Un pubblico così credo sia difficilmente immaginabile trovarlo in una qualsiasi parte d’Italia. Un pubblico che parla delle vicende societarie, che critica (a ragion veduta, lo dimostrano i fatti) la gestione, che ha paura sul futuro della propria squadra del cuore (paura anche mia, purtroppo) ma anche un pubblico che distingue. Distingue chi va in campo da chi è dietro la scrivania. Distingue perché vede quei ragazzi correre, giocare e lottare anche in nove
contro undici, frutto di un arbitraggio indicente. Non è mia consuetudine dar colpa all’arbitro e assecondare chi tutte le domeniche trova quella motivazione per dar risposte ai propri errori, ma oggi è andata proprio così. Da subito si è visto un fare partigiano che infastidisce, perché non si chiedono favori o stampelle, bensì il solo rispetto delle regole elementari, che so essere, anche nel calcio, un qualcosa di ormai straordinario.
Ma oggi è andata così. La preoccupazione maggiore, parlando con coloro che erano vicini a me, è che la giornata di oggi sia un segno dei tempi; che possano ripetersi con ulteriore
continuità i risultati negativi e che se non si supereranno con tempestività le difficilissime questioni societarie, la china possa solo inesorabilmente scendere. Tutto questo in un clima che continuo a vedere positivo nei confronti di questi ragazzi e di questo mister, che colpe altre non hanno, se non quelle d’essere giovani (che colpa non è), un po’ inesperti, ma che non hanno mai dato la sensazione di “mular al broz”, come si dice dalle nostre parti. Ma stiamo
attenti a non trincerarci, utilizzando la professionalità dei giocatori, del mister, di quelli che lavorano nella Spal, per nasconderci i problemi seri, che oggi non mi paiono essere semplicemente quelli di continui risultati in campo negativi. I risultati negativi visti finora, quelli che incidono e preoccupano, sono fuori. La Spal è un patrimonio che va difeso, perché
patrimonio della città. Prima di agitarsi contro chi chiede verità e chiarezza, sarebbe forse meglio comportarsi adeguatamente. Il rispetto, la comprensione, la condivisione, verrebbero naturali. Oggi ci si sforza, solo ed esclusivamente per il bene della Spal. Sia chiaro.