PRINI, IL COMPAGNO DI LIPPI CHE A FERRARA DIVENNE UN MARCATORE CORRETTO

2 gennaio 1977
SPAL-COMO 1-1
(Fasolato (rig.), Bonaldi)

Abitava nel celebre quartiere dell’Ortiga, Roberto Prini, e lì iniziò a tirare i primi calci indossando la maglia del Sita Sant’Agostino. Con la squadretta del quartiere rimase fino a dodici anni, quando la Solbiatese, che aveva il settore giovanile in via Ludovico il Moro a Milano Nord, lo adocchiò tesserandolo. Fu un’esperienza molto importante per la carriera di Prini, in quanto ad allenare i ragazzi c’era Bielli, un tecnico preparato e, soprattutto, molto esperto nel correggere i difetti tecnici dei ragazzi a lui affidati, non a caso, pur non essendo la Solbiatese un grosso club, vinse il campionato italiano Beretti. Il lavoro di Bielli su Prini diede i frutti sperati, infatti a diciotto anni il ragazzo fu aggregato in prima squadra e, con merito, disputò le ultime sette gare del torneo 1964-65. Nella stagione successiva fu titolare inamovibile con ben trentuno partite in serie C. Il buon campionato disputato convinse più di qualche osservatore che era sprecato per la “terza serie” e, alla fine, ancora ventenne, fu acquistato dal Bologna. Nella città petroniana ebbe fior di allenatori, da Luis Carniglia a Gipo Viani, da Oronzo Pugliese a Edmondo Fabbri e da ognuno imparò qualcosa di utile per la sua carriera. In più giocò con veri campioni come Giacomo Bulgarelli, Beppe Savoldi, Helmut Haller, Aristide Guarnirei. Nel pacchetto difensivo aveva come colleghi gente del calibro di Franco Janich, Tazio Roversi, Adriano Fedele, Franco Cresci e, malgrado questa notevole concorrenza, a Bologna disputò cinquantasette  gare vincendo anche una Coppa Italia. A ventisei anni fu acquistato dalla Sampdoria e disputò tre ottimi campionati formando, con Marcello Lippi, una coppia centrale non facile da superare. Grazie alla forte difesa la Sampdoria conquistò in quelli anni la metà classifica. Poi, come spesso succede nel mondo del calcio, la società genovese gli preferì, forse sopravalutandolo, Luciano Zecchini proveniente dal Milan e, nell’autunno del 1975, Roberto Prini sbarcò a Ferrara. Per l’intera squadra spallina non fu un torneo tranquillo, si succedettero ben tre allenatori ma, alla fine, grazie anche al grande impegno di Prini, fu un ottimo settimo posto in classifica. L’anno dopo, altro tourbillon di allenatori e…  retrocessione. Prini, però, fece sempre fino in fondo il proprio dovere, anche perché aveva un rendimento costante senza alti e bassi. Era serio e scrupoloso nel marcare il proprio uomo. Mai scorretto, mai cattiveria nei suoi interventi, aveva poca tecnica ma tanto naturale agonismo. L’anticipo era, forse, la sua migliore arma che, unita all’elevazione, garantivano  sicurezza  alla difesa biancazzurra e per gli attaccanti comaschi, in quella domenica, non fu facile superarlo tanto agevolmente.

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