LA DIFESA E LA FIDUCIA DEL TECNICO VECCHI. CHE PER AVELLINO PENSA A UN 433 COPERTO: DOBBIAMO PER FORZA FARE PUNTI

Altro giro, altra corsa. E si fa per dire visto che di corsa, in classifica almeno, sono parecchie settimane che tutti i tifosi spallini ma anche l’allenatore, la stessa squadra e la società non ne hanno notizia. Il momento terribile è come il futuro: adesso. La classifica parla da sola, l’incertezza societaria è ancora tale anche se negli ultimi giorni il Presidente Butelli ha annunciato novità importanti entro il 18 dicembre e lo stato d’animo di qualsiasi innamorato del bianco e dell’azzurro è ovviamente un misto di tristezza e delusione. Tutto giusto, tutto comprensibile, tutto evidente. Ma tocca guardare avanti sperando che il Natale regali la cosa più importante, l’unica imprescindibile. La tranquillità, cioè. Da lì passa il resto. Tutto il resto. Nel frattempo c’è l’ennesima sfida sulla carta impossibile, quella di Avellino, e c’è soprattutto bisogno di punti per non sprofondare un po’ di più. Anche questa settimana, allora, nel nostro consueto e lungo appuntamento con Stefano Vecchi gli argomenti di certo non mancano. Ma andiamo in ordine…

Il discorso prettamente tecnico sull’ultima partita si potrebbe anche liquidare in fretta. Il Benevento, infatti, è nettamente più forte della Spal. Punto. Ma…
“Ma altre volte contro squadre più forti abbiamo espresso un altro tipo di gioco. Il rimpianto è di non essere partiti bene, di essere andati subito in difficoltà. La reazione tardiva dimostra comunque che qui c’è un gruppo che non vuole mollare e che è, nonostante tutto, risultati compresi, in condizione. E allora niente, ripartiamo per l’ennesima volta, sappiamo di aver disputato partite infelici ma nella maggior parte positive anche se abbiamo raccolto poco. Personalmente conosco soltanto questa strada per arrivare ai risultati”.

Restando sull’ultima gara non si è vista, aldilà dei risultati ultimamente sempre negativi, la solita Spal. Perché?
“Mah. La spiegazione non è la paura perché la paura è venuta con le difficoltà e sapevamo tutti, lo avevo anche detto ai ragazzi, che il Benevento è fortissimo, come il Sorrento secondo me. La fiducia, piuttosto, è venuta a mancare presto. Nella ripresa, infatti, quando la partita era persa ci siamo liberati e anche in dieci ci abbiamo provato giocando senz’altro meglio rispetto al primo tempo”.

Per la prima volta sei entrato nel mirino anche tu. Cinque le accuse principali. La prima: aver umiliato Bedin sostituendolo presto e rincarando la dose nelle interviste. La seconda: aver di fatto ammesso di aver sbagliato a non schierare subito le due punte. La terza: perché togliere Migliorini nell’intervallo? La quarta: troppi cambi, troppi moduli. La quinta: essere troppo duro con i giocatori. Prima di dare la parola alla difesa, siccome sul caso Bedin abbiamo già scritto, su una cosa ti difendo con forza. L’aver inserito la seconda punta dopo nemmeno mezzora credo sia stata invece una bella e pubblica autocritica. Di fatto hai ammesso un errore.
“Che sfilza! Iniziamo dalla prima. Per me non è stata un’umiliazione. Lo sarebbe stata se avessi inserito un giocatore di pari ruolo. E’ stata solo una scelta tattica dettata dal fatto che nella prima mezzora, nonostante un assetto accorto che in precedenza ci aveva fatto fare belle figure, non c’eravamo e andava cambiato qualcosa. Non era certo un affronto nei confronti di Bedin. Hai detto bene tu, era un’ammissione da parte mia, invece. Quella di aver sbagliato all’inizio non mettendo subito le due punte. Quindi ho ammesso un errore mio. Maurizio si è sentito umiliato ma siccome ho già fatto tante volte cambi del genere negli anni passati e ho anche vinto dei campionati seppure in categorie minori, vai a vedere i tabellini, credo che il giocatore debba accettare le scelte. Purtroppo il cambio non ha dato frutti e quindi se n’è parlato ma è un rischio che ricorrerei. Anche perché lui, dei centrocampisti, era quello più in difficoltà. Sul fatto di rincarare la dose: lui ha reso pubblico il suo disappunto e l’ho fatto anche io. Quando un giocatore ha un certo atteggiamento credo sia giusto rispondergli anche perché non c’era nessun tipo di segnale che desse adito a manifestazioni del genere. Probabilmente è colpa del nervosismo, della situazione che si è creata ma se c’è qualcosa che non va bisogna risolverla nello spogliatoio. Io non porto rancore, con Bedin ci siamo chiariti a quattr’occhi e anche davanti alla squadra. Quando sarà utile alla squadra Maurizio giocherà. E comunque credo che la società prenderà provvedimenti perché abbiamo un regolamento interno.  Andiamo avanti con le critiche… Su Migliorini non può essere una critica perché l’ho sostituito all’intervallo soltanto perché Andrea ha chiesto il cambio: a causa di una botta, infatti, zoppicava e non poteva giocare. Sui troppi cambi e i troppi moduli… Mah, finora abbiamo utilizzato di fatto tre moduli: 442 e 4411 siamo lì e nelle ultime gare abbiamo giocato con un 4141 che poi è una sorta di 433 anche se più difensivo ma siccome non abbiamo fatto schifo non mi sembra una critica seria. Sui cambi dei giocatori, invece, a volte sono stati dovuti a problemi ma in generale abbiamo dato continuità. Teodorani giovava poi si è fatto male e mi sembrava appunto giusto dare continuità con Capecchi. Per il resto, sette-otto undicesimi sono sempre quelli. Ghiringhelli ha giocato sempre come Zamboni e Pambianchi tranne quando è stato infortunato. Idem per Melara, Laurenti, Agnelli e Arma. A sinistra si sono avvicendati Canzian e Giovanni Rossi mentre in mezzo, questo sì, abbiamo alternato più giocatori. Ma credo che nel complesso sia un fatto normale. L’altra accusa, cos’era? Essere duro con i giocatori? Mah, non mi sembra, credo di essere intransigente per quello che vedo sul campo. Un giocatore può sbagliare tatticamente o tecnicamente ma io non accetto solo la superficialità o la mancanza di attenzione e concentrazione. Certo, quando c’è da alzare la voce la alzo. E’ sbagliato? Non credo. Lo faccio ma sono uno pacifico. E’ finito il processo (ride)?”.

