IL GIOCO, LE SIMILITUDINI TRA SPAL E ROMA E NOI GIORNALISTI UN PO’ COSI’…

“Dobbiamo poter sopportare le sconfitte e imparare”. Parole e musica di Walter Sabatini, il miglior dirigente del calcio italiano, diesse della Roma. Una frase, quella di Sabatini, pronunciata a commento della sconfitta patita dalla Roma mercoledì sera a Genova. Un risultato illogico, ingiusto, insensato, per chi ha assistito alla partita: gara a senso unico, pallino sempre in mano ai giallorossi che hanno stra-dominato, attaccato, giocato dall’inizio alla fine. Sulla logica del risultato si sono genuflessi ieri i cronisti di tutta Italia, scrivendo che non paga la scelta dell’attacco baby (Lamela, Bojan, Borini), che la Roma non trova continuità, che le scelte di Luis Enrique non convincono; 6 il voto più alto a un giocatore romanista. Ma l’hanno visto come è arrivato il gol-vittoria del Genoa?
Io quest’anno in serie A tifo Roma. Nel senso che mi farebbe piacere vincesse qualcosa. Ci spero perchè c’è Walter Sabatini, perchè trovo affascinante il progetto tecnico avviato, perchè credo nel gioco e nei giovani (tra i quali quel Fabio Borini forgiato da Gigi Pasetti nelle giovanili del Bologna). Lasciamo stare i continui richiami (dei giornalisti) al Barcellona, quelli c’entrano nulla. Come i pianti partenopei di Mazzarri che tra l’altro afferma che Guardiola guarda al Napoli e infatti prova la difesa “a tre”, dimentico (Mazzarri) che la sua difesa è “a cinque” e che Guardiola e il Barça con la retroguardia “a tre” (vera) ci giocavano da tempi di Sua Maestà Johan Crujiff.
Tornando a bomba. Guardo con simpatia a questa Roma perchè ci vedo un po’ la Spal. Che a sua volta ha impostato una nuova filosofia, che gioca, che punta sui giovani e che finora ha raccolto meno, molto meno, del seminato e di quanto avrebbe meritato. I soloni della carta stampata (ah, che strana categoria siamo…) dicono che la Roma commette troppi errori individuali, ma tutto è relativo. Ad esempio, ne ha commessi molti di più il MIlan col… fortissimo Bate Borisov, venendo però graziato ben quattro volte, ne ha commessi altri lo stesso Milan l’altra sera col Parma, soccombendo in una sola circostanza ed imponendosi sia con i bielorussi che con i crociati. E di esempi se ne potrebbero fare mille. La gara priva di errori non esiste, altrimenti tutte le partite finirebbero 0-0, risultato perfetto teorizzato da Gianni Brera.
E, sempre saltellando dalla capitale alle nostre latitudini, tanti errori non ne ho visti nemmeno da parte della Spal contro il Sorrento, altra gara conclusa con un risultato diverso da quanto suggerito dalla logica del campo. Anzi, se si vuole essere puntigliosi, i campani hanno commesso più errori – individuali e collettivi – dei biancazzurri, finendo però per imporsi. E allora il calcio non è materia esatta. E’ fisiologicamente impossibile non sbagliare qualcosa, in A ed a maggior ragione in Prima Divisione. Semmai, bisogna cercare di limitare gli errori, e tentare di sfruttare quelli altrui. Ma basta anche con il luogo comune che sono i giovani a sbagliare, per inesperienza o inadeguatezza: nella Spal di quest’anno, gli errori più vistosi – finora – non li hanno commessi i giovani, e se anche fosse, non ci sarebbe da inorridire. E poi, armarsi di pazienza: di gare imperfette ne arriveranno altre, da vedere con quale risultato finale. L’importante è crederci, sopportando e imparando come dice Sabatini. Crederci, nella Spal… e nella Roma. Fino a prova contraria, pronti a fare ammenda. A maggio.

 

 

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