genitori così quando vai a scuola sei tranquillo sempre. Se prendi 6 meno va benissimo, se prendi 4 “mica si può sempre prendere 6…” e se per caso torni da scuola con una bella nota perché ti hanno beccato che fumavi in bagno 90 su 100 è colpa del preside. E con questo direi che ho detto tutto. L’altra cosa che mi ha colpito è che mentre giovedi impersonavamo il topo, col gatto ravennate che ci faceva volare da una parte all’altra del campo sentite un po’ cosa ha detto in tv il giornalista di Raisport a bordo campo il cui compito durante Ravenna-Spal era cogliere l’umore delle panchine durante la telecronaca: “Siamo vicini alla panchina della Spal e si sente solo la voce di Bortolo Pozzi vero secondo allenatore della Spal”. Niente di personale credo… Per il resto che dire? Punto guadagnato.
Un Ravenna nettamente superiore come condizione atletica e come espressione di gioco in grado di avere sempre un’alternativa a seconda di come la linea dei difensori si muoveva. Noi come al solito gran circolazione di palla per 20 minuti (ma solo e sempre in orizzontale di verticalizzazioni nemmeno l’ombra). Mettici che Melara non era in giornata (poveraccio ha portato la croce per un girone intero…) e Smit in tribuna e il quadro è perfetto: non se ne usciva mai. Dettati tattici nemmeno l’ombra e così quando non ti sostiene il fisico e la fatica comincia a farsi sentire è facile che ti lasci andare e ti chiudi dietro. La pressione sale e fortuna che il Ravenna ci ha creduto poco perché contro la Spal del secondo tempo bastava tirare per segnare. Monza incombe e non si sa a che santo votarsi, c’è solo da sperare che rientri El Loco Locatelli e che il coniglio dal cappello stavolta lo sfoderi lui.