Prima di concedere questa intervista, Marinella Casoni, ferrarese, impiegata amministrativa della Spal, risponde a un’ultima telefonata, poi riattacca con gentilezza e con altrettanta cordialità risponde alle domande sul suo ruolo e lavoro nell’ambiente biancazzurro.
Marinella, avrebbe mai pensato di lavorare, lei che è ferrarese nello staff della squadra della sua città?
”In realtà ero una grande tifosa della Spal, quando ero più giovane, intorno ai 12-13 anni e fino ai 27-28, seguivo la squadra ed ero affascinata dal mondo della società Spal, sono stata un paio di volte negli uffici di viale Cavour da piccola, poi la domenica vivendo la partita da tifosa ero incuriosita dalla zona off limits per i tifosi, quella riservata alla società appunto, alla quale non potevo accedere. Invece ora il calcio non lo guardo mai e non mi interessa più dal punto di vista sportivo. Anche quando la domenica sono a lavoro allo stadio e ho minuti di pausa non butto mai l’occhio. Il calcio di oggi è troppo presente nella vita di tutti i giorni. Ai miei tempi te lo dovevi sudare con solo due partite alla settimana, poi c’erano poche donne che seguivano il calcio e c’erano campioni come Cabrini, oggi invece c’è molta apparenza nel calcio e pochi campioni. L’incontro tra la mia esperienza professionale e la Spal invece è avvenuto durante i ritiri che la squadra svolgeva all’Hotel Villa Regina dove io lavoravo dal 1992 al 2001. Io all’epoca ero tifosissima e quindi coinvolta alla grande quando vedevo arrivare la Spal. In quel periodo mi sono avvicinata all’ambiente iniziando a conoscere i giocatori, gli allenatori, i dirigenti. Ho lavorato nell’hotel fino al 2008 e l’anno prima nel 2007 l’ultimo anno di Tomasi son ritornati in ritiro all’hotel. Nel 2008 con la nuova dirigenza venendo in ritiro all’hotel hanno visto come lavoravo e siccome loro erano nuovi del posto cercavano impiegati e io, nel frattempo, un nuovo lavoro alla fine ci siamo incontrati anche grazie a Renato Schena (che interviene nel corso dell’intervista e ricorda che lei è la sua aiutante numero uno)”.
Qual è il tuo ruolo alla Spal?
“Mi occupo della segreteria sportiva, cinque giorni a settimana, ma quando la Spal gioca in casa sabato e domenica mi occupo degli accrediti, le formazioni e le percentuali da destinare alla società ospitante. Invece il lavoro di tutti i giorni riguarda: iscrizione, una parte degli adempimenti con la Lega, documenti burocratici relativi sempre alla Lega, rapporti con i consulenti del lavoro come sugli infortuni e il lavoro immane che riguarda la tessera del tifoso. Lo scorso anno con 1500 tessere è stato un lavoro duro che si aggiungeva a quello di segreteria. Ma la mole di lavoro maggiore c’è durante il periodo estivo, mentre il periodo novembre-dicembre sono mesi più tranquilli, ma quando c’è stato il lavoro sulla tessera del tifoso siamo rimasti in ufficio fino a mezzanotte, perché un conto è far compilare i moduli ai giovani, altro è magari spiegare ai tifosi più esperti”.
Come è lavorare alla Spal?
“È un bell’ambiente. Lavori con molte persone e comunque pur non avendo l’importanza di un tempo, la Spal è sempre un’istituzione per la città quindi lavorarci è un motivo d’orgoglio. Poi ho soddisfatto la mia curiosità da tifosa scoprendo il mondo che c’è dietro la Spal. L’aspetto negativo di questo lavoro è che si lavora con persone che poi magari l’anno dopo non ci sono più a Ferrara e quindi ci si affeziona e poi bisogna salutarsi. Io adesso ho ritrovato qui alla Spal Brescia che quando giocava con la Spal era tra i miei preferiti per il carattere che metteva in campo e ora è bello poterci lavorare insieme”.