LA SPORTIVITA’ PRESUNTA, LE REGOLE FISSE E BIANCAZZURRE E IL RICORDO SENTITO

I dieci comandamenti spallini sono assolutamente memorizzabili. Forse persino più di quelli veri. Ogni tanto, però, è giusto ripassarli. Uno: non avrai altra squadra al di fuori della Spal. Due: non nominare il nome della Spal invano. Tre: ricordati di santificare la festa spallina. Quattro: onora la Spal. Cinque: non uccidere la passione spallina. Sei: non commettere errori impuri dimenticando di sostenere la Spal. Sette: non rubare le partite. Otto: non dire falsa testimonianza e cioè che esistono squadre migliori della Spal. Nove: non desiderare la squadra d’altri. Dieci: non desiderare il centravanti d’altri.
Questo cazzeggio magari un po’ blasfemo ma mai quanto il tifo per squadre diverse dalla nostra è un po’ il senso di questa rubrica che da qualche anno – prima su “La Nuova Ferrara” poi sul forum degli “Spallinati” e ora su questo sito – vuole prima di ogni altra cosa (ri)partire dalla passione, dal sentimento, dal tifo, anche dalla “malattia” per il bianco e l’azzurro. Elementi prioritari in uno spirito accecato, appunto, dal tifo. Personalmente quando fischiano un rigore contro la Spal è sempre un torto arbitrale. La Spal merita sempre di vincere. La Spal vincerà sempre il campionato. La Spal è sempre fortissima. Punto. Altrimenti che “malattia” sarebbe. Scrivo questo, ricordo cioè lo spirito di questa rubrica, per segnalare una sportività presunta che abbiamo solo noi ferraresi. Che nel commentare a caldo, ma anche a freddo, ogni partita siamo iper critici e mega sportivi. In tutto il resto del mondo si sorvola su un rigore non dato contro la propria squadra. Noi no. Così il penalty reclamato dalla Tritium domenica anche per noi è diventato un regalo dell’arbitro che non ha visto un rigore grosso come una casa. Ci faranno un monumento alla sportività, un giorno.
Ma questa era soltanto l’anteprima. I dieci comandamenti di cui sopra servono per non andare fuori tema. Il tema, insisto, della passione. Che questa settimana non può, e non deve, dimenticare una persona che in quanto a passione… beh, ci si può mettere in coda. Come avete letto anche su “Lo Spallino.com”, in questi giorni un altro biancazzurro vero e puro è morto dopo una lunga malattia. Mauro Cavallini, dirigente politico ferrarese, incarnava proprio quello che deve fare ed essere uno spallino doc. A parte la stima, alcuni comuni interessi, la simpatia e le tante “opere” fatte nella sua carriera, Mauro ha fatto una cosa bellissima. Una cosa di quelle perfette e fedeli al motto “farò quel che potrò per la mia Spal”. Ha, cioè, costruito l’enciclopedia spallina su Wikipedia. Un lavoro incredibile, prezioso, indelebile, immortale. Il bellissimo titolo che ha fatto il sito ufficiale della Spal per ricordarlo (“Lo spallino enciclopedico”) riassume alla grande il prezioso testamento bianco e azzurro lasciato da Mauro.
In questi anni, purtroppo, sono stati non pochi i tifosi dell’Ars et Labor che si sono accomodati lassù, sopra la Curva Ovest. Da Andrea Talmelli a Renzo Alberghini fino a Daniela Zappaterra e non solo. Tutti, sempre per quanto riguarda la parola passione, ne avevano da regalare più che da vendere. Adesso tocca affrontare la scomparsa di Mauro. E in questi casi è sempre difficile scegliere le parole adatte. Si diventa retorici, tristi nel ricordo di persone esattamente contrarie a questi sentimenti. Il bell’articolo di Paolo Negri che trovate ancora online è riuscito perfettamente a non cadere in questa trappola. Di mio aggiungo soltanto le righe di cui sopra sottolineando con quattro matite blu l’opera su Wikipedia dell’ultimo spallino che ci ha lasciato. E che ora si divide tra l’Isola di Ventotene che aveva scoperto e subito amato da qualche anno e lo stadio Paolo Mazza. Ciao Mauro. N’abraz.
Il resto di oggi è il pareggio della Spal nel campaccio di Monza. Nel complesso la prestazione meno brillante, almeno considerando tutti i novanta e passa minuti, messa in campo fin qui. Un bel primo tempo e poi poco altro contro una squadra che alla fine non occuperà la bella posizione di classifica attuale ma nemmeno l’ultima. Vecchi e i suoi, però, corrono sempre e giocano anche di più rischiando poco o niente. E anche qui la morale è sempre quella. Bisogna ricordarsi degli obiettivi altrimenti ci si accontenta mai. Bisogna pensare a divertirsi e a sostenere una squadra che in quanto a spirito ha pochi eguali nella recente storia spallina. Siamo nati per soffrire, amano ripetere spesso i tifosi biancazzurri. E’ vero ma quest’anno è diverso. La sofferenza ci sarà ma sempre accompagnata da alcune granitiche certezze. Quelle che hanno fatto, fanno e faranno sì che si vedrà giocare un gruppo di ragazzi poco “sparagnini” che, per restare in tema frasi fatte, onoreranno sempre quella gloriosa maglia che indossano. Pensateci bene che non è poco, soprattutto di questi tempi. La base di (ri)partenza, il nuovo corso, i giovani… Solo così si costruisce un futuro nemmeno troppo lontano diverso da chi ha tantissimi soldi, costruisce squadre sulla carta invincibili ma poi, alla fine o addirittura all’inizio, vedi lo Spezia, rimane con la carta dei pronostici in mano e può soltanto utilizzarla per altri scopi.
La classifica è meglio guardarla più in là a prescindere dalla penalizzazione annunciata e arrivata. Gli obiettivi sono altri e finora centrati. Far riavvicinare il pubblico, giocare a pallone, valorizzare qualche ragazzo, costruire l’ossatura di un gruppo che tra due, tre anni sia in grado con qualche ritocco di giocarsi sta benedetta serie B. Ci vuole pazienza in cambio di impegno e divertimento. E qui ci siamo. Non è mica poco atto secondo. Tu cosa ne dici, Mauro, la vogliamo aggiungere una voce enciclopedica su Wikipedia a proposito di questa Nuova Spal? Sì, ma fallo tu che a me scappa da piangere.

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