LA CARICA E LA FIDUCIA DI NOTARISTEFANO: “NOI VOGLIAMO SOLO VINCERE!”

CHE SPAL DOMENICA… Sei giocatori in forte dubbio, la formazione in alto mare, i tanti infortunati, il momento difficile… ma il tecnico spallino (che oggi compie quarantacinque anni) crede nei suoi ragazzi: “Hanno già dimostrato di poter uscire dalle difficoltà da soli. Ci servono tre punti e basta. Bisogna crederci e stare sereni e tranquilli. Il pessimismo blocca le gambe che, invece, stanno bene e lo vedo negli allenamenti quotidiani. Tante assenze e tutte insieme? Purtroppo sì ma ci riprenderemo alla grande. Il Lumezzane? Ostico e con esterni rapidi e tecnici. L’immeritata sconfitta dell’andata ci è rimasta qui. Uno stimolo in più per riprendere il cammino interrotto. Volpe? E’ bravo e ha tanta voglia. Sta bene ed è pronto per giocare”.

 

La Partita. A prescindere dall’avversario di domenica, il Lumezzane, il vero avversario della Spal si chiama Spal. Mai come oggi. Tutto il resto sono le scorie di un periodaccio, e chiamiamola pure crisi, di aria pesante e critiche e imputati. Ecco, l’imputato numero uno è il protagonista del nostro solito appuntamento del venerdì, l’allenatore della Spal, Egidio Notaristefano che proprio oggi festeggia i suoi primi quarantacinque anni. A lui, come nessuno mai, piovono addosso le responsabilità del calo biancazzurro da parte della maggioranza, tra addetti ai lavori e tifosi, che seguono il corso delle cose spalline.
Chi sostiene dall’inizio che questa squadra doveva distruggere il campionato, chi gli imputa di non far rendere come si deve giocatori dal potenziale enorme, chi gli rimprovera il recente cambio di modulo. Spieghi che in testa c’è il Gubbio, e non la Cremonese o il Verona; ricordi che l’anno scorso vinse il Portogruaro; vai a ripescare il successo ai playoff del Padova quinto in classifica di tre stagioni fa; sai che un campionato complicato può starci anche per i migliori (Fofana, Coppola…), e poi ti fidi di quelli  che quando hanno un fuoriclasse tra le mani (Locatelli) gli costruiscono una squadra attorno. Ma niente, restano tutti esercizi di stile perché le singole convinzioni sono dure da scalfire e ci sta che sia così. Il problema è che se esiste una scienza per nulla esatta, questa è proprio il calcio. Altrimenti basterebbe fare la squadra sulla carta migliore, per vincere, e spendere più degli altri. Non è così. Non da oggi. E per fortuna. Ma è inutile pure parlarne e scrivere.
Resta il fatto che dopodomani, a Ferrara, si gioca La Partita. Quella in cui la Spal deve dimostrare di essere ritornata, di essere viva e di lottare insieme con i suoi tifosi per raggiungere il sogno che in principio erano i playoff e troppo presto è diventato la serie B. E chissà che questo pizzico di presunzione non abbia fatto presa rapida anche su Zamboni e compagni. Ma anche qui le chiacchiere stanno a zero. Troppo tardi per tornare indietro, troppo presto per darsi per vinti. L’occasione è a portata di mano. Arriva il Lumezzane tignoso come pochi ma pure qui si tratta di un dettaglio. La Spal deve vincere. Giocando come, poco importa. Ma i tre punti sono fondamentali. Lo sa bene Notaristefano che a dire il vero, almeno questo troverà d’accordo persino i detrattori del mister, la trebisonda non l’ha persa mai e neppure il polso sulla squadra a giudicare da quello che dicono i suoi pubblicamente. Dice: non potrebbero fare diversamente. Sbagliato. C’è modo e modo, forza e forza, spiegazione e spiegazione per difendere un allenatore se la si pensa in altro modo. E invece, tanto per fare due esempi non qualsiasi, il capitano Zamboni e il bomber Cipriani, proprio su questo sito, si sono schierati decisamente dalla parte del manico. Lo stesso ha fatto la società, ma anche questi sono tutti temi provvisori. Perché se non vinci le parole restano parole, parole, soltanto parole e uno che è nel calcio da quando era alto come Miccoli, cioè Notaristefano, sa benissimo che quando i risultati latitano, e perseguono a latirare, il primo che ci lascia le penne è sempre, e comunque, l’allenatore. Che sia il Benitez interista o il Ranieri juventino. Che abbia fatto benissimo l’anno scorso e fino a un mese fa. Che sia capace oppure no. Altre chiacchiere da bar. I risultati. Solo i risultati. Tutto il resto è noia oppure confronti e pareri e discussioni anche interessanti, ma inutili.
A questa delicatissima sfida contro il Lumezzane, la Spal arriva dopo una sosta utilizzata per ricaricare le pile atletiche, dopo un mercato di riparazione fatto di pochissime novità, dopo il mancato recupero di alcuni giocatori fondamentali, dopo una bella chiacchierata con la proprietà e all’interno del gruppo celebrata all’inizio della settimana scorsa. Parola d’ordine: la svolta. Imperativo: vincere nonostante un’emergenza totale e, per fortuna, mai vista. Le altre cose sono i tradizionali temi di questa intervista del venerdì che tenta di guardare molto avanti e poco indietro senza sorvolare sullo stato delle cose.

