Premessa. A chi con cuore abita la propria utopia, a chi, ingenuo, ama. La trasferta di Gigignho s’era presa una pausa, una pausa che mi par doveroso spiegare. Non Maroni o maroni rotti (non meno maiuscoli), non disaffezione o altro. La vita mi aveva chiamato a rapporto e le ho dovuto rispondere, col cuore di un nipote, che in nome dell’amore, ha deciso di prendersi una pausa di rispetto (e paura) più che di riflessione. Son stato con mio nonno fin quando, assieme, la vita ci ha potuti tenere, ora, quando mai ne sentirò il bisogno, riprenderò a librarmi in quel caleidoscopio, alle volte mistico, che è lo scrivere ed il tifare. Per te, Gino.
Ore piccole di tensione date da alcool e smarrita abitudine, non romanzo, mi corico alle 2.22, la sveglia suona alle 2.30, una merda. Sette chilometri appena, sette, e veniamo fermati dai carabinieri per un controllo, non male, solo settecentosettantasette son quelli da lasciarci alle spalle, eh sì… Giungiamo a Ferrara dove, ad attenderci, ci sono gli altri e un amico che non conosco, è seduto davanti, vado per presentarmi e lo trovo assorto in pensieri con la sigaretta in bocca…: “Piacere, Luigi…”. Nessuna risposta: è un manichino, bomber anni 80′, pelato, bellissimo, un finto Cipriani. Ci rimango di merda. Debilitato da alcool e carenza di sonno, mi lascio scorrer un paio di regioni, fintanto la colazione mi riporterà alla mia condizione di uomo. Da ameba a uomo nel lasso di un cappuccino e brioches di spugna. Lasciamo l’auto a farsi fare il pieno mentre facciamo la detta colazione, c’è chi in faccia a qualsiasi convenzione sociale, opta per un salame felino… Facciamo per pagare il distributore e veniamo posti davanti a ciò che speravamo: una pattuglia della polizia, per niente rasserenata da quel losco figuro, si fa nei pressi della pompa di benzina… Il benzinaio: aò, è n’manichinooooooo…… Grosse risate da parte di tutti, noi ci siam persi questa scena incredibile, purtroppo solo raccontata! Il viaggio ha dell’infinito, ma dopo le nostre sette ore e una tormenta di neve a Roncobilaccio.
Siamo finalmente in Campania dove un sole e le palme ci accolgono, rigenerando un po’ i nostri umori. L’ospitalità e il folklore dei salernitani è ovunque, facciamo il biglietto e almeno cinque persone ci danno dritte su posti dove andare a mangiare. Alla fine, scegliamo chi direttamente ci accompagna. La locanda del pescatore, menù prezzo fisso, biancazzurro alle pareti, odore di pane appena sfornato da stravolgere i sensi, discorsi seri, semiseri, serissimi quanto i soliti, fottutamente idioti, di chi, ogni volta finisce: a noi della partita non ce n’è frega un cazzo… Cippo (il mezzo busto) ci tiene compagnia, tra gli sguardi attoniti dei commensali… io mi perdo in una coppietta di ottantenni dai modi garbati, dalla luce dei loro occhi e da quel senso dell’educazione che, misto alla parlata del luogo, mi fa sbarrare lo sguardo e ripensar al mio di nonno… Con discreto anticipo siamo nei pressi dello stadio. Il limoncello direttamente nella pizzeria “Salernitana”, tuttavia, data l’ora, per niente adorna di salernitani. Poi, l’incredibile, e può accadere solo al sud, in quell’atmosfera magica che è bene e/o male, riusciamo a entrare nei distinti di gradinata, noi sei e… “Cippo” che, dopo accurata perquisizione e pur privo di documenti, è dei nostri… Tra gli occhi increduli saliamo le scale dell’Arechi con un quantomai improbabile, dato l’infortunio: cippo-cippo gol, cippo go-olllllllllll………. Che idioti. Tutti vogliono toccare la sacra sindone.
Un Volpe impalpabile, rivedere Carrus, ritrovare l’odore dei fumogeni. Non teniam palla a centrocampo, non tiriamo da tutto il 2011. Mezz’ora, il gol dell’ex, rigore pulito pare. Birre coi salernitani, borghetti coi salernitani, chiacchiere coi salernitani. Poi la partita va anche un po’ peggio, eurogoal, 15.44, finita anche oggi e terza rete, espulso Coppola, il tesserato Vlado Smit che contraccambia il nostro “calore”, non vediamo l’ora finisca questa comparsata. Schifo, vomito, con tutto il rispetto scrivendo. Paura, la C2 è un attimo. Il bicchiere è vuoto, il grado di sopportazione colmo. Finito l’incontro qualcuno riesce ad avere un colloquio con i giocatori, la totale assenza di risposte e lo svilimento sono l’unica cosa di risposta… appunto. Non ci resta che l’acqua santa e otto punti senza punte da fare, di fronte a una squadra che, in pieno periodo di primi posti, si parlava di “completare”, squadra che poi, a fine gennaio è finita a esser la stessa, salvo avere (di fatto) una punta in meno. Il viaggio di ritorno è dolore allo stato puro, Napoli, Roma e Firenze sono incubi, Barberino del Mugello poi… bufera di neve a cancellar oltre noi anche la storia di questa giornata. Sono le 4.45, dormi Luigi che non ne vale la pena…