Ne avevamo già parlato una settimana fa ma l’ennesima sconfitta ripropone l’argomento. I maligni dicono che non sei in discussione perché non ci sono soldi per cambiare tecnico. Tu che sensazioni hai e come giustifichi, scusa il termine, la fiducia ancora alta della società nei tuoi confronti visti i risultati?
“Non lo so, forse vedono come lavoriamo e vedono anche lo spirito della squadra nonostante i risultati che spesso non sono arrivati nonostante prestazioni importanti. Le premesse erano quelle di un campionato difficile, la situazione è peggiorata ma noi restiamo concentrati per invertire la rotta. Ho fiducia in quello che faccio perché questo tipo di lavoro ha sempre pagato e certi attestati di stima mi inducono a continuare”.

L’ultima domanda, chiamiamola imbarazzante, che per quanto mi riguarda è l’unica critica che mi sento di farti oltre a quella già fatta a te e al Direttore Pozzi nella mia rubrica di martedì scorso circa le esternazioni sul caso Bedin nelle interviste del dopo partita. Hai dato fin qui una possibilità a tutti. Forse Mendy e Taraschi avrebbero bisogno di un po’ di fiducia in più. O no?
“Eh, Mendy da quello che abbiamo visto nelle ultime gare, Coppa compresa, sicuramente… hai ragione. Se questo è Mendy, cosa che credo, troverà spazio. Finora l’avevo visto a volte in difficoltà. Taraschi, invece, ha avuto spunti positivi ma ha trovato davanti Laurenti che ha fatto sempre bene”.

Alla ripresa degli allenamenti avete avuto un lungo colloquio con il Presidente che si è anche abbastanza sbilanciato circa imminenti e importanti novità. Che cosa vi siete detti e che cosa pensi?
“Abbiamo visto un presidente fiducioso, quindi siamo fiduciosi anche noi. Ma in questo momento dobbiamo pensare al campo, mancano solo dieci giorni alla sosta e dobbiamo pensare a fare punti. E’ chiaro che ci abbia fatto piacere il discorso del presidente e anche certe prospettive”.

In questi giorni si è parlato di messa in mora dei giocatori e non solo. Tu che vivi con la squadra qual è la situazione e credi che l’incontro con Butelli sia servito se non altro, per ora, ad arrivare a Natale dando il massimo e anche di più?
“Credo, ripeto, che la chiacchierata con il presidente abbia dato fiducia in una situazione non facile. I giocatori sanno che cosa fare, hanno consiglieri, procuratori… Al momento si è sentito parlare e si è letto di un’eventuale messa in mora ma non ci sono stati fatti concreti”.

Sempre convinto che si possano evitare i playout?
“Sì, sì. Credo dipenda molto anche da queste due gare che chiudono il girone di andata. E’ importante girare con un certo punteggio per dare il via a un ritorno importante. Secondo me a parte tre o quattro partite ci siamo sempre stati. Siamo un gruppo numeroso che se la società troverà forza potrebbe rendere più omogeneo ed equilibrato”.

