L’allenamento del giovedì è già finito da mezz’ora quando dalla fitta nebbia calata su Ferrara sbuca Cesare Butelli. Il presidente sale al primo piano del centro d’addestramento di via Copparo e scherza con i presenti, seppure senza esagerare. Se è preoccupato lo maschera abbastanza bene. Reduce dall’incontro con il sindaco Tagliani, Butelli prende con sé Bortolo Pozzi e infila la via verso gli spogliatoi della prima squadra dove tutta la squadra è radunata. Sul campo, invece, dove i giocatori hanno lavorato agli ordini di Stefano Vecchi, le preoccupazioni sono sembrate essere più tangibili. Sarà stato anche il clima meteorologico sfavorevole, ma sui volti dei biancazzurri si è letta evidente la mancanza di serenità, anche se non è detto che sia esclusivamente per via della situazione economica della società. D’altronde i risultati latitano e l’allenatore deve cercare di tirare fuori le giuste risorse dall’organico per tentare la risalita in classifica. Questo è l’obiettivo principale. Così, filtrati dalla coltre d’umidità, si levano potenti i richiami di Vecchi, tanto ai singoli, quanto al collettivo. L’impressione è che il mister non intenda certo arrendersi al momento negativo e quindi richieda ancora più impegno e concentrazione ai suoi. Sul campo si insiste su schemi e movimenti, sotto gli occhi di Bortolo Pozzi accomodato in panchina. Le recenti vicissitudini societarie sembrano avere una sola ripercussione sul metodo di lavoro di Vecchi, che ha a che fare con l’impiego dei giovani nati prima del 1990 per avere i contributi fissati dalla Lega Pro. Come è noto tale possibilità è ormai sfumata, perciò non è da escludere che a partire da domenica contro il Foggia ci possano essere novità di formazione in tal senso. Va detto, però, che la seduta non ha offerto indicazioni precise.
L’allenatore ha diretto una partitella di quasi quaranta minuti in cui le formazioni in campo sono state cambiate di continuo: neanche il tempo di abbozzare un conto, un’ipotesi, che arrivava il fischio con conseguente scambio di casacche. La sensazione è che Capecchi vada verso la conferma per il posto da titolare, così come Alessandro Vecchi vista l’assenza di Pambianchi (fuori per tutto l’allenamento). Ovvio l’impiego di Cosner in luogo dello squalificato Ghiringhelli. Rebus a centrocampo: Vecchi ha provato diverse soluzioni, tutte plausibili, tra cui il 4141 con uno tra Agnelli e Migliorini davanti alla difesa. Il modulo a due punte sembra invece rimandato anche se Marconi ha svolto l’intera seduta, nonostante non abbia trovato la porta durante la partitella. Poco male per lui se si considera che nessuno è riuscito a scuotere la rete durante il tempo di gioco. Particolarmente lungo il supplemento di giornata che ha visto protagonista la dirigenza dell’Ars et Labor: Cesare Butelli e soci sono rimasti all’interno dello spogliatoio per oltre un’ora per un confronto faccia a faccia con tutto lo staff della prima squadra. Ignoti i contenuti del discorso: il presidente all’uscita ha declinato l’invito della stampa a rilasciare dichiarazioni e praticamente nessuno ha voluto fare commenti. Stando alle indiscrezioni pare sia stato fatto un punto preciso della situazione e di conseguenza siano giunte rassicurazioni in merito alle prospettive future. Ma questo era ampiamente prevedibile e c’è la sensazione che dal confronto sia emerso molto altro. Un indizio a sostegno di questa tesi è rintracciabile negli occhi di Maurizio Bedin, unico giocatore soffermatosi brevemente davanti a taccuini e microfoni. Il centrocampista veneto è apparso leggermente trafelato, ma ha comunque assicurato con convinzione che il gruppo è unito e deciso nell’impegnarsi fino all’ultimo per raddrizzare lo spiacevole momento in cui la squadra versa. Non solo: Bedin ha auspicato che domenica i tifosi non facciano mancare il proprio sostegno, malgrado sia consapevole che l’umore dei supporter non possa essere dei migliori.
Cose che cambiano, cose che non cambiano, ci si ritrova a far la lista con l’avanzare dell’autunno: è cambiata l’ora, di conseguenza è cambiato l’orario di inizio della partitella per far fronte al buio che ora arriva rapido. Il fischio finale della sfida in famiglia arriva con mezz’ora d’anticipo rispetto al solito. Non cambiano le modalità dell’allenamento del giovedì: tecnica, tattica e il gran finale a tutto campo. Difficile parlare della partitella vista la modalità camaleontica con cui è andata in scena: Stefano Vecchi prova in tutto sei Spal differenti con continui cambi di casacche. L’esito: due gol di Melara, segnati con due squadre diverse. Plausibile comunque che la formazione che andrà ad affrontare la Ternana domenica possa essere abbastanza somigliante a quella che ha vestito le pettorine color arancio nell’ultimo quarto d’ora della seduta. Con Teodorani quasi sicuramente fuori per via di un ginocchio malconcio, sarà Luca Capecchi a difendere la porta per la prima volta in stagione. Un particolare che apre i dubbi sull’impiego degli under: Vecchi si giocherà uno dei bonus disponibili, vista anche la forza dell’avversario? L’interrogativo rimane aperto, anche se la bilancia delle probabilità tende verso la risposta negativa. Oltre a quella del portiere romagnolo, altre tre le assenze in partitella: Zamboni (a parte, ma non in dubbio), Migliorini (bloccato da un principio d’influenza) e Marconi (fuori per una caviglia dolorante). Al termine dell’allenamento in sala stampa si è presentato proprio Capecchi, pronto per l’ennesimo esordio della sua carriera: “Sarà stimolante essere in campo nel caso Teo non ce la faccia a recuperare. Di queste partite ne ho giocate tante, ma c’è sempre un pizzico di emozione, visti anche l’avversario e l’attesa che c’è attorno. Speriamo che ci sia un richiamo di pubblico importante, nonostante negli ultimi tempi siano mancate le vittorie. Credo però che a parte Monza la squadra abbia sempre disputato partite fatte di grande impegno, con momenti di buon calcio”. Non è solo la capigliatura brizzolata a tradire l’esperienza del portiere spallino, ma anche le metafore che usa: “Periodi un po’ difficili erano in preventivo, un po’ come quando hai un figlio e metti in preventivo che possa finire per terra quando impara a camminare. Sapevamo che non sarebbero mancati momenti duri, chiaro che uno spera sempre che non accada. Con un po’ più di fortuna, che va anche cercata, ci si possono togliere diverse soddisfazioni da qui a fine stagione”.