UNA NUOVA RUBRICA DE LOSPALLINO.COM FIRMATA PAOLO NEGRI. I GIOVANI, IL CALCIO MODERNO, LO SCETTICISMO E L’ITALIA… NEL PALLONE

Con questo bell’articolo, Paolo Negri, giornalista de La Nuova Ferrara da sempre al seguito della Spal per lavoro ma anche per passione comincia a collaborare con LoSpallino.com. Per la nostra redazione si tratta di un onore, di un contributo prezioso e di qualità che nobilità il nostro lavoro. Non serve sprecare righe per raccontare la carriera del collega e amico “Paolino”. Basta un grazie grande quanto il nostro amore per la Spal. Un grazie sincero da parte di tutti i collaboratori del nostro sito. Questa rubrica, dal titolo decisamente chiaro e significativo, è destinata a diventare un punto di forza che non si potrà non leggere ogni volta che le parole di Paolo Negri arricchieranno la nostra offerta a tinte bianco e azzurre. et

Una domanda: “Ma ci salviamo, quest’anno?”. Una considerazione: “Paolinoooo… Ho fatto l’abbonamento, ma solo perchè sono pensionato e non pago quasi niente…”.
Questa si chiama fiducia, e nell’ultima settimana me l’hanno regolarmente esternata più tifosi. Che dire: non capirò mai, ma proprio mai, il pessimismo-disfattismo cosmico che popola questa città. O, se proprio non si vuole generalizzare, la parte biancazzurra di Ferrara. E non si tratta dell’onda lunga di anni ed anni di mazzate assortite. No, è la fotografia del tifoso (da stadio o da bar) spallino.
Io, sinceramente, non so se la Spal si salverà, se arriverà dodicesima o quinta. So invece che quando allo stadio non andavo per lavoro, compatibilmente col mio borsellino l’abbonamento l’ho sempre fatto, ad iniziare da quando costava diecimila lire – ridotto ragazzi fino a quattordici anni – in serie B (epoca che non depone a favore della mia carta d’identità). E so che l’analisi del potenziale della Spal attuale non va fatto in base a parametri assoluti ed ambizioni di promozione, ma in rapporto ai parametri economici in base ai quali è stata costruita. E con questo budget non si poteva avere una squadra da serie B. Poi le variabili sono tante: si può toppare avendo speso soldoni pensando di aver allestito uno squadrone, come si può far bene pur con investimenti più ridotti. La qualità di solito si paga, ma la qualità bisogna anche saperla individuare, e lo si può fare senza svenarsi. Questo lo vedremo.
La mia non è piaggeria nei confronti della società, verso cui – anzi – nutro una criticità per alcune linee che non mi hanno trovato (negli anni, ed anche recentemente) consenziente. Credo però che un’analisi obiettiva debba prescindere da ogni convincimento personale di noi osservatori esterni, almeno se questo diventa fonte di pregiudizi. E, soprattutto, non capisco perchè a Ferrara, ove Paolo Mazza costruì sui giovani molte delle fortune della Spal, si debba storcere il naso (eufemismo) quando si tenta di riproporre un progetto-giovani.
Si dirà: i tempi sono cambiati. Vero, ma certe scelte di fondo – se veramente convinte – possono premiare sempre. E, soprattutto, se mancano risorse, o se le stesse sono limitate, bisogna cercare di crearne. Si aggiungerà: i giovani acquistati dalla Spal non sono prime scelte. Può essere, ma avete visto prime scelte del campionato Primavera approdare in Prima Divisione? Io, no. Oduamadi e Verdi sono andati in B al Torino, i migliori giovani della Roma sono in organico o sono stati divisi tra Bari e Crotone, Perin del Genoa è approdato al Padova, e via dicendo… Un osservatore della Juventus, presente all’amichevole col Santander, mi diceva che quando lavorava per la Sampdoria aveva segnalato Beduschi, all’epoca negli Allievi dell’Albinoleffe, e mi confidava pure come Taraschi e Ghiringhelli siano buoni giocatori: che motivo avrebbe per raccontarmi cose non veritiere?
Il problema è che in Italia (strano Paese, in cui un ministro che offende Montezemolo etichettandolo come “una scorreggia che non ha mai lavorato” fa meno notizia della serrata della serie A che con manovra di basso populismo si vuole mettere a carico di quei viziati miliardari dei calciatori, quando invece è evidente la responsabilità della Lega) si parla di scarsa fiducia ai giovani e di modello Barcellona, poi quando si tratta di passare ai fatti tutti gli addetti ai lavori dicono che “serve pazienza e pazienza non c’è, non si può aspettare un giovane, ci vogliono i risultati”, oppure di un giocatore ti chiedono “ma ha fisicità?”, perchè notoriamente Xavi, Iniesta, Messi e compagni sono mostri di fisicità…
Io in settimana ho metaforicamente goduto vedendo giocare il Manchester United. Stadio stracolmo, palla sempre a terra che viaggiava a velocità supersonica, età media della squadra inferiore ai ventitré anni, con quasi tutti i ragazzi in campo provenienti dal settore giovanile o di rientro da un prestito formativo. E nessuno, là, a dissertire sull’età del difensore centrale, sulle qualità dell’ala sinistra o sulle prospettive del mediano: no, entusiasmo, appoggio e grande divertimento.
In scala, ma forse sono un eterno sognatore, mi piacerebbe che anche qui (a Ferrara, intendo) si assorbisse questa mentalità, questa educazione sportiva. Fermo restando che una sana analisi critica è sempre opportuna. Questa Spal avrà le sue difficoltà, andrà incontro a qualche delusione, dovrà superare degli ostacoli, avrà forse bisogno di un ritocchino, sicuramente necessiterà di tempo. Ma solo le difficoltà formano. Ed un progetto, se tale vuole essere per davvero, necessita di pazienza, di calma, di strategia, di lungimiranza. Di appoggio, che non vuol dire atteggiarsi a zerbini.

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