Questa settimana avete avuto anche l’impegno di Coppa Italia. A parte il risultato, comunque poco importante, che indicazioni hai avuto?
“Buone ma non avevo dubbi perché siamo un gruppo dove i giocatori si equivalgono. Abbiamo fatto sempre molto bene in Coppa senza dimenticare che anche gli avversari erano molto giovani. Poi c’è il fatto di aver giocato senza assilli, liberi di testa. Abbiamo sbagliato i soliti gol, ma abbiamo subìto pochissimo e diversi giocatori hanno fatto molto bene”.

Qual è la situazione degli infortunati?
“Bedin ha un problema al piede, anche Laurenti soffre per una botta alla caviglia ma tanto è squalificato. Vediamo Pambianchi ma dovrebbe essere a posto”.

Guardiamo a domenica prossima. E’ la volta buona per tornare al 442?
“Se vogliamo fare dei numeri credo che giocheremo con un 433 con Mendy largo a sinistra visto che partendo da quella posizione ha fatto molto bene così come Meloni. E’ una soluzione per essere più coperti con Mendy e Melara ai lati di Arma in modo da mantenere un centrocampista a protezione della difesa. Valuteremo il tutto fino all’ultimo”.

Parliamo di formazione. Provo a indovinare. Difesa confermata con però il rientro di Pambianchi al posto di Beduschi. In mezzo Agnelli e Castiglia con dietro Migliorini. Poi, appunto, Melara e Mendy di fianco ad Arma.
“Sì, potrebbe essere”.

Meloni è pronto per debuttare almeno in panchina o ci vuole un’altra settimana?
“Sì e sono contento. In Coppa ha fatto bene, sta meglio, non è ancora al top ovviamente ma uno spezzone di gara può farlo”.

Affrontate una squadra costruita per un torneo tranquillo ma che molti addetti ai lavori consideravano una possibile sorpresa. Per le partite che hai visto tu che tipo di avversario è l’Avellino?
“L’Avellino è partito con una squadra giovane e con alcune difficoltà. Cammin facendo ha inserito un po’ di esperienza in più e infatti nelle ultime partite ha ottenuto tre vittorie e altrettanti pareggi. Niente male”.

Che tipo di partita c’è da aspettarsi?
“Mi aspetto un ambiente caldo, quindi stimolante per noi. Loro hanno sicurezze e fiducia, noi dobbiamo dimostrare una grande carattere”.

A proposito di carattere. In settimana Zamboni ha detto la sua a trecentosessanta gradi. A inizio campionato il capitano era in discussione, ora credo che il suo apporto sia fondamentale e anche il suo “farsi sentire” sia decisamente apprezzabile…
“Certo ma non solo e mi fa piacere. Marco, indipendentemente da quello che dice, è importante anche e soprattutto per quello che fa sul campo. Le parole contano meno dei fatti. E lui non molla mai. Nonostante l’età ha saltato pochissimi allenamenti e anche da acciaccato si è messo sempre a disposizione”.

In questa situazione anche muovere la classifica è utile ma il tempo stringe e la zona salvezza si allontana. Per una volta firmeresti per il pari?
“Mah (ride). Dopo questa fila di sconfitte sarebbe utile ma dobbiamo cercare di vincere qualche gara. Il pari può starci ma l’idea è sempre quella di provare a vincere anche se oggi è importante non perdere”.

Quanto servirebbe una vittoria che manca ormai da una vita? E credi che ritrovare i tre punti potrebbe sbloccarvi davvero?
“Credo di sì soprattutto sotto l’aspetto della fiducia e dell’entusiasmo. Perché l’allenarsi con impegno, il fatto di non mollare, di sprecare grandi energie mentali e fisiche e non raccogliere è sempre una mazzata. Ne abbiamo prese tante di botte. Una vittoria sarebbe un toccasana”.

Hai sempre sostenuto che la Spal abbia comunque gli uomini per salvarsi. In estate si era parlato di Rajcic, che domenica abbiamo visto che razza di giocatore sia, ma ovviamente costava troppo. Facciamo che a Natale si sistemino tutti i problemi societari e che si possa fare mercato. Ti accontenteresti di un centrocampista e di una seconda punta?
“Mah, te l’ho detto prima. Dipenderà dalla forza della società. E’ chiaro che nel ritorno dovremmo marciare forte per evitare i playout. Sul mercato, come dicevo, oggi siamo in venticinque. Troppi. Ci sono ragazzi che vanno spesso in tribuna e invece meritano di giocare per crescere. Questa è la priorità. Se poi ci sarà la forza di fare qualcosa anche in entrata per cercare un salto di qualità ben venga”.

 

Per una volta, oltre al doveroso “Forza Spal” ti dico: in bocca al lupo. Hai visto mai che porti bene…
“Eh eh… grazie. Crepi. E forza Spal!”.

PROBABILE FORMAZIONE
SPAL (433)

Capecchi; Ghiringhelli, Zamboni, Pambianchi, Canzian; Agnelli, Migliorini, Castiglia; Melara, Arma, Mendy.
All.: S. Vecchi.
A disp.: Teodorani, A. Vecchi (Beduschi), G. Rossi, P. Rossi (Cosner), Fortunato, Marconi, Meloni.

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