MA ERRORI E SVISTE NON CANCELLANO LO SPIRITO DI SQUADRA MIGLIORE DEGLI ULTIMI ANNI

Meglio scriverlo subito. Non ho bevuto prima di scrivere questo articolo. E non ho bevuto nemmeno domenica pomeriggio mentre dentro a uno schermo quattro per quattro (centimetri, intendo) su un sito giapponese vedevo, o meglio: cercavo di vedere, Spal-Sorrento. Per la verità, e per la precisione, non ho bevuto neanche i giorni precedenti causa dieta e quindi nei miei giudizi a seguire l’alcol non ha alcuna responsabilità.
Cerco di consumare in pochissime righe quelli che, purtroppo, sono diventati gli argomenti principali del post partita. Quindi gli errori della terna arbitrale. Tutto vero, per carità. Ma da sempre mi rifiuto di credere nella malafede. Ci credessi, non sarei qui a scrivere e non guarderei più alcuna partita, Spal compresa. Credo, invece, nell’incapacità. E la terna vista domenica era decisamente incapace. In ordine: due fuorigioco sbagliati nel primo tempo, uno dei quali, senza bandierina alzata, avrebbe visto Arma solo soletto davanti alla porta. E poi: l’espulsione di Zamboni che ci stava ma era viziata da un fallo su Castiglia. E ancora: il gol di Arma, assolutamente regolare. Infine. un altro fuorigioco fischiato al centravanti nonostante fosse tenuto in gioco da tre,  ripeto: tre, avversari. La sconfitta, nessun dubbio, nasce e finisce qui. Nell’inferiorità numerica e, ancora di più, nel vantaggio azzerato erroneamente da quel guardalinee che se fa a gara con mister Magoo perde quattro a zero in casa.
Scritto tutto questo, il lunedì del tifoso spallino qualsiasi, quindi anche il mio, è sempre triste se preceduto da una sconfitta. Mi è successo raramente di conservare il buonumore nonostante zero punti e anche un bel po’ di rodimento di culo visti gli episodi di cui sopra. Eppure è così. Dopo aver rivisto, stavolta su schermo regolare, la partita, infatti, a tratti mi sono addirittura esaltato. Un primo tempo buono, una compattezza di squadra che non ricordo nelle ultime stagioni, le occasioni create e poi il carattere. Eccolo l’argomento (mio) a scelta. Il carattere. Mi sono quasi emozionato subito dopo l’espulsione di Zambo. Ero triste come un tifoso del Portogruaro “costretto” a tifare per il Portogruaro quando siamo rimasti in dieci. Penso che se fossi stato un giocatore mi sarei avvilito e avrei, da quel momento, vagato per il campo come una lumaca bavosa e strisciante. E invece i ragazzi di mister Vecchi hanno avuto una reazione mai vista, per circoscrivere il paragone, negli anni della gestione Butelli. Una reazione d’orgoglio, anche di rabbia, ma lucida. Si sono messi lì, ci hanno provato senza strafare, senza sbagliare, senza perdere la testa. E hanno giocato a pallone. Bella forza, dirà qualcuno. Bella forza sta ceppa, rispondo io. Perché in fatto di “giocare a pallone” questa è la Spal più bella da diverse stagioni a questa parte. Non c’entrano, almeno qui, le ambizioni ridotte e quindi le aspettative minori. No. E’ un fatto oggettivo. Basta guardarli, questi ragazzi, e non solamente contro il Sorrento. Che, scritto per inciso, a Ferrara non ha fatto una grande partita, cinismo da grande squadra a parte, ma per merito dei biancazzurri, non per demerito degli uomini di Sarri.
C’è stata una bella fetta di partita nella quale la Spal aveva otto giocatori, se non ricordo male, sotto i ventitré anni. Mi diceva l’amico e collega Paolo Negri domenica sera che la differenza anagrafica tra le due formazioni era di mezzo secolo. E non si tratta di numeri inutili. Ecco perché il mio spirito spallino, e credo di non essere il solo a giudicare dai tanti applausi giustamente tributati a tutta la squadra al termine dell’incontro, è bello carico, vivace, orgoglioso e ottimista. L’abbiamo e l’ho scritto già infinite volte che quest’anno è, appunto, un anno di transizione ma qui c’è tanto di buono su cui lavorare per un futuro assolutamente non lontano. La classifica, ora, è da salvezza tranquilla. Quindi in linea con l’obiettivo stagionale. Ma alla Spal mancano minimo minimo tre, quattro punti meritati sul campo. Una ragione in più per far convergere questa “rabbia” sana sul riscatto e mi riferisco soltanto a risultati migliori. Siamo ancora all’inizio, ci sono squadre in ritardo, altre che non reggeranno il passo ma c’è anche una Spal che ha già dimostrato molto. Prima di tutto una solidità di squadra veramente sorprendente e poi anche una capacità di subire poco degna di formazioni con tutt’altra esperienza non solo in fatto d’età.
Onestamente credo che sia difficile chiedere a Zamboni e compagni di fare meglio di così. Io mi accontento di continuare su questa strada con la certezza che di mister Magoo non c’è ne sono poi di così orbi e che, ogni tanto, anche a chi tifa per il bianco e l’azzurro una botta di culo capita. Così facendo, continuando a giocare in questo modo e a mettere in campo la voglia, lo spirito e, ribadisco, il gioco che tutti gli spallini hanno fin qui potuto apprezzare, è meglio guardarla alla fine, la classifica. Per una volta, perché sto crescendo – e non c’entra il mio misero e “arrotondato” un metro e settanta – me ne fotto pure della scaramanzia e scrivo serenamente che se si vedrà la Spal ammirata contro il Sorrento da qui al termine della stagione non esiste obiettivo impossibile. Senza dimenticare, però, altrimenti ci si gusta nulla e non ci si accontenta mai, che considerando le premesse siamo già un bel passo avanti. E allora: continuate così che se ci divertiamo anche quando perdiamo, figuriamoci cosa possiamo e potremo fare quando – chiedo scusa per il riadattamento di uin mitico coro – dopo che “con Mazza c’è stata la gloria”… “con voi tornerà la vittoria”. Ops. Le vittorie!

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