IL COMMENTO. SPAL-COMO

E’ finita alle sedici e cinquantatré di una burrascosa e fresca domenica di metà maggio la prima éra di Cesare Butelli a Ferrara nel peggiore dei modi, con una sconfitta. La parola “rivoluzione” che tanta paura fa (soprattutto alle tasche) a questo punto diventa prioritaria su tutto, sa di doveroso atto di rispetto nei confronti di una piazza arrivata al colmo della sopportazione. Con che uomini e con che forze è presto per dirlo. Sensazioni poche, certezze zero se non un paio: la prima è quella che domani, per bocca del diesse Bortolo Pozzi, toccherà a Remo Turra espletare i pagamenti che la scadenza impone tassativamente e improrogabilmente a tutte le società di Lega Pro; l’altra certezza è l’agghiacciante clima in cui si è giocato oggi, davanti al minimo storico di spettatori paganti. Mai la Spal era arrivata così in basso. Urge porvi rimedio a costo di ricominciare ancora una volta tutto daccapo. Con un nuovo ciclo, un nuovo progetto. La piazza capirà e, peggio che disertare il “Paolo Mazza”, oggi gremito di ben centoventisei paganti e il cinquanta percento (a stare larghi) degli abbonati, non si potrà fare. Va in qualche modo ripagato e riconquistato un pubblico ferito, stanco e rassegnato; è necessario ricucire un rapporto che non ha più entusiasmo e passione ai suoi capisaldi anzi, sta rischiando di cadere nell’indifferenza più totale: questo sì che potrebbe diventare il male peggiore, incurabile.
Sono passati millecinquantatré giorni da quando Cesare Butelli diventava a tutti gli effetti il numero uno della società estense. Centododici partite di campionato. Trentacinque vittorie (diciotto in casa e diciassette in trasferta), trentasette pareggi (venti in casa e diciassette in trasferta) e trenta sconfitte (tredici in casa e diciassette in trasferta). Centoquarantadue punti fatti, settantaquattro in casa e quarantotto in trasferta. Centoquattordici gol fatti (cinquantadue in casa e sessantadue fuori) e novantasei subiti (quaranta in casa e cinquantasei fuori). Un sesto posto, poi un settimo l’anno scorso, infine un anonimo decimo. Playoff paradossalmente mancati per un punto il primo anno: in quelli successivi ne sarebbero bastati addirittura quattro in meno per giocarsi la B; Spal-Legnano finita 4 a 1 è stata la vittoria con il maggior numero di reti in casa del triennio, Cremonese-Spal 1 a 4 quella in trasferta, la più bella forse, per gioco e intensità dell’intero ciclo (tre gol di scarto lontani dal “Mazza” erano stati dati anche al Pescina nel giorno di Ognissanti del 2009 e al Foggia nell’ultima gara dello scorso torneo). Pesanti come macigni invece le sconfitte in casa contro il Ravenna per 3 a 0 del febbraio 2009 e quella di Salerno del febbraio di quest’anno, gara terminata con lo stesso passivo. Tre allenatori: Aldo Dolcetti (sessantotto punti in quarantasette partite, media di 1,44) sollevato dall’incarico dopo la gara interna contro il Lanciano del quindici novembre del 2009 e terminata 1 a 0 per gli abruzzesi, Egidio Notaristefano (sessantaquattro punti in quarantaquattro partite, media di 1,45) esonerato il tredici febbraio del 2011 dopo aver racimolato appena due punti nelle precedenti sei gare al termine dell’1 a 0 rimediato a Pagani e Gian Marco Remondina (dieci punti in dodici partite, media di 0,83); sette vittorie e cinque pareggi la serie utile più lunga di dodici risultati utili conseutivi dal quattordici settembre al sette dicembre 2008, benché mai la Spal sia riuscita a vincere consecutivamente più di tre gare in tre campionati. A perderne anche cinque di fila, invece, sì, il ciclo peggiore in assoluto della gestione Butelli: è successo sempre quest’anno, dal ventitré gennaio al ventisette febbraio. Quarantasette i giocatori che si sono avvicendati nei tre anni di gestione a cui vanno sommati gli esordi dei vari Marongiu, Pallara, Albini e Geovani provenienti dal settore giovanile. Giacomo Cipriani con ventitré reti in quarantacinque partite è il miglior marcatore della Spal di Cesare Butelli, Marco Zamboni con oltre ottomila minuti giocati il più presente. Guido Ghetti e Paolo Rossi gli unici a “resistere” dalla precedente gestione. I gol più pesanti che mancano all’appello sono quelli dei difensori: dieci la prima stagione, tre la seconda proprio come quest’ultima, a fronte di un contributo costante di quelli segnati da centrocampo e attacco. Difesa che a sua volta però, ha iniziato a imbarcare acqua più del dovuto quest’anno, soprattutto in trasferta dove la Spal, nel girone di ritorno ha letteralmente mandato la stagione ancora una volta a carte quarantotto

 

Due le frasi celebri targate Gian Marco Remondina che colorano appieno la stagione spallina: la prima “in quell’affare rettangolare (la porta) ogni tanto bisognerebbe anche avere la buona educazione di prenderci e tirare senza paura” alla fine dell’allenamento di ieri, la seconda, sempre dopo la rifinitura, “siamo pieni di bravi rigoristi, ma i rigori bisogna anche andarseli a prendere”.
Due frasi che dicono tutto e niente, come niente dice il dieci dato, tecnicamente parlando, sulle spalle di Colomba: vabbé, abbiamo visto anche questa, in fondo non è stata la cosa peggiore di giornata o di questa annata disgraziata (c’è sempre Fofana), ma ci va vicino. La partita di oggi? E’ finita 2 a 1 per il Como. Spal inguardabile per un tempo in un clima di mestizia generale, poi sfortunata, scalognata e sfigata come pochi nella ripresa quando i lariani hanno vissuto di rendita grazie a quattro miracoli di Dossena. Per il resto da dire c’è nulla se non che, per fortuna, non ne rivedremo poi così tanti, alla ripresa della nuova stagione, di questi splendidi e magnifici ragazzi a cui non possiamo che augurare ogni bene possibile. Ma lontano da Ferrara.
Anno del Signore 2011/2012: la Spal sarà ancora in Prima divisione con il non invidiabile primato di presenze: fanno ventitré. E nonostante tutto, ad agosto, quando ancora qualcuno sarà “distratto” dal mare e dalle vacanze noi saremo ancora qui. A tifare, scrivere e brontolare per la Spal. E magari anche a gioire. Perché prima o poi la ruota gira e toccherà anche a noi, dicono: “Fusse ca fusse la vorta bbona!”.

Attualmente LoSpallino.com raggiunge un pubblico che non è mai stato così vasto e di questo andiamo orgogliosi. Ma sfortunatamente la crescita del pubblico non va di pari passo con la raccolta pubblicitaria online. Questo ha inevitabilmente ripercussioni sulle piccole testate indipendenti come la nostra e non passa giorno senza la notizia della chiusura di realtà che operano nello stesso settore. Noi però siamo determinati a rimanere online e continuare a fornire un servizio apprezzato da tifosi e addetti ai lavori.

Convinti di potercela fare sempre e comunque con le nostre forze, non abbiamo mai chiesto un supporto alla nostra comunità di lettori, nè preso in considerazione di affidarci al modello delle sottoscrizioni o del paywall. Se per te l'informazione de LoSpallino.com ha un valore, ti chiediamo di prendere in considerazione un contributo (totalmente libero) per mantenere vitale la nostra testata e permetterle di crescere ulteriormente in termini di quantità e qualità della sua offerta editoriale.

0