IL CUORE BIANCAZZURRO SOPRA OGNI OSTACOLO. MA BISOGNA SBAGLIARE MENO GOL

SPAL-PISA 1-1 (1-1)

SPAL (442): Teodorani; Ghiringhelli, Zamboni, Pambianchi, Canzian; Melara (dal 39′ s.t. Cosner), Agnelli, Bedin (dal 35′ s.t. Migliorini), Laurenti; Marconi (dal 21′ s.t. Mendy), Arma. A disp.: Capecchi, Vecchi, G. Rossi, P. Rossi. 
All.: S. Vecchi.
PISA (442): Pugliesi; Audel, Raimondi; Esposito (dal 24′ s.t. Ton), Bizzotto; Tremolada, Obodo, Favasuli, Nicastro; Perna (dal 6′ s.t. Perez), Carparelli (dal 34′ s.t. Berardocco). A disp.: Sepe, Benedetti, Gatto, Strizzolo. 
All.: D. Pagliari.

ARBITRO: Manganiello di Pinerolo (Assistenti: Lunardon e Carovigno).
MARCATORI
: 11′ p.t. Perna (P), 35′ p.t. Arma (S).§
AMMONITI: Bedin (S), Arma (S), Zamboni (S), Favasuli (P) e Perna (P).
ESPULSI: l’allenatore in seconda Tacchi (P) per proteste al 28′ s.t.
NOTE: giornata umida, cielo coperto e violento acquazzone nel primo quarto d’ora, terreno scivoloso. Spettatori 3.000 circa, (1593 paganti, per un incasso di € 17.597, abbonati 1121, rateo di € 5.249,50).
Angoli: 7 a 3 per la Spal. Recupero: pt 2′, st 4′.

