Francesco Ghirelli (nella foto più in basso) è il Direttore Generale della Lega Pro. Come lui nessuno mai, almeno oggi, conosce davvero i problemi della categoria ma anche le prospettive future e le varie criticità che non riguardano solamente le difficoltà economiche. Ghirelli, poi, rappresenta una Lega che in mezzo a tante difficoltà ha scelto la strada del rigore con iniziative e provvedimenti concreti persino rispetto agli altri campionati maggiori spesso, e non da adesso, abbarbicati all’infinita querelle dei diritti televisivi che distraggono da più gravi problemi esistenti. Anche in questa intervista in esclusiva per LoSpallino.Com, il Direttore della Lega Pro non si nasconde e spiega le linee guida della prossima stagione con due parole che a nostro modo di vedere garantiscono spettatori e investitori. Rigore e coerenza. Rigore nel portare avanti una riforma e nel mettere in campo regole certe e uguali per tutti, coerenza nel comprendere che la crisi è assoluta e generale e certo non si può salvare la baracca, tanto per fare un esempio, (ri)disegnando gironi stravaganti come quelli di due anni fa. La sensazione, allora, è che si faranno gironi ancorati a una divisione tra Nord e Sud con tre, quattro eccezioni legate a singole richieste dei club (secondo indiscrezioni il Sorrento avrebbe chiesto di giocare nel raggruppamento A e il Foligno, invece, nel B) e a una divisione dovuta a motivi di ordine pubblico tra qualche società campana e toscana. In questo contesto, salvo colpi di scena, la Spal dovrebbe quindi, come logico, far parte del girone A.
Allora, Direttore, qual è il bilancio? Quindici esclusioni totali non sono nemmeno tantissime vista l’aria che tirava e le tante penalizzazioni arrivate durante la stagione?
“Quindici club spariti sono comunque, e non soltanto per il valore di alcune società, una perdita consistente. Certe città erano importanti per tradizione, bacino, storia. Peccato. Noi in qualche modo avevamo previsto questa situazione immaginando il prossimo campionato a settantasei squadre. Questa situazione è un segnale di difficoltà finanziaria nel Paese e non solo e non riguarda solamente il mondo del calcio. Poi ci si è messa la questione scommesse, una vicenda maledetta che poteva accentuare l’allontanamento della gente. E invece il calcio attira ancora gli imprenditori persino in Lega Pro per il nostro insediamento nel territorio e, crediamo, anche per la nostra volontà reale e concreta di aprire ai giovani. Bisogna spingere sulla riforma, il futuro si gioca qui”.
Crede che con queste esclusioni si eviterà un altro caso Salernitana? Mi spiego: i campani l’anno scorso si iscrissero al campionato e poi non pagarono mai prendendo una penalizzazione dopo l’altra e di fatto falsando il campionato nella speranza di ottenere una promozione che li avrebbe salvati…
“Noi le norme che dovrebbero evitare queste situazioni le abbiamo fatte. L’aumemto delle fideiussioni e, ancora di più, il fatto che in caso di penalizzazioni dovute a materia finanziaria i club perderanno i contributi previsti per l’utilizzo dei giovani. Le società dovrebbero avere la saggezza di programmare seriamente… sedici milioni a disposizione di chi punta sui giovani non sono pochi. Se poi qualcuno pensa di fare il furbo staremo a vedere…”.
Avete annunciato una pesante riforma dei campionati. Tre gironi da venti squadre e abolizione di Prima e Seconda Divisione. Quando succederà?
“Bisognerà portare questa riforma in Consiglio Federale tre giorni prima dell’inizio del prossimo campionato in modo da farla scattare nella prossima stagione. Il problema è l’Associazione Calciatori. E’ sbagliato mettere la testa sotto la sabbia. O si riforma o il crack è vicino. Pensiamo che a una resistenza dell’Aic sia grave e paradossale”.
Penalizzazioni, fideiussioni, scommesse, riforme… Da questo punto di vista la Lega Pro è decisamente attiva ma non vi sentite un po’ abbandonati, in quanto a rigore e non solo, dalla serie A e dalla B?
“Noi presenteremo il 28 alla stampa estera un importante accordo con una società internazionale contro lotta alle truffe e alla frode sportiva, parliamo di una società che è il meglio che c’è, tanto per dire come la pensiamo in materia. Insieme a questo manderemo un codice etico alle società al quale tutti dovranno attenersi. E’ una partita difficile ma ci vuole coordinamento tra governi, magistrature, polizie internazionali perché c’è un forte attacco in questo senso da parte dei mercati asiatici. Per rispondere alla domanda iniziale, noi non ci sentiamo i cattivi del calcio. Noi siamo responsabili, gli altri guardino in casa loro per far rispettare le regole altrimenti non si salva nessuno. Va bene che siamo un Paese refrattario alle riforme ma così non si va più avanti”.
Restando sulle scommesse. Per quello che può immaginare vi aspettate qualche retrocessione a tavolino e parecchi punti di penalizzazione? Glielo chiedo perché a parte quattro o cinque squadre non sembrano esserci grandi prove nell’inchiesta in corso…
“La prima cosa che ci aspettiamo è che la giustizia sportiva faccia il suo corso con rigore rispettando però i tempi. Fino a prova contraria concediamo il beneficio del dubbio a tutti. Ci siamo esposti subito, dopo mezzora che è scoppiato caso dicendo che in caso di rinvii a giudizio ci saremmo dichiarati parte civile per i danni non solamente di immagine ricevuti. Anche qui si rischia il crack. Se i tifosi o gli spettatori percepiscono che il risultato non lo decide campo, è un disastro. La credibilità del risultato sportivo e come si ottiene lo stesso è fondamentale. Cosa ci aspettiamo sul piano dei provvedimenti finali non lo possiamo dire perché non abbiamo tutti gli elementi per giudicare”
Quando stilerete i gironi?
“Appena terminati i ripescaggi, diciamo entro i primi dieci giorni di agosto”.
A proposito di gironi. Si va verso una ragionevole divisione Nord-Sud anche per contenere i costi oppure assisteremo a quei gironi misti che tanto fecero infuriare molti dei vostri club?
“Su questo tema il dibattito è aperto e articolato da sempre. Siamo attenti a due problemi in particolare: fare dei campionati competitivi e con una minor spesa possibile”.
Visto che c’è la tessera del tifoso che in teoria, e sottolineo la parola teoria, dovrebbe evitare incidenti, perché questa divisione non razionale allora?
“Prima dobbiamo avere la lista completa delle squadre che parteciperanno ai prossimi campionati”.
Ci risulta che molti presidenti si stiano organizzando per farsi sentire in caso di gironi… chiamiamoli così, stravaganti…
“Se così fosse, ne prenderemo atto e terremo l’iniziativa in grande considerazione”.
Tempo fa lei ha ipotizzato un maggiore “utilizzo” delle partite serali. Che cosa intendeva e quali sono le novità per la prossima stagione di Lega Pro?
“Quest’anno abbiamo immesso una norma sugli impianti di illuminazione. Abbiamo dato sei mesi deroga alle società non in regola che già facevano parte della nostra Lega e un anno alle neopromosse. Quando tutto sarà uniforme cercheremo di ragionare su orari. Il discorso è che cerchiamo visibilità. Se la serie A si sovrappone a noi, ecco che dobbiamo studiare delle alternative. Puntiamo molto su questo elemento caratterizzante entro due stagioni però”.
Continueremo a vedere i tornei di Lega Pro sui canali Rai?
“Sicuramente. Per noi la Rai e Raisport sono fondamentali”.