13 maggio 1973
SPAL-RAVENNA 2-0
(Mongardi, Pezzato)
Faustino Goffi iniziò, come tutti in quegli anni, per le strade della natia Cologne Bresciano per passare, in seguito, nelle giovanili del Cologne. A diciassette anni il primo trasferimento, nel settore giovanile della Trevigliese, dove trovò mister Papini, un allenatore serio che pretendeva impegno da tutti. Faustino capì l’antifona e si adattò alla disciplina applicandosi con impegno. Non a caso, l’anno dopo, debuttò in prima squadra e grazie ai suoi gol permise alla Trevigliese lo storico salto in serie C. A vent’anni fu a Padova, era in serie B, giocò poco segnando però quattro reti, quindi un anno a Monza e di nuovo a Padova. Nell’estate del ’68 si trasferì a Treviso, due campionati e ben venti gol. Oramai aveva conquistato la fama del goleador per cui fu chiamato a Lecco che aspirava a ritornare in B, cosa che avvenne grazie alle “firme” di Goffi. A Ferrara arrivò nel novembre del ’72, la Spal era in C, la società e mister Caciagli preparavano la squadra per ritornare in serie B. Goffi non si smentì neanche con la maglia biancazzurra e alla fine del torneo la Spal ritornò in B. I tifosi ricorderanno sicuramente quel Faustino Goffi, vero mastino delle affollate aree di rigore, dove entrava senza nessun timore, sempre pronto a sfruttare il suo potente e preciso destro. Fisicamente non era un granatiere, forse aveva qualche centimetro in più del 1,70, però aveva una grande elevazione, un naturale colpo di reni che gli permetteva di inerpicarsi alla conquista delle palle alte. Grande modestia e grande impegno tecnico e tattico, un calciatore che anche oggi farebbe comodo a tanti presidenti ed allenatori. Quel giorno non segnò lui al Ravenna ma fu comunque tra i migliori in campo.