ESCLUSIVA. E’ stato una settimana a seguire da vicino gli allenamenti della Spal del suo grande amico Notaristefano. Abbastanza per farsi un’idea precisa dei biancazzurri: “Sono rimasto davvero colpito. Egidio è bravissimo e ha un gruppo eccezionale fatto di ragazzi seri e professionisti fortissimi. Non diciamo niente per scaramanzia ma le possibilità per… ci sono tutte. Sono diventato anch’io un supporter biancazzurro. Domani vado anche a Monza!”.
Tarzan. E basta il soprannome. Il terzino della giungla, dopo una bellissima carriera trascorsa soprattutto a Como ma anche a San Benedetto del Tronto, Torino, Roma e persino Glasgow, in Scozia, per indossare la maglia del Celtic, questi ultimi giorni li ha trascorsi a Ferrara. Obiettivo: andare a studiare calcio e rivedere il grande amico Notaristefano, con il quale ha giocato per anni. Tarzan alias Enrico Annoni faceva legna là dietro e si incollava con ottimi risultati agli attaccanti avversari, l’Egidio pennellava in mezzo al campo e faceva partire pennellate lunghe mezzo campo per i compagni quando indossavano la maglia azzurra del Como. Sulle rive di quel ramo del celebre lago non esiste essere vivente di età compresa tra i venti e i settanta che non conosca, di fama, i due. Che non si sono ritrovati… chessò a Manhattan o sotto la Tour Eiffel ma in via Copparo che non sarà il massimo ma qui si allena la Spal e allora persino New York e Parigi possono andare a nascondersi. Faziosità a parte, l’ex terzino fatto di ottanta e passa chili di muscoli e temperamento che in passato ha indossato anche la maglia azzurra dell’Under 21 ha trascorso qualche giorno a Ferrara e ha assistito a diversi allenamenti in compagnia del suo amico Notaristefano. Così ha potuto vedere da molto vicino i metodi dell’allenatore biancazzurro ma anche i giocatori della Spal. Ecco perché l’abbiamo cercato per chiedergli le sue impressioni.
Prima di tutto come mai hai scelto proprio la Spal e Notaristefano per questo… chiamiamolo stage? Hai intenzione di fare l’allenatore?
“Mah, ho tutti i patentini che servono però non ho mai allenato. Qualche hanno fa ho costruito una scuola calcio, poi le cose non sono andate come volevo, mi riferisco a poca professionalità, e ho lasciato stare. Ho fatto anche l’osservatore per la Juventus. Ora, invece, mi dedico alle moto, mi piacciono molto. Ho frequentato il Mondiale di Superbike e disputato partecipato ad altri trofei in giro per l’Europa però con Egidio ci sentivamo da tempo. Più volte mi ha detto: dài, vieni. Allora ho accettato volentieri. Volevo anche vedere com’era la piazza perché Gege, io lo chiamo così, mi ha fatto una testa gigante, e aveva ragione. Tutto bello, bello davvero… L’ambiente e non solo. Ho trovato ragazzi seri, professionisti altrettanto seri, e poi Egidio che è bravissimo, ha un super rapporto con i giocatori, sono rimasto colpito, non te lo dico perché è amico mio. Mi ha fatto veramente bene stare lì da voi. Poi… ragazzi… la città, Ferrara… Impressionante. Tutti in bicicletta, mica come a Roma, eh!”. (ride)
Che cosa fai oggi? Se non sbaglio una vita fa eri anche un ottimo tennista…
“Sì, è vero. Da ragazzino ero anche classificato, poi ho dovuto scegliere tra il tennis e il calcio. Sono uno irrequieto, senza contare che quando smetti ti manca il fatto di poter scaricare l’adrenalina. Non mi piace stare fermo. Sono stato recentemente anche nel deserto, e vedo qualche partita all’estero”.
A Roma Tarzan Annoni è rimasto impresso nei tifosi giallorossi. Eri un simbolo pur non avendo la classe di certi tuoi compagni. Come mai sei sparito dal mondo del calcio?
“Sì, e mi fa piacere. In questi anni mi sono allontanato dal mondo del pallone perché non ho smesso di giocare per mia volontà quindi sono rimasto un po’ scottato, diciamo. Andò così: quando, dal Celtic, tornai a Roma era il primo anno di Capello. All’inizio mi allenavo con la Primavera. Dicevano che ero finito, che non ne avevo più voglia. Invece ci davo dentro, eccome, tanto che il tecnico giallorosso mi chiamò perché Zago aveva dei problemi fisici e Cafu era spesso con la Selecao. Mi disse chiaramente che di spazio ce ne sarebbe stato poco, Capello, ma mi chiese anche di restare e lo feci con entusiasmo. Poi quando fu ora di depositare il contratto i termini burocratici erano scaduti… Avevo trentaquattro anni, da allora non mi hanno più chiamato anche se mi sono allenato un altro anno da solo. Così ho mollato tutto”.
Che esperienza è stata, questa a Ferrara?