FERRARA – La Spal si sposa per la ventitreesima volta della sua storia con la terza serie e lo fa sotto un autentico diluvio universale: “Tra un po’ se continua così servono anche la pinne” osservano arguti i colleghi ospiti e mai presagio alla fine si rivelò più azzeccato, mentre dal cielo si aprono tutti i rubinetti possibili e inimmaginabili. Per i primi minuti è tutti contro tutti nell’acquitrino del “Mazza” che pur regge e neanche tanto malaccio, qualcuno si affretta a cambiare a tutta la velocità gli scarpini ai box in uno stop and go degno della formula uno ma il cielo presto rischiara e finalmente si parla anche di calcio giocato. Forse.
Decimo minuto, ecco il fattaccio: Tremolada dalla destra supera Canzian, arcobaleno in area di rigore perfetto e, tanto per cominciare, non si sa bene per quale motivo Teodorani rimanga colpevolmente incollato in porta come basìto dal gesto tecnico del pisano, ma non è questo il punto stavolta, anzi, è l’ultimo dei problemi. La disgrazia vera è firmata da Raffaele Perna, ultimo arrivato a Pisa nella finestra di mercato estivo che tutto è tranne che un esempio di lealtà, correttezza e sportività: il numero nove nerazzurro pensa bene di incunearsi tra le larghe maglie (diciamo anche questa) di Ghiringhelli e Zamboni e fin qui nulla di strano, non fosse per il tuffo, da vero pallanuotista e indisturbato e va a schiacciare in rete a due mani il gol del vantaggio toscano. Ti aspetti che l’arbitro (quello di Spal-Pergocrema 0 a 1, ricordiamolo) annulli e ammonisca il “pesce pallonaro”, ti aspetti che l’assistente, la signorina (o signora) Carovigno alzi la bandiera, invece no, va bene così e il Pisa va clamorosamente in vantaggio tra le ire dei biancazzurri.
Per due minuti il “Paolo Mazza” è terra di nessuno, Agnelli va addosso all’arbitro con mezza Spal a dar manforte al numero quattro spallino rischiando il rosso diretto e non meno di tre turni di squalifica, entra in campo anche tutta la panchina, a fatica si torna alla calma e anche la Ovest, bella, pimpante, accesa e calda come non mai, comincia a dispensare orgogliosamente i canonici cori di scherno che vanno per la maggiore in questi casi, prima al malfattore, poi alla terna con l’acqua ancora sugli occhi, evidentemente. Non è finita, Agnelli e Bedin vanno da Perna e gli intimano di dire “la verità”, pena la legge del taglione, ma il nove ospite glissa, se la ride sotto i baffi e tace: “Il calcio – dirà negli spogliatoi Pagliari – è anche questo”, ma noi la pensiamo in maniera completamente opposta.
La Spal accusa il colpo (ci mancherebbe) e per venti minuti il gioco corale nostrano è una cantilena spezzettata e lo spartito così ben preparato da Vecchi in settimana (che evidentemente, come dargli torto, nella seduta di rifinitura a porte chiuse non aveva messo in conto di doversi difendere anche dai tiri di… mano) è solo la brutta copia di quello visto nelle ultime uscite. I giovani biancazzurri sono nervosi e la manovra latita, la Ovest grida ancora più forte nel tentativo di scuotere i propri beniamini, smette persino di piovere ma la sostenza non cambia: la signorina (o signora) Carovigno sbaglia altri due offside e apriti cielo (stavolta in senso figurato), dalla “Campione” è un continuo peregrinare di tifosi dal centro all’angolo della curva per manifestare tutto il loro dissenso direttamente alla potentina. La Rari Nantes (dal latino, “rari nuotatori”) Pisa è poca cosa, si limita a difendersi e ripartire, la Spal si desta dopo l’ammonizione (prima era toccato a Bedin, Arma e Zamboni) comminata a quel “pesce pallonaro” di Perna, la curva libera un urlo di gioia e una secchiata d’insulti vecchio stile che fanno vibrare lo stadio e prima sfiora il pari con Bedin che in scivolata manca di un nulla l’appuntamento con la porta dopo un cross con il contagiri di Ghiringhelli, poi finalmente lo agguanta grazie ad Arma, abile a liberarsi di Esposito grazie a un assist al bacio di Melara. Gioia, tripudio e festa, gesti dell’ombrello a go-go all’indirizzo dei pisani (chissà se Pagliari dirà che il calcio è anche questo…) e palla al centro.
Da questo momento sarà Spal fino al novantesimo, nemmeno l’intervallo smorza l’entusiasmo dei padroni di casa che divertono il pubblico e si divertono tra di loro. Poco o nulla si rischia dietro perché Pambianchi le prende tutte, in mezzo Agnelli sale sul proscenio e dirige i suoi con ammirevole cuore, Bedin, Melara e Laurenti sono inesauribili tanto che ti chiedi se nella schiena abbiano quelle famose batterie che non finiscono mai e, mentre Arma se la spassa con Raimondi ed Esposito a suon di sportellate, eccoti il diciannovenne Ghiringhelli lasciar partire dai quaranta metri un pallonetto che solo un colpo di reni splendido di Pugliesi, colpevolmente fuori dai pali, strozza in gola l’urlo della “Campione”. Sembra che la Spal possa da un momento all’altro assestare il colpo vincente, sembra appunto.
Prima Arma ben servito da Canzian decide di piazzarla ai due all’ora, poi Mendy di forza si sgancia da Bizzotto ma tutto solo davanti a Pugliesi imprime al pallone la forza che potrebbe dargli un novantenne, poi ancora Arma si inventa una piroetta su se stesso e, anziché tirare, regala la palla alla difesa avversaria e per finire, sempre Arma, a cinque dalla fine, lascia partire una cannonata che si stampa sei metri sopra la traversa da posizione angolata ma comunque non impossibile per un attaccante del suo calibro. Insomma: Spal sprecona, Pisa che sentitamente ringrazia e se ne torna in Toscana con un punto oltre il merito e suderà parecchio se (non) giocherà come oggi. Qui, invece, ci divertiremo. Vedrete.

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