UNA MATTINA AL CENTRO DI VIA COPPARO TRA SENSAZIONI E IRONIA. INTANTO MELARA PARE VICINISSIMO ALLA REGGINA

Un’altra mattina è passata senza novità in un Centro come regola vuole silenzioso e lontano da occhi indiscreti. Restano appesi all’ombra di un pallido sole di fine gennaio gli striscioni contro Cesare Butelli, si sentono appena le voci distinte di Stefano Vecchi e di Beppe Brescia, mancano quelle di capitan Zamboni mentre distintamente risuonano i calci dati al pallone di chi si appresta a vivere un’altra domenica da leoni. Perché domani, anche se le questioni a tenere banco sono ben altre, c’è pur sempre la Tritium, tranquilla finché si vuole ma non per questo in vena di regali. La Spal con i tacchetti sotto gli scarpini non è ancora morta. E’ ferita, tremolante, è quasi in ginocchio ma doma, no. Mai. Come vuole il suo (ottimo) allenatore.
Il silenzio dei campi attorno a quello centrale accompagna l’ultima seduta, il vuoto della tribunetta è lo specchio di quello che in questi giorni ogni tifoso sente dentro di sé: il nulla all’orizzonte, la paura di non farcela ancora una volta davanti a un’altra agonia si accavallano insieme con tanti altri pensieri funesti che beffardamente incutono più di un timore. Nuvole sì nel cielo spallino, tante, troppe: tra quarantotto ore sapremo se saranno spazzate via da un colpo di vento improvviso oppure, se si trasformeranno in tempesta.
Cancelli chiusi, chiavistelli abbassati, porte incatenate dopo la due giorni di Carnevale improvvisato nel quartier generale spallino dove ai più è sembrato di trovarsi in Piazza Trento Trieste in un qualunque venerdì di mercato e  tutti (ma proprio tutti) hanno potuto fare quel che volevano. E così, dopo la pacifica occupazione dei tifosi sin dopo la mezzanotte di giovedì, si è tornati, oggi, a un qualcosa di più vicino alla normalità. Rimane una scritta, una piccola, simpatica e civilissima goliardata di qualcuno che non può non strappare il sorriso: a margine del messaggio “non dà resto” della macchinetta per il caffè del primo piano del Centro di Via Copparo ecco l’opera che si completa con un riferimento sarcastico alla proprietà spallina.
Altro tema caldo in casa Spal resta quello dei giocatori: sono due quelli si rischia di perdere e si tratta di Fabrizio Melara e Rachid Arma.  Se fossimo costretti ad azzardare una previsione diremmo che l’ala di Santa Marinella all’ottantacinque percento domani potrebbe scendere in campo per l’ultima volta con i colori di casa nostra: su di lui è alto e fortissimo il pressing della Reggina (scalzate Empoli, Albinoleffe e Carpi) e, soprattutto nel caso alcuna buona nuova venisse a galla entro lunedì, il calciatore partirà. Diversa la situazione, se così si vuol dire, che riguarda l’attaccante di Agadir: per bocca del procuratore del giocatore Savino, il ragazzo dalla Spal andrà via entro la chiusura delle liste invernali: Crotone, Benevento, Carpi (il diesse modenese Giuntoli avrebbe già raggiunto a voce l’accordo con l’amico e Presidente del Vicenza Cassingena, squadra che ricordiamo detiene la metà del cartellino) ma soprattutto Albinoleffe stanno facendo la corte al bomber di casa Spal ma qui vogliamo essere ottimisti e pensare che alla fine, di riffa o di raffa, sino a giugno i biancazzurri potranno contare sull’apporto fondamentale di questo giocatore.  

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