LA NUOVA VITA DI ALE LAZZARINI, VICE DI DOLCETTI AL MILAN: QUI STO BENISSIMO MA A FERRARA HO LASCIATO TANTI AMICI

Prima che allenatore sei stato un portiere di serie A e B: un voto alla tua carriera calcistica…
“Direi 7 ma avrei potuto fare di meglio. Sono comunque soddisfatto perché diciassette anni di professionismo, con presenze in tutte le categorie, non è poi un brutto traguardo”.

Calciatore o portiere: chi lo decide?
“L’evoluzione di ogni giocatore passa attraverso processi diversi tra loro. Esistono calciatori che non hanno mai cambiato ruolo fin dall’inizio e altri che, grazie all’intuizione di un allenatore o al modificarsi delle proprie caratteristiche fisiche e psicologiche, sono passati da un ruolo all’altro. Nella mia esperienza difficilmente è stato l’allenatore a decidere per il ruolo di portiere, spesso il soggetto nasce con delle caratteristiche ben specifiche che poi in un secondo momento vengono migliorate dagli allenatori. Portieri si nasce, numero uno si diventa!”.

Appesi gli scarpini al chiodo da allievo sei diventato maestro…
“Quando ero un allievo seguivo con attenzione tutti i miei allenatori, li osservavo, prendevo appunti, studiavo e visionando cassette. Il passo è stato facile. L’ultimo anno da giocatore al Versilia Pietrasanta ho svolto il doppio ruolo di dodicesimo e allenatore dei portieri. Nella Lucchese e nella Spal ho avuto la fortuna di allenare bravi ragazzi, seri e professionisti come Ravaglia, Capecchi, Careri, Brunner, Moreau, Sarti, Tonozzi, Costantino”.

Sei arrivato a Ferrara come preparatore di portieri e allenatore di seconda di Aldo Dolcetti. Ci racconti la tua esperienza spallina?
“Ho accettato la proposta in un minuto anche se le difficoltà erano tante: la Spal in C2, una  società nuova e tutta da ricostruire, la famiglia lontana… Il primo anno, dopo il ripescaggio in C1,  abbiamo sfiorato per un solo punto il miracolo dei playoff. Professionalmente è stato il migliore dei miei tre anni alla Spal, grazie a mister Dolcetti ho conosciuto un modo di lavorare, sul campo e fuori, veramente di primo livello. Il secondo invece è stato un anno di grande sofferenza per l’esonero di Dolcetti e per le difficoltà della squadra in campionato anche se poi è finito in maniera dignitosa con l’arrivo di mister Notaristefano. Il terzo è stato l’anno dell’illusione, primi in classifica nel girone d’andata, ennesimo esonero e successivo risultato minimo della salvezza nel girone di ritorno ”.

Conoscevi già Aldo Dolcetti o la vostra amicizia è nata proprio in questa circostanza?
“Siamo stati compagni di squadra nel Pisa, poi ci siamo rivisti in qualche altra occasione. Non ci frequentavamo molto fuori dal campo ma il nostro modo di pensare, non solo del calcio ma della vita in generale, ci ha sempre visti molto vicini. A Ferrara abbiamo ulteriormente rafforzato questa grande stima reciproca”.

Che cosa manca a questa Spal per risalire la classifica?
“Domanda molto difficile. Posso dare un parere tecnico, seguo attentamente i campionati di Lega Pro e credo che la squadra, anche se giovane, non meriti la posizione attuale di classifica. Il campionato però è ancora lungo, gli anni passati abbiamo fatto gironi d’andata ottimi, ma pessimi di ritorno, credo che ci siano tutte le carte in regola per sollevarsi dall’attuale situazione”.

Cosa hai lasciato a Ferrara?
“Tre anni vissuti bene in una città che a livello umano mi ha dato molto, professionalmente esco più arricchito, con il grosso rammarico di non essere riuscito alla conquista della serie B”.

C’è qualcuno in particolare che porterai sempre nel cuore?
“Tutte le persone della sede che ogni giorno per tre anni sono state sempre molto disponibili nei mie confronti, mi riferisco a Renato, Elena, Marinella e Marco. Poi tutti i ragazzi del ristorante “Ariosteria” che mi hanno fatto sentire come se fossi a casa mia. Infine ultima nella lista ma prima nel mio cuore la professoressa Borea Lia mia insegnante d’inglese nonché amica cara”.

I tuoi portieri ti chiamano Ale e non Mister. Che rapporto hai con loro?
“Un rapporto basato sulla sincerità, sul rispetto reciproco per i ruoli svolti, di serietà nello svolgere il proprio lavoro fuori e dentro il campo. Il fatto di lasciare che i portieri mi chiamino per nome non significa che se devo usare il bastone non lo faccio, anzi, sanno che sono molto esigente e pignolo ma al tempo stesso mi piace lavorare con grande serenità, con il sorriso e in armonia”.

Hai seguito Dolcetti a Milano come suo vice nel Milan Primavera. Un rapporto di grande stima che continua nel tempo?
“Il nostro rapporto è sempre stato basato sulla stima reciproca, anche nei momenti difficili non è mai stato messo in discussione ed è per questo che oggi sono al Milan. Devo dirti che sono stato anche fortunato perché, mentre stavo concludendo delle trattative di lavoro ho avuto l’occasione di partecipare ad un corso indetto dalla Lega Pro dove ogni società poteva presentare un suo tesserato. La Spal ha mandato me e così ho potuto acquisire il patentino di allenatore di Seconda Categoria”.

Che esperienza stai vivendo a Milano?
“Un’esperienza affascinante dove ogni giorno acquisisco tante informazioni utili alla mia crescita professionale.  Non avevo mai lavorato con squadre Primavera, è diverso dalle prime squadre, si lavora per raggiungere tre obiettivi che sono il campionato, la Coppa Italia e il Torneo di Viareggio, ma soprattutto il Milan ci chiede di formare giocatori pronti per far parte della rosa della prima squadra. Altro aspetto determinante di questa esperienza è la possibilità di allenarsi a Milanello, a stretto contatto con la prima squadra, dove grazie alla disponibilità di mister Allegri possiamo interagire e seguire da vicino grandi campioni di livello internazionale”.

C’è un rigore che non hai ancora digerito del tutto?
“Coppa Italia, Sampdoria-Modena, batte il rigore Mancini, siamo sul risultato di 1-1 a due minuti dalla fine.  Tiro, mia parata, la palla tocca il palo… gol!”.

Hai già pensato a cosa farai da grande?
“Facile, prenderò il posto di Guardiola al Barcellona e magari visto che sono un ex portiere studierò uno schema per mandare a rete Victor Valdes”.

Ti va di salutare i lettori de LoSpallino.com e a tutti i ferraresi che ci stanno leggendo?
“E’ stato per me un grande onore aver potuto far parte per tre anni di una gloriosa squadra come la Spal che ancora oggi al Milan è ben rappresentata da Allegri, Dolcetti, Lazzarini e il ferrarese Folletti.  Un saluto a tutti i ferraresi e a lettori de Lo Spallino.com”.

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