I RIMPIANTI, IL VIVAIO E LA STRADA DA SEGUIRE

Ci vuole tutta l’atavica spallinità dell’universo mondo per non essere allegri dopo uno Spal-Ravenna finito tre a zero. Eppure, nonostante il risultato, è stata una domenica piena di rammarico e rimpianto e anche rabbia, quella appena trascorsa. Non è bello, e forse non è nemmeno giusto, ma va così. Va, cioè, che questa stagione finirà nel dimenticatoio alla voce “quello che poteva essere e non è stato”. E finirà, magari, proprio lì. Attaccata ai playoff sempre più vicini ma sempre più impossibili perché manca troppo poco e gli scontri diretti contro le due avversarie più dirette dicono picche alla Spal.
Ecco perché bisogna fare uno sforzo mica da ridere per trarre consolazioni, buone notizie, aspettative, garanzie per il futuro. Per fortuna – ed è singolare che avvenga tutto proprio ora – vedo positivo affidando al destino e più che altro a un segnale preciso, in questo senso, le due imprese celebrate nel fine settimana dalla Berretti e dai Giovanissimi Nazionali. I primi concludono come meritavano una stagione esaltante. Il primo posto con settanta punti, a prescindere dagli imminenti playoff, testimoniano la bontà del lavoro fatto. I più piccoli, invece, conquistano in extremis l’accesso alla fase finale ai danni del Bologna dell’ex Binotto. Una doppia soddisfazione. Questi due successi, per certi versi anche inaspettati, ribadiscono una volta di più quale sia la strada da seguire. Che non vuol dire affidarsi alla sola giovane età. No. Vuol dire ripartire da qui. Significa, ma è un discorso vecchio, meno carriere alle spalle e più prospettive davanti. Investire ancora, e di più, e anche meglio, nel vivaio che ha reso simpatica e gloriosa questa società nel mondo del pallone. In questi anni molto è stato fatto ma non basta affatto. Anzi, siamo ancora lontani dal necessario nel calcio di oggi. I migliori bambini e ragazzi della zona devono avere come traguardo quello di indossare la maglia della Spal. E la Spal deve andare a cercarli. Soltanto così, aldilà di una botta di culo, di un po’ meno di sfiga e di una stagione dritta, si può lasciare il purgatorio della serie C. Ecco che cosa deve fare la Spal. Tutto il resto conta davvero poco. La questione direttore sportivo o meno e gli anticipati discorsi di mercato lasciano il tempo che trovano. Personalmente mi auguro di assistere a un calciomercato estivo pieno di illustri sconosciuti. Quelli che devi andare a cercare su internet per sapere chi sono. Che poi abbiamo ventuno anni o trentasette mi frega poco.

 

Mi interessa di più, molto di più, l’ho già scritto ma continuerò a farlo, sapere del potenziamento del vivaio, mi appassiona maggiormente ricevere notizie circa una buona partecipazione al Campus estivo, godrò letteralmente se leggerò sul sito ufficiale della Spal di una serie di iniziative create per riportare gente allo stadio e giocatori nelle scuole. Voglio scordare in fretta la desolazione del Paolo Mazza contro il Ravenna. Dimenticare in un battibaleno che i giovanissimi ferraresi non vanno alla Spal. Qui sì che c’è da lavorare. Ha scritto bene, qualche giorno fa sulla Nuova Ferrara, Paolo Negri. Ha parlato di operazione simpatia indicando quali sono i punti sui quali è necessario fare e investire. Ne condivido molti, di quei punti, con un particolare accento (insisto) sul settore giovanile. Leggere i risultati delle varie formazioni del vivaio fatti in questo week-end anche di fronte a club di serie A, mi allarga il cuore. L’hanno capito persino al Milan o alla Juventus che oggi come oggi non c’è via di uscita. Possiamo capirlo anche noi che non navighiamo nell’oro e che basta una fidejussione (prossima) per l’iscrizione al campionato a pesare come un macigno.
E invece stiamo sempre qui a sbavare per sapere se ci sarà qualcuno che affiancherà Pozzi o se Fabbro ritornerà a Ferrara. Con tutto il rispetto e la stima che nutro nei confronti del Comandante e nel Bomber me ne fotto altamente. Proprio non mi interessa. L’ha ribadito anche questo torneo che, appunto, rischia di concludersi con un bel po’ di rammarico. Persino calcolando i vari errori fatti – vedi due o tre acquisti sbagliati – e soprattutto mettendo nel conto il fatto di aver giocato un girone intero senza Cipriani senza contare gli altri infiniti infortuni andremo comunque vicini agli spareggi. Per tirare delle somme, non è stata poi così tanto sbagliata la squadra. Non è questo il punto, amici spallini. Il punto è che bisogna consolidare la struttura e questa del fotovoltaico, nella direzione che dicevo, sarebbe fondamentale se questo governo (ladro a prescindere) mettesse sta benedetta firma dopo essersi rimangiato la parola e aver gettato nella crisi vera chi aveva investito nel settore. E sono tanti, tra questi la Spal.
Da solo il Presidente Butelli non può andare avanti. Con o senza fotovoltaico. Leggo spesso di tizio o caio vicini all’ingresso in società. Chiacchiere perché seppur dotata di una decina di aziende che potrebbero comprarsi la Spal solamente con gli interessi bancali annuali, Ferrara in questo senso non risponde. E anche questo è un discorso vecchio. E allora, che fare? E allora ben venga questa operazione simpatia, prima di tutto. Ben venga un giocatore in meno in rosa e due osservatori in più nel settore giovanile. Ben venga un lavoro capillare sul territorio per riattivare le pulsazioni spalline a tutti i livelli. E ben venga, più di ogni altra cosa, questo finale di campionato perché, mentre scrivo, ho già superato i rimpianti e continuo a tenermi in tasca l’impossibile tabella playoff. Non succede ma se succede… Nel frattempo un gigantesco in bocca al lupo alla Berretti e ai Giovanissimi nazionali che, almeno su questo sito, troveranno sempre spazio e incoraggiamenti.

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