COME AL SOLITO CAPITAN ZAMBONI CI METTE LA FACCIA: E’ UN MOMENTO DURO MA DOBBIAMO USCIRNE A PRESCINDERE DA TUTTO

Il capitano biancazzurro Marco Zamboni esamina il momento no della Spal: tra la sconfitta nel derby, le vicende societarie e voci di mercato parlando senza troppi giri di parole, ma con schiettezza e in maniera diretta mostra fiducia e promette il massimo impegno.

Fine settimana negativo tra derby e la difficile giornata di ieri con il mancato rispetto delle scadenze con conseguente penalizzazione e perdita del bonus per i giovani…
“Purtroppo il Presidente non è riuscito a far fronte al pagamento degli ultimi stipendi e andremo incontro a un’altra penalizzazione. Nello spogliatoio ho detto subito al mister e ai ragazzi che l’aspetto sportivo è un conto e l’aspetto societario è un altro. Se le due cose vanno insieme si va ad intralciare la prestazione e allora occorre dividere i due aspetti per poter andare avanti in modo ottimale. Questa è la cosa importante da mettere in chiaro. Poi è ovvio che dispiace quello che è successo ieri. Ci sono tanti giovani che non hanno mai vissuto un’esperienza del genere. A me era successo a Napoli (nella stagione 2003-04 in B, ndr) con la società fallita a gennaio, ma siamo andati avanti fino alla fine dell’anno comportandoci da professionisti e penso sia giusto e doveroso farlo. Prima di tutto per noi stessi altrimenti si perderebbe l’occasione di mettersi in mostra ogni domenica e ambire ad altre situazioni. Ricordo quell’anno a Napoli ho fatto 34 partite segnando 3 gol, mi sono svincolato e sono passato da un contratto non rispettato a quello firmato con la Reggina che praticamente mi garantiva il triplo. Da un aspetto negativo sono uscito positivamente, così anche questa volta bisogna uscirne mettendo a frutto per noi stessi il lavoro svolto evitando di mandarlo a rotoli”.

Come hanno preso la notizia di ieri i giovani della squadra?
“Non hanno mai vissuto una situazione del genere e dunque va spiegata come viverla. Dopodiché penso che non vivranno la mia stessa esperienza, perché non si tratta di una società prossima al fallimento, ma è un discorso legato alla tempistica. Aiutati e capiti nel limite del possibile, perché se uno viene e dice “son quattro mesi che non prendo tot euro e non ce la faccio” bisogna capire il giovane che non riesce a far fronte alle spese che deve sostenere. Capire tutte le situazioni e stare più uniti, un momento difficile dal quale occorre venirne fuori insieme”.

Cosa vi ha detto il mister?
“Le cose che ho appena detto. Ci siamo subito visti a quattr’occhi e ho detto le cose che pensavo senza troppi giri di parole. Parlando della situazione col mister abbiamo concordato che in un certo senso abbiamo il coltello dalla parte del manico perché la tifoseria o parte di essa se la prenderà con la società e noi andando in campo la domenica con un atteggiamento importante non mollando di una virgola e far vedere che ci siamo e magari siamo anche incazzati possiamo ottenere il parere positivo di pubblico, addetti ai lavori, osservatori. Se uno poi a gennaio o giugno vorrà andarsene sapendo che la società è in difficoltà potranno valutare il carattere espresso da ognuno in una situazione difficile”.

Circolano voci di un interessamento del Benevento sul tuo conto per rafforzare l’organico campano a gennaio. Confermi?
“Penso siano solo discorsi al momento. Fa piacere che una società più o meno importante che sia il Benevento o qualsiasi altra si interessi a te. Quest’anno mi sono rimesso in discussione, togliendomi il 25% dello stipendio perché l’anno scorso avevo fatto degli sbagli e dunque dopo un anno come lo scorso fatto così così ci sono delle squadre che ti seguono. Però non c’è niente di concreto. Io non riuscirei comunque a mollare una squadra in difficoltà. Se la società avesse pagato gli stipendi ieri e fosse in salute e ci sarebbe il presupposto per andare in altre piazze per prendere il doppio il triplo come magari ha fatto Cipriani potrei anche pensarci. Ma poiché ho un ottimo rapporto col presidente e non voglio abbandonare la squadra sono discorsi che non prendo in considerazione. Fa comunque piacere che a 33 anni ci sia qualcuno che ti apprezza”.

Oggi avete parlato con i tifosi che hanno cercato di caricarvi, una dimostrazione importante?
“Il pubblico ha sempre sostenuto la squadra e penso che abbia capito i problemi della società e di un organico giovane. Questo non vuole essere una scusa per giustificare le sconfitte di Monza e il derby con la Reggiana”.

Dopo un trend positivo nei derby degli scorsi anni quest’anno è andata male.
“Non male, malissimo. Poteva finire sei-sette a zero. Ha fatto due grandi interventi Luca (Capecchi, ndr), ha parato il rigore, un paio di occasioni sventate. Giocando così non si va da nessuna parte. Bisogna cambiare atteggiamento. Correre tutti insieme. Se si gioca in sette invece di undici non si va da nessuna parte. Già se hai uno non al 100% fai fatica, ma questo dalla serie C alla A. Non c’entrano i moduli. Siamo rimasti al 4 a 0 al Pavia. Noi non siamo quelli del Pavia, ma nemmeno quelli del 3 a 0 di Reggio, ma una via di mezzo. Dobbiamo svegliarci perché adesso l’acqua sta arrivando sopra i capelli e bisogna tirar su la testa”.

La gara di Foggia?
“Non parlerei di squadre. È un momento difficile e occorre che tutti stringiamo i denti. L’importante agire tutti insieme. Il Foggia è una buona squadra come tutte in C. Alla vigilia avevo previsto il Benevento come squadra da battere e invece ha difficoltà. Le partite in C sono tutte difficili la differenza è fatta dall’atteggiamento della squadra come ad esempio contro la Ternana. Una mentalità che ci permetterà di vincere le gare, magari divertendo e si potrebbe respirare nuovamente”.

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