VIAREGGIO-SPAL 0-0 (12 dicembre 1971).
Personaggio: Maurizio Cavazzoni
A Guastalla, nel mantovano, dove ebbe i natali, iniziò l’attività calcistica per trasferirsi poi, giovanissimo, nella Reggiana. Lì, appena diciannovenne, esordì in serie B grazie alla fiducia concessagli dall’allenatore Luigi Del Grosso. Alla fine del torneo 1959-60, pur non riuscendo ad andare in gol, collezionò però tredici presenze. A fine torneo, non per demerito, ma voluto fortemente dall’allenatore Umberto Mannocci, scese di categoria indossando la maglia dell’Arezzo. Con gli amaranto rimase per un triennio sommando cinquantanove presenze e tredici reti, forse poche per un attaccante, ma il suo modo di stare in campo e, soprattutto sotto porta, permise ai suoi colleghi di reparto, i vari Meroi, Joan, Mattioli, Tassinari, di andare in gol spesso e volentieri, non a caso, in quel triennio, l’Arezzo fu sempre tra i primi quattro della classifica per la soddisfazione del suo presidente Mario Lebole.
Conclusa l’esperienza toscana Cavazzoni si trasferì nelle Marche con destinazione Ascoli. Con i bianconeri del presidente Leone Cicchi si fermò una sola stagione, andando in rete dieci volte in trentadue presenze. Oramai veniva considerato un ”giocatore di categoria“ ed in terza serie le società che volevano tentare la scalata in B, o volevano disputare un buon torneo, si rivolgevano a Cavazzoni, sicuri di poter ottenere buoni risultati. Infatti la Casertana lo acquistò convinta di poter fare un buon investimento e le aspettative non andarono deluse. In quattro anni con la maglia rossoblu segnò ventinove gol in centotrenta gare, risultando sempre tra i migliori in campo. Conclusa anche l’esperienza campana, si trasferì in Sicilia per indossare la maglia del Catania del presidente Angelo Massimino. Qui disputò, sempre alle dipendenze dell’allenatore Egizio Rubino, due campionati di B e uno in serie A, totalizzando complessivamente settantatre presenze e quattordici gol. Nell’estate del 1971, oramai trentunenne, arrivò a Ferrara, voluto sia dal Commendatore Mazza che dall’allenatore Cesare Meucci. Logicamente non era più il vecchio leone di un tempo ma aveva però tanta esperienza sulla quale fare affidamento, come nella gara in Versilia, dove lo stopper viareggino Bonzi dovette sudare le proverbiali sette camicie per contrastarlo adeguatamente sotto porta.