SPAL-PISA 3-2 (26 marzo 1972). Marcatori: Musiello (2), Zanolla, Gonfiantini, Falchi. Personaggio: Giulio BOLDRINI.
Giulio Boldrini, autentica bandiera spallina, nasce a Ostellato dove, giovanissimo, inizia a giocare sul campetto adiacente l’asilo comunale. Su quel pezzo di terra, più o meno livellato, passò interi pomeriggi a rincorrere la palla con uno stuolo di coetanei. In seguito entrò a far parte dell’Ostellato, allora militante in Seconda Categoria. Dopo due anni di permanenza con i “gialli” fu promosso in Prima Categoria e indossò la maglia della Portuense.
A Portomaggiore ebbe come allenatore l’ex gloria juventina “Labo” Savino Bellini che, sicuramente, fu prodigo di consigli, non a caso, dopo un paio di anni con i rossoneri della Portuense, appena ventenne, fu trasferito alla Spal. Pur con il servizio militare fra i piedi, riuscì a diventare Campione d’Italia con la De Martino ma, soprattutto, a esordire nella massima divisione nel dicembre del 1967, giocando la gara casalinga contro i blucerchiati sampdoriani. Già nel debutto fece capire all’allenatore, il bravo Petagna, che poteva contare, con fiducia, sul suo impiego. L’attacco ligure aveva gente del calibro di Salvi, Vieri e Cristin, un trio di attaccanti di tutto rispetto, ma Boldrini fece fino in fondo ciò che gli era stato chiesto, tanto è vero che continuò a giocare, quasi in pianta stabile, in prima squadra, duellando con Gigi Riva, Amarildo, Gianni Rivera, Pierino Prati, Altafini, Omar Sivori, Sandro Mazzola, Mario Corso, il meglio in potenza e in classe di quelli anni. L’ascesa di Boldrini coincise, purtroppo, con due retrocessioni consecutive, ma il forte difensore fu sempre tra i migliori in campo, confermando che Mazza, ancora una volta, aveva visto lungo con la solita competenza.
Anche in quel Spal-Pisa di quasi quaranta anni addietro, Boldrini fu tra gli artefici della vittoria, bloccando i cannonieri pisani Joan e Buglioni. Giulio Boldrini non era un “ultimo uomo” bello da vedere, era una sicurezza difensiva, spazzava con decisione e tempismo, grintoso, duro nei contrasti, ma sempre corretto e cavalleresco. Non difettava nel gioco aereo, pur essendo appena al di sopra della media in altezza. Il suo miglior requisito domenicale era l’attaccamento alla maglia, la voglia e la determinazione di uscire dal campo vittorioso, di non mollare mai. Il biancazzurro fu, per Boldrini, una scelta di vita che comportò anche qualche sacrificio economico. Erano gli anni delle bandiere e Giulio Boldrini continua a essere una pietra miliare nella storia spallina.