LAURENTI, UN EX… PROVVISORIO CHE STA FACENDO BENISSIMO A MEZZOCORONA: MA SPERO DI RITORNARE A CASA

Giovanissimo, ferrarese di nascita, da sempre tifoso spallino. Giocare nella prima squadra della Spal deve essere stata la realizzazione di un sogno!
“Assolutamente sì. Giocare nella mia squadra del cuore, a due passi da casa, è il massimo della vita, una fortuna incredibile.”.

Quando hai capito che mister Dolcetti ti teneva in grande considerazione?
“Tre anni fa con alcuni ragazzi della Berretti siamo andati in ritiro con la prima squadra. Essendo  giovani e inesperti non eravamo tanto considerati, soprattutto dai senior del gruppo. Li guardavamo ammirati sperando di essere all’altezza della situazione. Poi Dolcetti ha iniziato a farmi giocare nelle amichevoli, all’inizio per poco tempo, poi addirittura da titolare. Finché un bel giorno la società e il mister mi hanno detto di volermi stabilmente in prima squadra. Ti lascio immaginare la mia gioia, per un calciatore alle prime armi avere la totale fiducia di tutti è fondamentale, ti dà grande carica e positività”.

Che effetto ti ha fatto entrare al Paolo Mazza da giocatore e non più da spettatore?
“I miei genitori mi portavano al Mazza già da piccolo, è stato il primo stadio in cui sono entrato.  Durante le giovanili nella Spal ho giocato qualche partita ma entrarci da protagonista, con la propria squadra, sentire le voci dei tifosi e vivere tutto il clima partita, prima e dopo, beh… è una cosa da brividi”.

Racconta…
“Come ho detto prima, noi giovanissimi non venivamo molto considerati all’interno dello spogliatoio. E’ inevitabile… i primi tempi ti ritrovi a vivere all’ombra dei giocatori più esperti, aspettando la grande occasione in campo. Così, facevamo gruppo tra di noi. Io, Marongiu, Pallara, Corsi, Bortel… Se penso alle risate che ci siamo fatti insieme mi viene ancora da sorridere. Anche adesso quando ci sentiamo al telefono qualche battuta scappa ancora…”.

Però c’è molto da imparare dai giocatori di esperienza!
“Un giocatore come me alle prime armi può solo imparare da un calciatore di esperienza. Ricordo che nell’anno di Dolcetti ammiravo tantissimo Bracaletti, un giocatore che in campo fa la differenza, tanto che durante l’allenamento mi perdevo a studiare i suoi movimenti. Anche da Corsi e Paolino Rossi, che hanno le mie stesse caratteristiche, per non parlare di Zamboni, sempre l’ultimo a mollare. Altri due giocatori che mi hanno impressionato molto sono Smit e Cipriani, non tanto per la loro bravura, che è risaputa, ma quanto per la grande umiltà che dimostrano sempre. Sono dei giocatori fortissimi, minimo da serie B, che giocano in una categoria inferiore senza farlo pesare. Si meritano altri palcoscenici. In realtà ognuno dei miei ex compagni di squadra mi ha insegnato qualcosa, ho passato dei momenti molto belli con loro al punto che quando sono partito ho trattenuto a stento le lacrime”.

Ti senti tutelato dalla Spal visto che sei ancora di proprietà della società?
“Sì, certo. Il Direttore Pozzi, prima di partire, oltre ad augurarmi tantissima fortuna per questa mia esperienza fuori casa, mi ha assicurato che sia io sia Marongiu saremmo stati sempre seguiti dalla società per ogni cosa. E così è stato…”.

Quindi speri di ritornare a Ferrara a fine stagione?
Ovviamente! Il mio desiderio è quello di tornare presto a Ferrara, dalla mia famiglia, dagli amici ma soprattutto perché vorrei tanto crescere e continuare giocare nella Spal. Lasciare i luoghi dove ho vissuto gran parte della mia vita non è stato semplice. Cambiare maglia, categoria, città mi ha fatto capire quanto la Spal sia conosciuta e apprezzata da tutti”.

La segui la Spal in questo finale di campionato?
“Sono sempre informatissimo sul campionato spallino. La domenica, appena finisco di giocare, cerco sempre di avere notizie. Quest’anno, approfittando di un anticipo di campionato della mia squadra, sono riuscito ad andare allo stadio a vederla giocare e sinceramente da una squadra così mi sarei aspettato altri risultati. So che non è una giustificazione ma sono davvero tanti i titolari infortunati, gli stessi giocatori che fino a poco tempo fa trascinavano la squadra alla vittoria”.

