IL FATALISMO TRISTEMENTE IRONICO DEL PUBBLICO DELLA TRIBUNA RISPECCHIA L’UMORE DI QUESTI GIORNI SPALLINI

“A guardagar ben, a sen propria trist. Speren che al Benevento an sia brisa un mal evento”. Inizia così il pubblico ferrarese vicino, dopo ben due palloni toccati, nessuna palla persa e nessun gol subìto. C’è aria di depressione, sembra un centro diurno, più che uno stadio. Nella nebbia ci si perde (e devo ammettere che il coro “forza nebbia alè, alè, alè”, non è stato, nel dramma, niente male!), i tifosi sono persi e delusi, l’unica frase che serpeggia con pesante continuità, è: “a sen a la careta, l’è na gara dura, purasà dura”, riferendosi alle difficoltà societarie e a una squadra che sembra proprio non girare, come invece non è stato in tante altre partite viste precedentemente. Ma nessuno ce l’ha con i giocatori, “pruè vualtar a dar al zent par zent senz’aver mai vist un baiocc”.
Mario e Paolo, settantenni, circa 60 anni di Spal alle spalle, vicini di stadio da una vita, parlano a voce bassa e si chiedono, provocandomi emozione e tristezza: “Ma se an ghè più la Spal, parchè dal zdott is manda tuti a stendar, nualtar a s’avden incora a la dmenga, ‘era?”. Dietro e dentro questa domanda, si ripropone il forte tema di quanto “la Spal” non sia per i ferraresi una sola squadra di calcio, ma anche e soprattutto un affetto, un amore, un sentimento lungo una vita e duole vedere, a chi come noi sente da sempre questo battito nel cuore, come il rischio di futuro sia così forte e come si fatichi a vedere un domani, anche per chi ha viva in sé la speranza che la Spal sia un qualcosa di eterno e irrinunciabile. “Ag vol dal brio in tal zog”, diceva sempre uno dei due amici terrorizzati dal non venire più alla Spal, ma Mario, con sottile e non troppo sottile ferraresità, ha risposto: “Più che brio, ag vol di baiocc, altar che brio. E i baiocc, da quel che a lez e a ved, a ghi ha sol Tomasi”.
Il tempo scorre, la nebbia scende ma non troppo per fermare una partita andata male, l’unica rete che si gonfia rimane quella della porta difesa dal portierone Capecchi. Per i tifosi della Spal si gonfiano solo le palle, quelle di chi non ne può più di precarietà e di lega pro. Quelle di chi merita ben più di questa situazione. “La roda l’è tonda, la zira, la zira, t’avdrà”, mi dice il vicino, “anc se adess la par quadrada e la s’inciolda sempar”. Forza Spal e speren cla zira.

 

 

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