L’INTERVISTA DELLA VIGILIA. L’avevamo già sentito giovedì scorso ma viste le tante assenze, soprattutto dei senatori, l’esperienza del “Don” spallino conferisce al centrocampista il ruolo e la statura per assicurare impegno e punti in questa domenica fondamentale che si avvicina non certo nelle migliori condizioni. E basta vedere la lista dei convocati per credere. Ecco perché Bedin concede il bis per LoSpallino.com
Veniamo subito al punto: due pareggi nelle ultime quattro partite, appena due gol fatti, due sconfitte subite negli ultimi tre viaggi lontano dal “Paolo Mazza”. Per la Spal è il momento peggiore.
“Non siamo contenti neanche noi se è per questo, ci mancherebbe, ma non dobbiamo farci prendere dal panico e dalla frenesia di dover a tutti i costi stravincere ogni partita. Se la domenica andiamo ad affrontare l’avversario con l’umiltà che ci ha sempre contraddistinto e la giusta concentrazione, nulla ci è precluso. Lo dico perché lo sento davvero, non per illudere i nostri tifosi”.
Calo fisico o mentale? Non è che forse questa squadra ha troppi giocatori che possono vivere la cosiddetta “crisi da appagamento” visti i trascorsi in categoria superiore?
“No, è da escludere. Ci siamo posti un obiettivo comune a luglio, in ritiro, tutti insieme ci siamo guardati in faccia con tutto lo staff e se c’era una cosa in cui eravamo d’accordo era che questa: doveva essere la stagione della riscossa dopo un campionato, quello scorso, in cui non avevamo brillato e non eravamo riusciti a dimostrare il nostro effettivo valore. Nessuno è appagato, nessuno ha voglia di lasciare a metà un lavoro che abbiamo costruito con tanta fatica in quei giorni. Abbiamo giocatori con trascorsi importanti? E aggiungo che abbiamo anche tanti giovani di qualità. Un motivo in più per continuare a crederci, andiamo dritti per la nostra strada, siamo consapevoli che questo è solo un momento passeggero di appannamento, un calo fisico che in una stagione prima o poi tocca a tutti. Meglio adesso che ad aprile, sinceramente”.
Parliamo di te. Senza troppi giri di parole il “vero” Bedin, ancora, in questo campionato, non si è visto. Che cosa ti succede?
“E’ vero, non posso che sottoscriverlo. Se l’anno scorso ho iniziato a ingranare nel girone di ritorno, quest’anno non mi sono ancora espresso sui miei livelli. Il motivo? Penso sia un discorso di continuità: è vero che ho avuto a disposizione diversi spezzoni di partita per mettermi in mostra, vero anche che pensavo di trovare ancora meno spazio quest’anno, invece ho giocato, sto giocando e cerco sempre di dare il mio contributo quando il mister mi chiama in causa, ma per un giocatore penso sia fondamentale avere i novanta minuti addosso, soprattutto per uno come me che fa dell’agonismo la sua arma vincente”.
Domanda cattiva: non è che con l’arrivo di Coppola in estate ti sei sentito messo da parte?
“No, questo mai! Forse se ci fosse stato un altro allenatore, ma con mister Notaristefano ho un rapporto talmente sincero e onesto che so benissimo che alla domenica gioca chi sta bene e chi durante la settimana ha fatto meglio degli altri. E’ naturale che con l’arrivo di Carmine la concorrenza sia aumentata in mezzo al campo, ma io sono solo un giocatore che si mette a disposizione della squadra alla domenica e non sono nessuno per discutere le scelte della società. Per me possono anzi devono, per tentare la B, comprare tutti i giocatori che vogliono e ritengono necessari per la promozione, io sono qui e mi devo allenare bene per farmi trovare pronto per ogni occasione”.
Guardiamo la classifica. Il Gubbio viaggia spedito a ritmi vertiginosi, il Sorrento è a più quattro e dietro di voi si stanno pian piano facendo sotto un drappello di squadre tostissime tra cui Salernitana, Verona, la rinnovatissima Cremonese e, non ultimo, il Lumezzane, vostro prossimo avversario.
“Se ad agosto mi avessero detto che il Gubbio a questo punto del torneo fosse stato primo in classifica non ci avrei creduto ma, dopo averli visti qui a Ferrara, ho cambiato idea e ho avuto la chiara sensazione che questa sarebbe stata una squadra che avrebbe dato fastidio a chiunque. Sono davanti? Bravi e tanti complimenti a loro ma noi dobbiamo rimanere concentrati domenica per domenica solo su noi stessi e provare a vincerle tutte, consapevoli che potrebbe anche non bastare per arrivare primi. Dobbiamo e vogliamo andare in B, non importa se a maggio o a metà giugno, l’importante è dare alla città la possibilità di sentirsi fiera di noi”.
A proposito di città. La sensazione è che non vi sia perdonato più nulla, lo dimostrano anche i cori che si sono alzati dopo il gol subiìo dalla Cremonese nell’ultima gara interna dopo appena trenta minuti di partita.
“La gente ha il diritto di esprimere il proprio dissenso come vuole, pur rimanendo naturalmente sempre nel limite della civiltà e Ferrara, da questo punto di vista, ha da insegnare ad altre piazze, eccome. Il calcio è uno spettacolo, giusto? E paghi per vederlo, neanche poco visti i tempi che corrono. Non ti piace? E’ giusto anche reagire così, fischi, cori, ci sta… siamo calciatori professionisti e dobbiamo convivere con questi momenti, fanno parte del nostro lavoro. Che poi queste situazioni magari si riflettano negativamente su qualche giocatore “meno abituato”, diciamo così, alle pressioni è altrettanto vero, ma non possiamo negare che negli ultimi tempi siamo stati noi i primi a proclamarci squadra con tutte le credenziali per poter salire, ci siamo esposti, a ragion veduta, perché sappiamo le qualità che abbiamo. A questo punto il tifoso della Spal, che soffre come pochi altri per la sua squadra perché, per quel poco che ho potuto conoscere in queste due stagioni, oltre a non vedere la B da venti anni è stato abituato sempre a doversi sudare tutto e lavorando spesso il triplo degli altri, è normale viva certe situazioni in maniera per così dire drastica, enfatizzando negativamente ogni momento difficile”.
La promessa che ci puoi fare è che già da domani, contro il Lumezzane, vedremo un altro Bedin?
“Io mi impegno e ce la metto tutta come ogni domenica. Non so ancora se giocherò dall’inizio o meno, di sicuro però dentro di me sento che qualcosa di nuovo e positivo è scattato. Forse ci voleva questo momentaccio. La promessa è che non lascerò un attimo di respiro ai miei avversari, non importa si chiamino Lumezzane, Paganese o Salernitana, dico solo che darò tutto e anche di più per questa maglia, fino alla fine”.