 

Beh, prima di tutto auguri. Per il compleanno e per domenica…
“Per domenica! Del compleanno me ne infischio, non festeggio da anni…”.

La prima, vera domanda, a bruciapelo. Oggi come oggi il primo che rischia sei tu. Consapevole?
“Guarda, l’allenatore rischia sempre ma io dormo sereno e tranquillo, non penso a queste cose”.

I giocatori, la società… tutti tranne la maggior parte dell’ambiente esterno si è schierata con te. A prescindere dall’effetto (positivo) che fa, sai bene che alla fine contano soltanto i risultati… Quelli più recenti della Spal sono stati negativi…
“Sì, i risultati sono un dato di fatto. Noi dobbiamo andare alla ricerca di un cambio di tendenza che ci sarà se metteremo qualcosa in più sapendo che finora al minimo errore ci hanno castigato. Quindi non dobbiamo sbagliare mai ed essere intensi come corsa e come testa. Dovremo e saremo molto determinati”.

Hai mai temuto di non avere più il gruppo dalla tua parte?
“No! No, assolutamente no. Il gruppo è splendido, l’ho sempre detto, e qui tutti remano in un’unica direzione”.

E hai invece pensato, nelle ultime settimane, alla possibilità di un esonero?
“Cos’è, l’ultima intervista questa? Te l’ho già detto, l’allenatore pensa anche a queste cose, ed è giusto essere sotto esame. Certe volte bastano addirittura due sconfitte per essere cacciati. Ma non ho ansie e cerco di fare il mio lavoro serenamente, facendo delle scelte senza farmi condizionare. Porto serenità nello spogliatoio, l’ansia e il pessimismo sono convinto facciano malissimo. Ci vuole tranquillità e lavoro. Punto”.

L’ultima sconfitta ha minato l’ambiente. Come se ne esce da questa crisi?
“Con i risultati, che sono l’unica medicina e arrivano tramite le prestazioni e la convinzione che nel girone di andata ha portato questa squadra a fare cose gradi. Ecco, dobbiamo ritrovare la stessa convinzione, dobbiamo riscoprirla”.

Personalmente come ti spieghi la recente mancanza di risultati?
“Mah, con un periodo negativo per infortuni, squalifiche, assenze ma, ripeto, sono convinto che ci riprenderemo e alla grande”.

Presunzione, calo fisico, errori dei singoli, sterilità, assenze… Dovessi fare una classifica dei fattori determinanti nel vostro andamento lento da che cosa cominceresti?
“Un calo fisico no perché con il Pavia abbiamo corso eccome. La condizione psicologica spesso influisce sulle gambe. Io vedo gli allenamenti e la gamba è bella, è vispa. Sterilità nemmeno perché direi che abbiamo avuto meno occasioni rispetto a qualche tempo fa quindi è un problema di tutti perché ci sono state, è vero, meno possibilità di andare a segno. Ci metterei, piuttosto, oltre alle assenze tutte in una volta e questo è stato un problema… ci metterei, dicevo, il fatto che è stata intaccata la serenità e tranquillità. Non so da cosa ma abbiamo già dimostrato di poter sovvertire anche una partita che comincia male. Presunzione, invece, no, non direi. Semmai è il contrario o quasi. Non abbiamo avuto una convinzione assoluta nei nostri mezzi”.

