Aimo Stefano Diana, centrocampista esterno destro classe 1978. Cresciuto nelle giovanili del Brescia, sua terra d’origine, fa il suo esordio con le rondinelle in serie B nella stagione 1996/1997. Il passaggio alla massima serie è immediato: Parma, Sampdoria, Palermo e Torino. Nel 2010 rescinde il contratto con la squadra della Mole per trasferirsi in Svizzera, precisamente al Bellinzona, squadra del Canton Ticino dove però non riesce a giocare con continuità: per questo motivo decide di tornare in Italia e da due settimane ricopre il ruolo di terzino destro nella formazione del Lumezzane dopo aver rifiutato allettanti offerte dalla serie cadetta.
Sei arrivato al Lumezzane dopo un mese e mezzo di inattività. Come ti senti fisicamente alla vigilia della tua seconda di campionato?
“Non posso ritenermi nel pieno della forma ma sto lavorando intensamente per recuperare il mio potenziale. Mi alleno sistematicamente da due settimane, praticamente da quando ho firmato il contratto con il Lumezzane, ma domenica ho giocato la partita per tutti e novanta i minuti senza alcuna difficoltà, dunque posso ritenermi pienamente soddisfatto del lavoro che sto svolgendo, la condizione fisica, si sa, arriva solo giocando”.
Come hai vissuto l’esordio in Lega Pro tu che hai una carriera per la maggior parte giocata nella massima serie?
“Quando scendi in campo non conta affatto la categoria in cui giochi, almeno io non ci penso, l’obiettivo che mi prefiggo è giocare una buona partita, saper gestire tutte le situazioni in campo e, ovviamente, portare a casa i tre punti. Calcare domenica scorsa il “Comunale” è stata una grande soddisfazione, ero da qualche mese senza squadra in attesa di una chiamata, sono arrivate tante offerte, anche dalla serie B, ma ho puntualmente rifiutato, non ero molto sicuro di andare in un club che avesse preoccupazioni diverse da quelle di dare quella giuste dose di sicurezze ai propri giocatori per metterli nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Il mio scopo unico era giocare, non volevo stare fermo, quindi appena è arrivata la proposta del Lumezzane ho accettato senza pensarci su due volte”.
Torni a calcare terreni bresciani, ritorni così ai tuoi esordi giovanili.
“Secondo motivo per cui ho scelto di accettare la proposta del presidente Cavagna (nella foto in basso a destra insieme a Diana il giorno della presentazione). Volevo avvicinarmi a casa, non è stato certamente un ripiego il Lume. Ho incontrato gente lasciata molto tempo fa, so che il Lumezzane è una società seria che non ha mai avuto problemi societari e ha sempre fondato il suo lavoro su mezzi propri e dove la passione calcistica viene prima di ogni altra cosa”.
L’inizio di campionato non è stato dei migliori per il Lume, le prime tre partite perse (contro Benevento, Taranto e Carpi) e con passivi decisamente pesanti, senza segnare mai un gol. Domenica invece è arrivato il primo pareggio contro la Ternana: è l’inizio della risalita?
“Quando sono arrivato si respirava molta tensione nello spogliatoio, rimanere a quota zero non è certo piacevole. Il pareggio di domenica, aldilà del punto conquistato in classifica, ha rappresentato per tutti una scossa, certo non ci ha risolto i problemi ma ci ha dato morale. La Ternana, secondo il mio punto di vista, è una squadra temibile che lotterà per posizioni di vertice, per questo sono soddisfatto della nostra prestazione: è vero, non abbiamo fatto gol, ma non ne abbiamo neppure subìti”.
Il tuo ruolo è sempre stato quello di centrocampista esterno destro, ora ti è stato affidato quello di terzino destro: sei tornato ad occupare la tua posizione di inizio carriera.
“Sono partito come terzino, poi nel tempo mi sono portato più avanti. Ora ricopro nuovamente questa posizione su esplicita disposizione del mister: mi piace, non ho alcuna difficoltà in quanto mi ritengo un giocatore molto duttile in campo e posso spostarmi facilmente in base alle esigenze richieste”.
Un anno fa stavi per vestire il biancazzurro.
“Sì, l’anno scorso ci sono stati contatti e a un certo punto sembrava che il mio arrivo alla Spal fosse imminente. Sono state fatte poi altre scelte ma questo non conta, è il calcio e va benissimo così. Ferrara è una bella piazza che deve al più presto tornare in altre categorie”.
Vanti undici presenze in Nazionale. Com’è andata con gli Azzurri?
“Scontato dire che è stata un’esperienza unica, anche se breve a causa di una pubalgia che mi ha escluso dalle convocazioni per Germania 2006. Ho vissuto il passaggio da Trapattoni a Lippi, ho anche qualche presenza con Donadoni, ma ho giocato principalmente durante l’era Lippi nel periodo che portava ai Mondiali. Avevo capito che si poteva vincere, lo spirito era quello giusto, purtroppo poi ci si è messo l’infortunio, ma resto davvero onorato di aver vissuto con un gruppo che ha conquistato la coppa del mondo. La mia esultanza si è fermata al gol messo a segno durante un’amichevole con la Costa d’Avorio”.
