Tanto per cominciare, una comunicazione di servizio. Fino a quando la questione societaria non sarà conclusa o comunque risolta abbiamo deciso di sospendere qualsiasi rubrica non legata alla stretta attualità. Sono le rubriche che personalmente preferisco perché si parla soltanto di calcio giocato o di ricordi. Quindi niente voti sugli ex, niente interviste agli ex, niente di tutto ciò che non riguardi la prossima partita o il futuro della Spal. E’ una decisione che dispiace prendere, della quale mi assumo ovviamente la responsabilità, ma trovo assurdo parlare di cose che, almeno in questi giorni, lasciano il tempo che trovano. Mi scuso con i lettori e con gli autori degli stessi articoli che hanno lavorato, gratis come sempre, ma a vuoto.
Scritto questo, sempre in queste ore le voci che girano preoccupano e rischiano di scatenare un (altro) putiferio. Soprattutto su alcune idee e strategie diverse all’interno della società circa le strade imminenti da intraprendere. Credo che, con tutta la sacrosanta esasperazione che c’è, con una squadra, i dipendenti, i creditori e tutte le persone che gravitano attorno al biancazzurro in grandissima apprensione, tutto quello che sta succedendo complichi le cose e avveleni il clima. E mi auguro, come tutti credo, che la cessione della società avvenga presto, anzi prestissimo, dopo ovviamente aver toccato con mano le garazie reali che i due gruppi interessati offrono. Se nessuno, poi, offrirà queste garanzie (ma la dirigenza attuale potrà e dovrà giudicare soltanto dopo aver visto il nero su bianco) allora si esca allo scoperto e si spieghi come stanno le cose perché a quel punto il fallimento sarà inevitabile con le conseguenze e le responsabilità del caso. Personalmente credo che si debba fare di tutto, ma veramente di tutto, per evitare questa strada che oltre a mettere a repentaglio il futuro della Spal, cosa primaria sempre e comunque, mette in difficoltà enorme (eufemismo) tutte le persone che lavorano per la Spal senza prendere soldi e non da oggi.