“Bella! La serie C o Lega Pro non la seguivo, non la conoscevo. Ho visto spesso il Como perché è vicino a casa mia, ma onestamente avevo anche pregiudizi nei confronti della terza serie. E invece… cazzo… ho visto cose pazzesche. Un’organizzazione assoluta, nulla lasciato al caso… Non diciamo niente per scaramanzia… ma le possibilità per la Spal ci sono tutte. Domani vado anche a Monza, praticamente da tifoso. Con Egidio abbiamo giocato per anni, abbiamo anche fatto il corso insieme (c’era anche Dolcetti che di Annoni, oggi, dice: “E’ un gran personaggio!”) e siamo logicamente molto amici. Ecco, mi incuriosiva vederlo all’opera, perché un conto è l’amicizia dove cazzeggi, scherzi… Un altro conto è l’aspetto professionale. Ero curioso di vedere come si comportava Gege. E ti dico con sincerità, credimi: tanto di cappello. Gli ho fatto i complimenti, a lui e a Paolo Ceramicola. Ho conosciuto un ottimo ambiente e una realtà davvero positiva, merito anche del Direttore Pozzi e del Presidente Butelli”.
Hai chiesto consigli o cose particolari al tuo ex compagno Notaristefano?
“Sì, sì, gli ho chiesto tutto, ho preso appunti. In questi giorni sono stato ospite a casa sua, abbiamo parlato molto e di tutto. Ho visto i suoi programmi, gli schemi, la preparazione degli allenamenti… E anche io gli ho dato qualche consiglio perché tra amici si fa così”.
Hai giocato a grandi livelli e non soltanto. Che impressione ti ha fatto, in generale, l’ambiente Spal?
“Mi è sembrato, l’ho detto anche a Egidio, di ripercorrere e rivivere l’ambiente splendido che c’era al Toro quando c’ero io. Ho visto anche persone anziane agli allenamenti, una bella, totale serenità, tutti tranquilli. Un’aria particolare che mi è rimasta dentro”.
Conoscevi già qualcuno, a parte Notaristefano?
“No, conoscevo di nome giocatori come Cipriani, Zamboni, Locatelli ma non personalmente. Sono stato in campo con loro e ho avuto modo di confrontarmi con tutti i ragazzi. Mi hanno chiesto tante cose ma non soltanto per questo mi sono fatto un’ottima impressione. Ho conosciuto ragazzi eccezionali e seri, veramente. Sai cosa mi ha colpito maggiormente? Una cosa che sembra banale ma non lo è affatto. Durante gli allenamenti non c’è nessuno che vuole eccellere, che vuole mettersi in mostra più di altri. E’ un gruppo costruito e amalgamato bene con i “vecchi” che trascinano in modo positivo i più giovani. E anche questo è importantissimo. Perché quando hai giocatori più esperti che fanno i fenomeni è un casino”.
Dal punto di vista tecnico c’è qualche giocatore che ti ha colpito particolarmente?
“Beh, sì, ovvio, ma non so se è opportuno fare nomi… certo, non sono rimasto sorpreso dalla forza dei Locatelli o Zamboni o Cipriani, logico. Mi ha colpito Fofana. Secondo me è uno che se ci crede di più, se migliora in cattiveria agonistica, nella voglia di fare i contrasti, nella determinazione a cercare il gol, beh questo è un fenomeno. Anche Migliorini e Melara mi hanno fatto impressione, molto bravi, davvero. Ma, ripeto, è tutta la squadra che ho trovato sinceramente forte”.
Ci puoi descrivere, visto che lo conosci bene e da parecchio il Notaristefano calciatore prima e allenatore poi?
“Come calciatore non ha avuto quel che meritava, l’infortunio gli ha condizionato la carriera. Era fortissimo, doveva andare alla Juve ma a quei tempi certe operazioni erano durissime, oggi è più facile recuperare dopo un crociato grazie alle tecniche moderne e ai macchinari. Se devo fare un paragone, Egidio assomigliava a Pirlo. Ma Gege era persino più tecnico, aveva un lancio di settanta metri fenomenale, ti metteva la palla sui piedi o direttamente in porta in un secondo. E poi tirava certe punizioni… Come allenatore l’ho scoperto in questi giorni. Mi ha impressionato la sua tranquillità, la serenità, la precisione. E’ credibile con i giocatori: quello che dice fanno. Insomma, è professionale al cento per cento”.
Conoscendolo qui a Ferrara, il mister sembra un uomo tranquillo, pacato e sereno. Magari un po’ permaloso… Confermi tutto?
“No, non lo conosco come permaloso, anzi. E’ uno che scherza molto, persino a Coverciano si scherzava un casino. Perché dici questo?”.
Perché con i giornalisti, a volte, sembra faccia una fatica incredibile per trattenersi…
“Ah, beh, se è per questo voi ce le tirate certe volte. Io ero un orso con i giornalisti”.
Ti rivedremo a Ferrara?
“Sì, penso e spero proprio di sì. Se Egidio e la società hanno piacere torno volentierissimo”.
Si può scrivere che ora Tarzan è anche un po’ spallino?
“Sì, sì, sicuro. Pensa che stavo per scriverlo io su Facebook…”.