BIG MAX MEZZINI E QUELLA PARTITA STREGATA CON LA PERGO

30 dicembre 1990

SPAL-PERGOCREMA 0-0

Uno dei protagonisti assoluti, andando a ricercare vecchie partite con il Pergocrema, è senza dubbio Massimo Mezzini. Che proprio in questo incontro sfiorò più volte il gol. Gli inizi del centravanti, proprio come per tanti tanti suoi coetanei, sono per strada. Interi pomeriggi e, quando gli impegni scolastici lo consentono, dalla mattina alla sera, allegro e spensierato, a rincorrere il pallone. A dieci anni, terminato il quinquennio delle Elementari, Massimo Mezzini entra nell’A.C. Mazzini di Bologna, agli ordini di Cavina, un allenatore bravo e paziente. L’anno dopo è al Pianoro, quindi al Bologna, dove trova, come allenatore, l’ex spallino Zagatti. Ritorna al Pianoro per entrare, subito dopo, nel Modena. Con i canarini, prima di arrivare in prima squadra, fa l’intera trafila delle giovanili aiutato spronato e “sacramentato” da Gastone Mazzanti, un tecnico con una grande competenza per i giovani. Dopo i prestiti al Riccione e alla Centese ritorna, per una sola stagione, al Modena, per ripartire a Trento prima e a Ravenna dopo. Nell’estate del 1988 sbarca a Siracusa trovando come allenatore Paolo Lombardo. In Sicilia disputa un buon campionato e ancor meglio fa l’anno dopo a Battipaglia dove, con ben quattordici reti, contribuisce validamente a far vincere il campionato alla Battipagliese. Nella campagna acquisti del 1990 Massimo Mezzini arriva a Ferrara, chiamato dal Direttore Sportivo Giusto Lodi e da Paolo Lombardo divenuto, nel frattempo, allenatore della Spal. Con la maglia biancazzurra Big Max disputa un ottimo torneo segnando nove reti in trentaquattro gare e dando un bel apporto alla promozione in C1. Massimo Mezzini era un attaccante di movimento. Aveva l’umiltà di ragionare, di dialogare con l’intera squadra senza egoismi e avrebbe segnato molto di più se avesse passato molto meno a giocare per la squadra. Aveva un buon destro e non disdegnava l’uso del sinistro. Aitante fisicamente, con un’altezza alla Ibra o quasi, riusciva a essere pericoloso soprattutto nelle palle alte. Di lui i tifosi ferraresi non scorderanno mai, oltre alle capacità, la simpatiaa e la genorosità.

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