E’ risaputo che i giovani calciatori facciano molta fatica ad emergere. C’è chi sostiene che per arrivare servano soprattutto personalità, spirito di sacrificio e umiltà, tutte caratteristiche che le nuove leve difficilmente conoscono. Tu che cosa ne pensi?
“Personalità, spirito di sacrificio e umiltà sono qualità sicuramente essenziali per un giovane che si affaccia nel mondo del calcio. Poi c’è quello presuntuoso che con un gol crede di essere arrivato e quello più timido e modesto. Bisognerebbe trovare la giusta via di mezzo, mostrare tutto ciò che si sa fare in campo senza avere atteggiamenti strafottenti ma cercando di apprendere il più possibile da chi ha esperienza in questo lavoro. Questa è la mentalità giusta…”.

So che sei un suo caro amico. Secondo te perché Marongiu fatica così tanto a giocare, anche adesso al Casale?
“Non so quale sia il motivo preciso per cui non trova spazio in campo. Ho giocato con lui tanti anni e ti posso assicurare che ha delle qualità fuori dal normale e sono sicuro che prima o poi verranno fuori, già lo anno scorso ha fatto cose straordinarie. Forse non si trova molto con il pensiero dell’allenatore, Buglio, perché il mister è uno che punta più sulla corsa, sulla grinta in campo piuttosto che sullo stile e sulle giocate di fino, che poi sono le caratteristiche di Ale. Però sono certo che riuscirà a sbloccare questa spiacevole situazione molto presto”.

Adesso giochi nel Mezzocorona in Seconda Divisione fino a fine stagione. Il tempo di essere presentato alla stampa e sei subito sceso in campo convincendo in pieno…
“Non è mai facile arrivare in una squadra nuova. Se hai la fortuna di fare il ritiro precampionato riesci ad ambientarti con calma, ma se per caso arrivi in un’altra squadra a gennaio l’impatto è diverso. Quando sono arrivato in Trentino mi sono messo subito a disposizione del mister cercando di entrare velocemente nei meccanismi della squadra. Anche se la nostra classifica piange un po’ cerco di fare sempre del mio meglio, di dare il massimo come ho sempre fatto anche se ora sono infortunato e ne avrò ancora per un po’.  Certo, se tanta dedizione fosse premiata da bei risultati sarebbe decisamente più gratificante”.

Non è un gran momento per il Mezzocorona. Ma tu hai segnato un bellissimo gol contro la Virtus Entella, giocando in un ruolo che non è nemmeno il tuo…
“La stagione è decisamente in salita, la squadra è buona ma sono tante le cose che non vanno per il verso giusto. Rigori dati fuori area, cross sbagliati che si infilano all’incrocio, tante piccole sfortune che non ci aiutano per niente. Adesso il mio pensiero principale è finire nel migliore dei modi la stagione, a tutti capitano le annate storte e quest’anno sembra stia capitando a noi ma spero di essere smentito al più presto”.

Perché hai scelto proprio il Trentino rispetto all’alternativa Prato?
“In quel periodo il mio procuratore era in contatto con entrambi i club. Inizialmente ero più propenso verso il Prato ma poi nella loro campagna acquisti c’erano troppi giocatori con il mio stesso ruolo. Nel Mezzocorona, invece, l’allenatore è Domenicali, ferrarese come me, che mi conosce da tempo. Così parlando con lui mi ha convinto ed eccomi qui”.

Ti trovi bene in Trentino?
“Mi trovo benissimo. Certo, giocare in una categoria inferiore è tutta un’altra cosa, altri ritmi, altro impegno. Però qui si sta molto bene, con i ragazzi ho fatto subito amicizia, è un gruppo di persone fantastiche che mi hanno aiutato fin da subito a integrarmi nel migliore dei modi. Mi sa che quando a fine stagione tornerò a Ferrara mi dispiacerà molto lasciarli…”.

Cosa ti aspetti dal futuro?
“Bella domanda… Con i tempi che corrono già il fatto di avere una squadra è una gran cosa però  sono un ragazzo ambizioso, vorrei tornare a Ferrara per giocarmi le mie carte, sempre se questa è la volontà della società. Ne sarei molto fiero, se così non fosse valuterò altri ipotesi. Di sicuro questi sei mesi fuori casa mi sono stati utilissimi per il futuro”.

Prima di salutarti volevo farti i miei complimenti perché sei davvero una persona piacevole. In bocca al lupo per la tua vita e ti aspettiamo a Ferrara…
“Crepi il lupo! Grazie a te. Mi raccomando… sempre forza Spal!”.

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