CRIACO, L’ALLENATORE DEI PORTIERI: TEODORANI E CAPECCHI SONO DUE RAGAZZI ECCEZIONALI E ALLA SPAL MI TROVO BENISSIMO

Ci racconta un po’ la sua esperienza professionale?
“Come portiere ho giocato al massimo in C2. Come preparatore invece ho iniziato la mia esperienza a Bologna con le giovanili. Ho lavorato quattro anni con la Primavera, e abbiamo vinto il campionato Allievi Nazionali con Pioli. Ho avuto modo di lavorare anche con Perinelli. La mia prima esperienza con una prima squadra è stata a Latina in C2. Poi a Crevalcore. Altri sei anni li ho passati al Modena, tra Primavera e Allievi Nazionali. E infine sono arrivato a Ferrara, dove lavoro da due anni. Il primo l’ho passato con i ragazzi della Berretti, e adesso sono qui in prima squadra”.

Quali sono state le sue esperienze più importanti?
“Per quanto riguarda le giovanili lo scudetto con gli Allievi Nazionali del Bologna. Per quanto riguarda una prima squadra direi questa mia prima stagione alla Spal. É forse la cosa più importante che abbia mai fatto fino ad ora. Sotto tanti punti di vista. E per questa grandissima opportunità vorrei ringraziare molto la società e mister Vecchi, che mi hanno dato fiducia e hanno deciso di scegliere il mio lavoro”.

Com’è lavorare qui a Ferrara?
“Mi trovo molto bene. Mi piace il piglio dei ferraresi; l’ambiente che c’è alla Spal. Lo dice uno che è passato anche in qualche ambiente non subito facile. Qui si riesce a lavorare bene. E si sente il bisogno di farlo. Perché conoscendo i trascorsi gloriosi di questa società, ed essendo amico di alcune persone che qui hanno giocato, sento l’obbligo di impegnarmi e dare il massimo. Di essere all’altezza, diciamo”.

Come imposta il suo lavoro di allenamento?
“Nel lavoro con i ragazzi cerco di creare un clima fatto di condivisione e di sensazioni. Cercare di essere sulla stessa lunghezza d’onda per capire dopo ogni domenica cosa è andato bene e cosa è andato male, e da questo impostare il lavoro. Credo che quando si ha a che fare con un portiere adulto essere troppo schematici non sia utile. Un allenamento non può essere solo una serie di esercizi da fare. Si cerca di guardare insieme come migliorare e ci si lavora”.

Ci racconta di Capecchi e Teodorani?
“Sono due grandi persone. Come ho già accennato, nel mio lavoro io metto al primo posto il rapporto umano. Il rapporto con la persona che mi trovo davanti. Mi piace avere a che fare con gente seria e che abbia voglia di fare. Infatti quello che cerco di trasmettere di più è proprio la cultura del lavoro. Tanto lavoro per arrivare ai risultati. Da questo punto di vista, che per me è il più importante, i nostri due portieri sono i compagni ideali. Luca è una grande persona. Oltre che un grande atleta. E credo sia una fortuna per Alex averlo vicino, perché da lui ha davvero molto da imparare. Sento che si fanno spesso discorsi sull’esperienza che i più anziani devono passare ai più giovani. Forse iniziano a diventare scontati. Ma sono verissimi. Luca, per Alex può essere un esempio che lo aiuterà davvero a crescere come professionista e come persona. Anche di Alex ho grande stima. Sta reggendo bene la pressione che deriva dall’essere già titolare in prima squadra, in una piazza importante come Ferrara. Lui è arrivato qui sapendo un po’ cosa lo aspettava, anche perché qualcosa glielo aveva già raccontato Ravaglia. Però è sempre un ragazzo. La pressione la sente. Ma è consapevole anche del fatto che lui è qui per crescere. Per imparare spesso bisogna sbagliare. Il nostro lavoro è cercare di sbagliare il meno possibile. Comunque sta facendo bene, e le premesse per continuare mi pare ci siano tutte perché lui è un ragazzo serio che ce la mette tutta, e Luca gli sta sempre vicino, un po’ per passargli l’esperienza e un po’ per tenerlo sempre sul pezzo”.

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