Ripartire dalle cose semplici. E’ quanto sta cercando di iniziare a fare il nuovo allenatore Gian Marco Remondina, che oggi ha diretto il suo secondo giorno di allenamento in casa Spal. Non è tempo di fare le cose difficili e il capitano spallino, Marco Zamboni, concorda con questo obiettivo. “Certo, il mister è intelligente, non servono rivoluzioni in questo momento perché c’è già tanta confusione. Si creerebbe soltanto maggiore instabilità. Ora siamo bloccati e timorosi, bisogna identificare pochi punti solidi e lavorare su quelli”.
Le prime impressioni sul nuovo mister?
“E’ qui soltanto da due giorni ma direi che le impressioni sono buone. Io poi lo conoscevo già, non di persona, ma come allenatore, perché è stato a Verona per un anno e mezzo. E io abito lì vicino. Ha detto che non si inventerà niente e in questo momento credo sia giusto così”.
Quanto il rammarico per l’esonero di Egidio Notaristefano?
“Davvero tanto. Quando siamo scesi dall’aereo domenica sera e ci siamo salutati non nascondo di essermi anche un po’ commosso, perché io mi affeziono alle persone… Poi il problema vero siamo noi in questo momento, lui non c’entrava proprio nulla. Infatti il dispiacere non è soltanto mio ma di tutta la squadra. Comunque, per quanto mi riguarda, il rapporto con Egidio non cambierà di certo soltanto perché lui è andato via”.
Nonostante questo attaccamento però non siete riusciti a cambiare le cose.
“Purtroppo è stato proprio così. Il mister, ripeto, non c’entrava niente, se non sono arrivati i risultati era soltanto una questione di testa, la nostra, unita, e non si può negare l’evidenza, al fatto che ci mancassero diversi giocatori per noi fondamentali. Non vuole essere una scusante, ma quando per infortuni o altro ti restano fuori tre o quattro pedine fondamentali qualcosa ti manca per forza in campo”.
Due esoneri in due stagioni: analogie e differenze?
“Sicuramente le analogie ci sono anche se non sta a me dire quali. Io posso dire solo che entrambi gli allenatori, Dolcetti e Notaristefano, sono delle bravissime persone e che le colpe non erano loro. L’anno scorso l’avvicendamento aveva giovato alla squadra, speriamo succeda altrettanto quest’anno. Tutti devono capire la situazione e rendersi conto che bisogna darsi una svegliata”.
I problemi di tenuta fisica della squadra sono reali?
“No. E’ solo la testa che comanda, come ho già detto tante volte. Il problema è psicologico e basta. E mi sembra che anche il nuovo mister l’abbia già capito”.
L’obiettivo ora è conquistare i playoff.
“Sì, ma non mi piace molto sentir parlare dei playoff quasi come un traguardo già acquisito… Siamo ancora sesti soltanto grazie a un girone di andata molto buono. Dobbiamo capire che quell’obiettivo non è più lì a portata di mano come prima, bisogna riprenderselo con i denti e tenerselo bello stretto. Ce l’avevamo in mano e ce lo siamo fatti soffiare via. Quindi adesso andiamo a riconquistarcelo. A partire da domenica contro il Pergocrema”.