La settimana scorsa, alla ripresa degli allenamenti, vi siete chiusi nello spogliatoio con il Presidente Butelli, l’Amministratore Delegato Bena e il Direttore Pozzi. Facile immaginare l’argomento all’ordine del giorno. Visto che non dirai mai che cosa vi siete detti, ti chiedo chi ha parlato di più e se siete tutti consapevoli della delicatezza del momento?
“Assolutamente. Siamo tutti consapevoli. Riguardo alla chiacchierata all’interno dello spogliatoio  hanno parlato tutti, anche i ragazzi, e tutti sono concordi sulla delicatezza del momento ma anche sulla possibilità di uscirne con i nostri mezzi senza aiuto di nessuno, che sia un po’ di fortuna o chissà cos’altro. I risultati! Ecco, ci servono i risultati”.

La sosta vi ha permesso di trovare energie smarrite? Come e dove avete lavorato?
“La settimana della sosta abbiamo fatto lavorato tanto sul fisico e sulla forza. Questa settimana più sulla tattica. Certo, la sosta è servita anche se speravo di recuperare qualche infortunato”.

Si è parlato tanto, pure troppo, di moduli. Rombo, 442… personalmente credo che con l’organico completo si andrà verso un offensivo 4231 per non snaturare Locatelli ma neppure Smit e Cipriani…
“Questa squadra è stata costruita per giocare con il 442 o 4231 che sono simili, cambia poco. Molto spesso ci si fa condizionare dai moduli, sono tutti esperti di moduli… Il modulo è una condizione difensiva, l’aspetto offensivo lo determina il movimento. Altrimenti restano numeri e basta”.

Fofana e Coppola che non stanno rendendo secondo le aspettative, Melara che da un mesetto è in calo, Belleri, quello vero, che non si è ancora visto… Quanti di questi problemi conti di risolvere?
“Nell’arco di un campionato è impossibile che un giocatore sia sempre al massimo. Sono tornei lunghi, stressanti e pure logoranti, questi. I ragazzi lavorano alla grande, da questi momenti se ne esce lavorando come stiamo facendo. E i fatti ci daranno ragione”.

Sul mercato avete fatto poco o niente. Ti aspettavi qualcosa di diverso?
“Mi aspettavo soltanto che finisse perché gennaio è una tragedia. E’ un mese che distrae e ora, finalmente, siamo concentrati sul momento, sulla situazione e sulla squadra”.

Sono partiti Meloni e Zamuner che qui trovavano poco spazio… Vuoi dire loro qualcosa?
“Io spero che sfruttino questa occasione importante come la sta sfruttando Gianluca Laurenti che è ragazzo intelligente e lo sta dimostrando facendo benissimo. Melo e Zamuner devono capire di essere dei veri professionisti e hanno la possibilità per farlo. Quindi un grande in bocca al lupo!”.

Invece, e a sorpresa, è arrivato Volpe. Lo conoscevi?
“Sì, l’avevo incontrato contro il mio Novara e mi fece pure gol anche entrando dopo”.

Seconda punta ma anche esterno offensivo. Tecnico e veloce. Queste sono le credenziali dell’ultimo arrivo. In questi primi giorni che idea ti sei fatto del giocatore?
“Ha gamba, forza, corsa… servono giocatori così in categorie meno tecniche come questa. Francesco è un ragazzo che ha tanta voglia, che è una grossa qualità. La volontà ti permette di migliorare e di lavorare per ottenere grandi risultati. Anche in questi pochi allenamenti ha fatto federe cose egregie. Farà buone cose”.

Come hai trovato la squadra questa settimana? Hai detto ai tuoi qualcosa di particolare in vista di questa sfida fondamentale?
“Ho detto quello che dicevo prima in questa intervista. Che bisogna metterci qualcosa in più, cioè, per ritrovare la vittoria. Bisogna assolutamente riprendere il cammino interrotto”.

Scusa se ritorno indietro ma mi sono dimenticato una delle critiche che ti vengono fatte con più insistenza. Quella di non “vedere” i giovani. Eppure a Legnano ti è stato riconosciuto da tutti una sorta di miracolo proprio puntando su un gruppo di ragazzini…
“Scusa se ti interrompo. Chi dice questo è uno stupido. Punto. Venissero a vedere gli allenamenti prima di parlare così si rendono conto. Io scelgo in base a quello che vedo, l’età non mi interessa”.

