IL BENEFICIO DEL GUBBIO, LO SCETTICISMO CLASSICO E I VOTI SEVERI

Certo che se uno si mette lì a tavolino, e deve pure essere un maestro del genere thriller, e comincia a scrivere un romanzo basato sulla suspance è bene che prima passi di qua. Che prima, cioè, interpelli il popolo spallino che alla voce emozioni forti ha parecchio da raccontare. E’ successo anche a Gubbio, infatti. E’ successo che una Spal ritrovata sfiori il colpaccio inaspettato e veda svanire il sogno due minuti prima… di rigore! Di rigore è anche un complimento generale alla prestazione dei biancazzurri che al cospetto di una super squadra – aldilà del risultato, del rammarico e delle recriminazioni – hanno messo in campo carattere e forza e tonicità e voglia e qualità. Resta un punticino, è vero, in tasca e più che altro in classifica, ma è un punto comunque positivo anche se a vedere la distanza dai playoff oggi non c’è molto da stare allegri. Sui rigori contro e mai a favore salto completamente l’argomento perchè abbiamo già constatato che serve a zero lamentarsi. Un po’ come abbaiare alla luna.
Andiamo avanti. Attenzione, sette partite da giocare significano ventuno punti in palio, parecchi scontri diretti in programma (anche per la Spal) e faccio mia la frase che, da quando è a Ferrara, Remondina ha usato più spesso. Non bisogna mollare. Condivido e giro a tutti. Società, giocatori, tifosi. E’ ancora lunga, fidatevi. Nel bene e nel male, purtroppo. E qui ha ragione Pozzi a continuare a guardare anche indietro. Può succedere qualsiasi cosa, insomma, ma questa Spal ha i mezzi e lo spirito per continuare a sognare. In più non bisogna dimenticare la variabile impazzita che sono le penalizzazioni che arriveranno di sicuro e potrebbero cambiare un bel po’ di situazioni. E allora è davvero meglio andare avanti così, non fare calcoli, dimenticare tabelle e ipotesi varie ma giocare e basta. Possibilmente come a Gubbio in attesa di ritrovare qualche elemento fondamentale capace di fare la differenza.
La Spal di domenica scorsa può fare qualsiasi cosa. Soprattutto se ritroverà Smit subito e il nuovo attaccante Mendy si adatterà al volo. Ma di questo ne parliamo più in giù. Ritornando in terra eugubina (che cazzo di parola!), le indicazioni positive sono tante. Il gol ritrovato (altro record negativo evitato… e chiamatele, se volete, consolazioni), la solidità perduta invece riapparsa, anche una discreta manovra e alcuni giocatori non titolari – da Bedin a Colomba e non solo – decisamente in forma. Il rammarico è grande ma è più importante pensare domenica dopo domenica per evitare che si aggiungano anche i rimpianti per un campionato che poteva essere e non è stato. Il tempo c’è ancora. Già lunedì, per il posticipo, la Spal ha un’occasione fondamentale perché vale per la rincorsa ai playoff ma anche per mantenere le distanze dai playout. Con il Sudtirol i tre punti sono obbligatori. E con questa sostanza non si potranno fallire.
Prima di affrontare l’ultima questione di giornata, e cioè l’arrivo di Mendy, devo pubbliche scuse a un amico che è più di qualsiasi altro legame affettivo il capitano della Spal, decisamente penalizzato ingiustamente dalle nostre pagelle di domenica. Scuse che estendo anche a Belleri per un paio di settimane fa. In trasferta, come ovvio, ci “appoggiamo” a corrispondenti locali che comprensibilmente hanno occhi soprattutto per la loro squadra. A volte succede che possano valutare male le prestazioni dei biancazzurri. E’ successo con Zamboni domenica, con Belleri poco tempo fa, con Fofana in precedenza e, purtroppo, succederà ancora. Mi dispiace ma sono inconvenienti del mestiere. Per una volta, almeno, eviteremo le critiche di chi ci accusa da sempre di essere filo societari. Agli stessi, già che ci sono, consiglio una lettura attenta, il martedì, della nostra rubrica “rassegna stampa” che dimostra, senza mezze misure, che sulle stesse pagelle il nostro sito è più severo di qualsiasi quotidiano locale o nazionale. Alla faccia del presunto, falso trattamento di favore.
L’ultima questione settimanale e spallina riguarda il tesseramento dell’ultimo rinforzo stagionale, Jean Philippe Mendy. A parte la velocità con la quale la Spal è riuscita a risolvere la pratica e a sveltire una burocrazia di solito estenuante e infinita, la cosa che va sottolineata, più che il solito scetticismo al quale siamo ormai abituati, è l’assoluta mancanza di coerenza. Si è scritto e detto e urlato, pure giustamente, che l’errore di quest’anno calcistico è stato quello di assemblare una squadra con troppe “figurine”. Tanti giocatori, cioè, dai nomi e dal passato importante ma dallo spirito di sacrificio, dagli stimoli, dal carattere, dalla voglia, dalla corsa non adatti a questa brutta terza serie. Una teoria, questa, che anche su questo sito è stata più volte condivisa e non soltanto nel momento di crisi. Bene. Il problema è che poi arriva Mendy e non il bollito Marazzina che non si allena da cinque mesi e scatta la delusione, l’ironia, la diffidenza. A prescindere dal fatto che con internet, prima di scrivere o parlare, ci si può informare facilmente su chi sia e che cosa abbia fatto in carriera questo ragazzone che arriva a colmare una necessità assoluta, la contraddizione evidente è proprio questa. Basta nomi, stop ai vecchi, addio ex campioni e poi, però, non va bene nemmeno un giocatore ai più, chi scrive compreso, sconosciuto che nessuno ha visto veramente all’opera e sul quale, quindi, è praticamente impossibile esprimere giudizi reali. Nel frattempo il giocatore in questione è stato valutato per due settimane, e sul campo, dalla società, dall’allenatore e anche dal resto dei compagni ma non va bene lo stesso. Mah, sperem ben. Che non sia un paracarro. La Spal l’ha strappato al Real Madrid. E via di questo avvilente, masochistico e pure saccente passo dal momento, ribadisco, che nessun esperto commentatore su facebook e dintorni ha mai visto giocare Mendy. Posso immaginarmi che cosa ci toccherà leggere e sentire se, come spero, le prossime campagne di rafforzamento biancazzurre saranno simili a quella fatta l’estate scorso dal Gubbio, tanto per fare un esempio. Tre, quattro giocatorti esperti ma di categoria e un bel po’ di ragazzi affamati intorno. Già lo so. Sarà un massacro di cazzate assolute, la prossima estate. Chissà perché, poi, visto che qualsiasi spallino del mondo ha tutti i suoi buoni motivi per soffrire e, certo, non ha alcun bisogno di cercarsene di nuovi, assurdi e senza cognizione di causa. Ultimo consiglio di giornata ai diffidenti. Accendere l’Ipod e mettere a ripetizione il brano “Penso positivo” di Jovanotti. Non è tra i suoi migliori, anzi, ma chissà che non vi salvi da qualche martellata in meno sui vostri maroni spallini di per loro già erosi da acclarate delusioni.

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