E della tua esperienza elvetica? Com’è vissuto il calcio in Svizzera?
“Ho trascorso due anni a Bellinzona, ed ho portato a casa un’esperienza davvero positiva. Il calcio lì è vissuto con molta partecipazione, gli stadi sono sempre pieni. Il gioco è meno tecnico, ci sono molti meno tatticismi, è un calcio d’intensità, estremamente fisico, l’agonismo la fa da padrone. C’è molta attenzione sui giovani, anche in virtù del fatto che nel 2009 la Svizzera ha vinto il Campionato mondiale di calcio Under 17. Successivamente a questa data molti club italiani si sono rivolti proprio a questi giovani talenti elvetici e molti giocatori che attualmente militano nella seria A italiana provengono da club svizzeri. Tanto per fare due nomi: Inler e Dzemaili”.
Sei arrivato al Bellinzona dopo che il Torino ti aveva messo fuori rosa. Cos’è successo in quel frangente?
“Torino è un ambiente particolare. Diciamo che era finito un ciclo, loro volevano ripartire da ragazzi giovani, anche perché non riuscivano più a sostenere ingaggi importanti. Il clima non era sereno, neppure in città con i tifosi. Ho preferito cambiare strada e dare un taglio con il passato. Da qui, oggi, ricomincia la mia carriera che spero ancora sia molto lunga”.
ANNOTAZIONI TATTICHE
Periodaccio per la squadra valgobbina: un punto in classifica, zero gol fatti e nove subìti, un bilancio pesantissimo a cui in qualche modo dovrà rispondere domenica prossima a Ferrara mister Nicola. Difficile pensare sia in bilico la panchina di uno degli allenatori più interessanti, che l’anno scorso ha mancato addirittura di pochissimo il traguardo dei playoff con i rossoblù, ma la realtà porta a credere che in caso di ennesimo risultato negativo la società possa anche decidere di dare una svolta tecnica con la figura dell’ex centrocampista del Brescia Luciano De Paola tra le più gradite alla società di patron Cavagna. Non è il Lume di un anno fa, questo è assodato. L’infortunio capitato al giovanissimo (e fortissimo) attaccante Inglese è un’assenza davvero difficile da colmare, dal 4231 che tante soddisfazioni aveva dato nei mesi scorsi, si è passati a un più compatto 442 che dovrebbe essere riproposto anche al “Mazza”, complice anche il quasi sicuro forfait di Bradaschia, uscito anzitempo contro la Ternana per problemi muscolari. Da verificare le situazioni inerenti i centrocampisti Finazzi e Faroni, entrambi finiti addirittura in tribuna domenica scorsa dopo il 3 a 0 rimediato a Benevento: punizione esemplare (come si vocifera) o turno di riposo, per così dire, “forzato”? Lo scopriremo probabilmente solo al momento delle convocazioni ma tutto lascia presupporre per un loro immediato rientro con Sevieri e Loiacono (il giustiziere della Spal la scorsa stagione) eventualmente candidati alla panchina. Spostando l’attenzione su situazioni prettamente tattiche, attenzione alla corsia di destra con Diana e Antonelli che sanno abbinare qualità, quantità ed esperienza mentre in mezzo uno spezzone di partita lo farà senza dubbio il senegalese Baraye che, insieme al ghanese Dadson, rappresenta uno dei prospetti giovanili più interessanti di questo girone di cui già oggi si certifica un futuro su grandi palcoscenici. Dietro ci si affiderà soprattutto a Malagò, in attacco il bomber è l’ex bolognese Fausto Ferrari, affiancato da un Gasparetto dato non ancora al meglio della condizione. In porta quel Brignoli, sogno sfumato della Spal nell’ultimo mercato estivo.
LA PROBABILE FORMAZIONE
LUMEZZANE (442)
Brignoli; Diana, Luciani, Malagò, Pini; Antonelli, Finazzi, Dadson, Faroni; Gasparetto, Ferrari.
All.: Nicola.
BALLOTTAGGI
BRIGNOLI-ROSSI 60%-40%
FINAZZI-SEVIERI 55%-45%
FARONI-LOIACONO-BRADASCHIA 50%-45%-5%
DADSON-BARAYE 50%-50%
INFORTUNATI
BRADASCHIA (a)
GIOSA (d)
INGLESE (a)
SABATUCCI (d)
SQUALIFICATI
nessuno
LA ROSA
Portieri
Brignoli, Ostricati e Rossi
Difensori
Bertè, Diana, Giosa, Guagnetti, Luciani, Malagò, Mollestam e Sabatucci
Centrocampisti
Antonelli, Baraye, Dadson, Faroni, Finazzi, Fondi, Loiacono, Maccabiti, Pini, Prevacini e Sevieri
Attaccanti
Bradaschia, Ferrari, Galuppini, Gasparetto, Inglese e Lasagna
IL CAMMINO
1a giornata 04/09/2011 Lumezzane-Taranto 0-3
2a giornata 11/09/2011 Benevento-Lumezzane 3-0
3a giornata 18/09/2011 Carpi-Lumezzane 3-0
4a giornata 25/09/2011 Lumezzane-Ternana 0-0