TRE SCONFITTE CONSECUTIVE, IL DEFERIMENTO ALLUCINANTE E LA NECESSITA’ DI GUARDARE AVANTI

Stringiamoci a corte… la Spal chiamò. Non sono un amante dell’inno di Italia e nemmeno un nazionalista. Anzi. Però l’idea che ho è ben riassunta in questi due scorci del “coro” di Mameli. Perché sono stati sette giorni davvero brutti per chi ama il bianco e l’azzurro. Prima la sconfitta immeritata contro il Sorrento, poi il folle deferimento per il fotovoltaico, infine la partitaccia di Monza con tanto di meritata sconfitta. Peggio di così è difficile. E’ facile, invece, la reazione, ovviamente personale, a questo indubbio momentaccio. C’è chi reagisce aprendo la caccia al capro espiatorio, chi si deprime e si vede già retrocesso, chi già pensa al calciomercato e anche chi, è il mio caso, preferisce pensare a come ripartire da questa complicata situazione che, anche se la strada è ancora lunghissima, vede la Spal in zona playout. Ma andiamo in ordine lasciando da parte l’incredibile partita persa di sette giorni fa, della quale abbiamo già scritto e imprecato.
Mi soffermo poco anche sul deferimento folle di cui sopra. Folle come i tanti dirigenti che hanno affossato il calcio italiano. Folle perché ridicolo. Folle perché in contrapposizione con una parte importante degli stessi dirigenti. Folle perché rischia di sgonfiare ancora di più il già moscissimo pallone nostro alle prese con un livello tecnico decaduto, una partecipazione inesistente, una crisi mai vista e una sempre più necessaria corsa ai soldi delle televisioni che se oggi, di punto in bianco, dicessero addio a un prodotto (così lo vogliono, un prodotto e basta) francamente per nulla attraente, ecco che salterebbe tutto il banco dalla sera alla mattina. Spreco poche righe sull’ennesima minchiata che gira attorno al pallone solamente perché il deferimento piovuto inaspettatamente sulla Spal e da tutti, ma proprio da tutti, condannato dovrà per forza finire in disgrazia.
E così tocca affrontare l’unico, vero problema del momento. Le tre sconfitte consecutive, cioè. Tutte diverse, non tutte meritate ma l’ultima prestazione è di quelle da dimenticare. Subito. L’abbiamo già scritto e continueremo a farlo fino alla noia visto che sono tanti quelli che non hanno capito. Quest’anno, è brutto e triste e limitato e deprimente e quello che vi pare, si gioca solo per la salvezza. Ciò non toglie che come ha detto giustamente, e senza mezzi termini, il Direttore Generale Pozzi a “LoSpallino.com” dopo Monza-Spal, giocando come al Brianteo persino la salvezza rischia di diventare un’impresa. Non sarò qui, e soprattutto non sarò certo io, ad anticipare un de profundis che non ha ragione d’essere soprattutto per chi, invece, ripone in questo rinnovatissimo e giovanissimo gruppo una grande ma futuristica fiducia. Dice: va bene ma chissenefrega se di questi ragazzi tra cinque anni qualcuno finirà addirittura in serie A? Giusto. Ma non intendo questo scegliendo il termine “futuristico”. Intendo optare per un concetto, piuttosto. Questo. Che dopo aver portato a compimento la salvezza, dopo essere riusciti a creare un’identità di squadra che a Monza non si è vista ma fin qui sì e dopo aver fatto crescere una decina di ragazzi molto giovani, con poco mercato si potrà ambire a quello che a Ferrara da più di vent’anni e non per caso o per sfiga manca. Soltanto così si potrà annullare l’evidente differenza tra chi può spendere dieci milioni di euro all’anno e poi, vedi Cremonese e Spezia, nemmeno vince.
Che la Spal di quest’anno abbia dei limiti non solo è lecito pensarlo ma è addirittura evidente. Sono limiti di esperienza, in alcuni casi anche di qualità. Ma è tutto normale se ci si ricorda che non è possibile vincere ora, subito, adesso. Lo sarà quando la squadra sarà cresciuta, poi rafforzata e quando la società avrà risolto i suoi problemi anche questi evidenti e non taciuti.
E allora calma, pochi bilanci provvisori e inutili, niente drammi ma tanto, tanto, tanto lavoro per migliorare, per diventare più tosti e concreti e meno sbadati e ingenui. Altre strade non ce ne sono. Chi può, chi ha voglia, chi non si deprime alla prima, vera, grande difficoltà continui a fare quel che può per la sua (sua!) Spal. Anche avvilendosi, persino preoccupandosi, addirittura smadonnando. Ma con una passione e un sostegno unici e giganti quanto la sofferenza di tanti e troppi anni di delusioni. Aggrappatevi non al tram o peggio. Ma alla certezza che persino nelle giornate orribili come a Monza sul piano della voglia e dello spirito questi ragazzi difficilmente mancano. Sarà una misera consolazione ma chi ha seguito la Spal dall’éra Pagliuso in poi sa bene che di consolazione non si tratta ma di conquista si parla. Guardate avanti perché avanti c’è la classica partita impossibile. Quella contro l’imbattibile capolista Ternana. Hai visto mai…

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