Temi il clima che potrà esserci domenica al Mazza? Pessimismo, diffidenza… non tira un’aria meravigliosa… Consideri l’ambiente un’insidia che si aggiunge all’avversario o ti aspetti una reazione vera, forte, concreta da parte dei tuoi e basta?
“Io so che i ragazzi della curva ci saranno vicini. Mi interessa solo questo e che la squadra faccia quello che deve. Il resto non conta”.

La Spal, fisicamente e psicologicamente, come sta?
“Fisicamente bene, li ho visti tonici in questi giorni. Psicologicamente dobbiamo sicuramente spogliarci di queste paure e preoccupazioni ed entrare in campo determinati. Il pessismismo blocca anche le gambe. Con la voglia e la serenità in campo si vola”.

Credi che la necessità di fare a tutti i costi il risultato possa penalizzarvi?
“Noi dobbiamo cercare sempre di vincere, non deve essere una cosa logorante”.

Cipriani, Smit, Colomba, Fofana, Locatelli, Migliorini… chi avrai davvero a disposizione dopodomani?
“Miglio sicuramente perché oggi si è allenato. Nella rifinitura vedremo tutto il resto, oggi ci sono troppi punti interrogativi per dire qualcosa di certo”.

Volpe, dal punto di vista fisico, è in grado di giocare subito?
“Sì, sicuramente. Si è sempre allenato, ha giocato parecchi spezzoni di partita quindi non è un problema. Magari non avrà tutti i novanta minuti ma fisicamente è a posto”.

Parliamo del Lumezzane. La gara dell’andata rappresenta uno dei maggiori rimpianti della vostra stagione. Un motivo in più per ricominciare a correre proprio da qui?
“Sì, è vero, l’ho detto anche ai ragazzi. L’andata mi è rimasta qui. Dovevamo vincere e un errore ci ha massacrato. Ma si tratta di uno stimolo in più per vincere”.

Che squadra è la ex formazione di Pozzi e Schena e quali sono i giocatori più pericolosi?
“E’ la squadra dell’andata, ostica e tignosa, più Bencivenga e Volpato. Sono molto pericolosi con gli esterni che sono piccoli e rapidi”.

Dal punto di vista della disposizione tattica che tipo di Spal scenderà in campo domenica?
“Vedremo domani, vorrei attaccare alto. Dipende da chi recupereremo”.

Formazione in alto mare, quindi?
“Eh sì, purtroppo sì”.

Credi che il primo posto sia ormai un miraggio o ti aspetti le solite, ennesime sorprese in grado di lasciare tutto ancora aperto?
“Miraggi non ce ne sono nel calcio. C’è invece la consapevolezza di far bene perché è tutto aperto. Bisogna crederci e ragionare partita per partita. La classifica si guarda dopo altrimenti ti distrai e questa è una cosa che ci è già successa”.

Se dovessi fare una promessa circa il cammino della Spal da qui alla fine ti sentiresti di garantire un andamento all’altezza dell’andata?
“Io ci conto e ci spero. Noi dobbiamo riprendere il nostro cammino, insisto. Garantire nel calcio non si può ma ci credo e pure tanto”.

Credi che sia “guarita” la Spal?
“Sì ma bisogna dimostrarlo subito. Dirlo non conta nulla”.

In certi momenti la prestazione è persino secondaria. Ti alleno in vista di un’intervista di Marzullo… Domenica preferiresti rivedere la Spal di Cremona e pareggiare o la Spal del secondo tempo di Ravenna e vincere?
“Noi in questo momento dobbiamo solo vincere, questa è l’unica medicina”.

Spal-Lumezzane. Tre punti oppure…
“Oppure non prendo in considerazione alcuna alternativa”.

Vince la Spal, dopodomani?
“Io sono convinto di sì!”.

 

PROBABILE FORMAZIONE
SPAL 4411
Ravaglia, Belleri (Bortel), G. Rossi (Belleri), Bedin, Zamboni, Battaglia, Melara, Migliorini, Cipriani (Volpe), P. Rossi, Locatelli (Corsi).
All.: Notaristefano.
A disp.: Capecchi, Ghetti, Bortel (G. Rossi), Coppola, Pallara, Corsi (Locatelli), Volpe (Geovani).

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